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Processo T-Red Segrate: l'accusa chiede 5 anni di carcere per i responsabili

Processo T-Red Segrate: lo scandalo dei rilevatori semaforici T-Red irregolari è tornato alla ribalta in questi giorni. Nel processo che vede imputati anche alcuni responsabili del Comune di Segrate, l'accusa è arrivata a chiedere condanne fino a 5 anni di reclusione con la pesante ipotesi di associazione a delinquere
La parte civile verrà risarcita
Un paio di anni era scoppiato lo scandalo di Segrate: la Procura di Milano, su denucia di alcuni automobilisti, aveva rilevato che una postazione semaforica di Segrate, controllata con un sistema elettronico T-Red, avrebbe sparato multe a raffica perché la taratura non era corretta, ma, secondo l'accusa, fatta in modo da penalizzare motociclisti e automobilisti con un tempo di passaggio dal verde al rosso troppo rapido. Lo scandalo era finito in prima pagina di giornali e telegiornali nazionali e l'inchiesta si era poi allargata ad altri comuni e aveva coinvolto altre procure. L'inchiesta che ha riguardato Segrato a portato in tribunale i resposabili del Comune, secondo l'accusa consapevoli di questo "trucchetto", utilizzato per portare soldi nelle casse del municipio. Il Pubblico Ministero di Milano Alfredo Robledo ha chiesto 5 anni di reclusione e 5.000 euro di multa per Raoul Cairoli, amministratore della ditta CiTiEsse che ha fornito le macchine T-Red al comune. Per Zari, gestore del Centro Servizi, sono stati chiesti 4 anni e 4.000 euro di multa, per Astorri e Tysserand, rispettivamente la persona che ha gestito l'appalto e il titolare della Tecnotraffico, sono stati chiesti 3 anni e 3.000 euro, poi un anno e sei mesi e 2.000 euro di multa il comandante della Polizia locale di Segrate, Lorenzo Giona e un anno e 1.000 euro di multa per Adriano Alessandrini e Dario Zanchetta, rispettivamente sindaco e funzionario dei vigili del comune alle porte di Milano. Cairoli, Astorri, Zari e Tysserand sono accusati di associazione a delinquere. Cairoli, Astorri, Giona e Zanchetta per turbativa d’asta (più di una), mentre Giona, Zanchetta, Alessandrini, Cairoli e Astorri sono accusati di abuso d’ufficio. L'avvocato Francesca Fuso che rappresenta 143 cittadini per la parte civile e che ha contribuito in maniera determenante a sollevare il caso, ha chiesto un risarcimento di 2 mila euro a testa per i suoi assistiti. Dopo aver sentito la difesa, ci sarà la sentenza che dovrebbe arrivare il 6 novembre.
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