MV Agusta - Timur Sardarov: "Obiettivo 9.000 moto e quotazione in borsa"
Il 2021 è stato un anno più che positivo per la casa di Schiranna che ha finalmente "rivisto" la crescita con la bellezza di 5.000 moto vendute per un totale di 90 milioni di euro di ricavi. L'obiettivo futuro, però, è ancora più ambizioso
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Industria e finanza
Gioiello (finalmente) in crescita
Finalmente MV Agusta ritrova il segno "+" davanti alla voce "vendite". Dopo anni complicati caratterizzati da un declino culminato nel 2017 con il concordato preventivo, ora grazie al fondo di investimento russo di Timur Sardarov il marchio ha ripreso a volare. La casa di Schiranna ha infatti fatto segnare la bellezza di 5.000 moto vendute nel 2021 per un ricavo complessivo prossimo ai 90 milioni di euro (nel 2020 erano 69). Racconta Sardarov a ilSole24ore: "Tra variante Omicron e carenze di forniture i tempi sono difficili ma ricordo che quando siamo arrivati qui le vendite valevano meno di un terzo".
La svolta si è concretizzata grazie a nuove risorse pari a 150 milioni di euro, un rilancio degli investimenti e dello sviluppo che ha portato a un ammodernamento della gamma e a nuovi progetti realizzati anche con in partnership con la cinese QJ Motor. Prosegue Sardarov: "Le nuove Lucky Explorer (cliccate qui per vederle) che verranno realizzate qui a Varese - spiega Sardarov - hanno già ricevuto pre-ordini per 15mila unità: in pratica due anni di lavoro. Per tutti i nostri modelli il mercato in generale è ricettivo, stiamo vedendo un grande interesse dai clienti. E una volta superati gli ostacoli della pandemia e i vincoli alla supply chain potremo alzare di molto i nostri livelli produttivi".
Gli obiettivi per il futuro, viste le premesse, sono ambiziosi: si prevede il raddoppio delle moto vendute, toccando quota 9.000 unità arrivando così a creare le condizioni per un ritorno stabile al pareggio dopo anni di perdite.
Un contributo aggiuntivo arriverà dalle linee di business da poco avviate, con e-bike e monopattini elettrici che integrano l’offerta dell’azienda: "Non sarà una nicchia marginale, perché penso che a regime da qui possa arrivare quasi un terzo dei ricavi. Livello coerente con la strategia complessiva: andando oltre le moto, penso che MV Agusta debba posizionarsi più in generale come una società impegnata nella mobilità premium". Fondamentale, però, sarà uscire dal regime di concordato, su cui Sardarov ha una sua idea precisa: "Se il Chapter 11 negli Usa è un modo virtuoso per emergere da una crisi qui in Italia si tratta quasi di un marchio di infamia, una procedura barocca che limita l’operatività con banche, fornitori e clienti, ingessando l’attività d’impresa. L’Italia è un paese di grande capacità manifatturiera ma il suo limite è la burocrazia. Lo scorso luglio abbiamo saldato i nostri debiti: a febbraio speriamo di ottenere il decreto per uscire dalla procedura". Una volta fatto questo, il passaggio obbligato sarà la quotazione in borsa: "Sono qui per restare e l’obiettivo nel 2025 è quello di portare Mv Agusta in borsa. Un’azienda da 350 milioni di ricavi, con un Ebitda di almeno 50 milioni e un azionariato che coinvolgerà anche i dipendenti: qui ho trovato un’etica del lavoro importante: per ciò che si fa vedo una grande passione e un forte impegno, anche al di là delle mie aspettative".
Finalmente MV Agusta ritrova il segno "+" davanti alla voce "vendite". Dopo anni complicati caratterizzati da un declino culminato nel 2017 con il concordato preventivo, ora grazie al fondo di investimento russo di Timur Sardarov il marchio ha ripreso a volare. La casa di Schiranna ha infatti fatto segnare la bellezza di 5.000 moto vendute nel 2021 per un ricavo complessivo prossimo ai 90 milioni di euro (nel 2020 erano 69). Racconta Sardarov a ilSole24ore: "Tra variante Omicron e carenze di forniture i tempi sono difficili ma ricordo che quando siamo arrivati qui le vendite valevano meno di un terzo".
La svolta si è concretizzata grazie a nuove risorse pari a 150 milioni di euro, un rilancio degli investimenti e dello sviluppo che ha portato a un ammodernamento della gamma e a nuovi progetti realizzati anche con in partnership con la cinese QJ Motor. Prosegue Sardarov: "Le nuove Lucky Explorer (cliccate qui per vederle) che verranno realizzate qui a Varese - spiega Sardarov - hanno già ricevuto pre-ordini per 15mila unità: in pratica due anni di lavoro. Per tutti i nostri modelli il mercato in generale è ricettivo, stiamo vedendo un grande interesse dai clienti. E una volta superati gli ostacoli della pandemia e i vincoli alla supply chain potremo alzare di molto i nostri livelli produttivi".
Gli obiettivi per il futuro, viste le premesse, sono ambiziosi: si prevede il raddoppio delle moto vendute, toccando quota 9.000 unità arrivando così a creare le condizioni per un ritorno stabile al pareggio dopo anni di perdite.
Un contributo aggiuntivo arriverà dalle linee di business da poco avviate, con e-bike e monopattini elettrici che integrano l’offerta dell’azienda: "Non sarà una nicchia marginale, perché penso che a regime da qui possa arrivare quasi un terzo dei ricavi. Livello coerente con la strategia complessiva: andando oltre le moto, penso che MV Agusta debba posizionarsi più in generale come una società impegnata nella mobilità premium". Fondamentale, però, sarà uscire dal regime di concordato, su cui Sardarov ha una sua idea precisa: "Se il Chapter 11 negli Usa è un modo virtuoso per emergere da una crisi qui in Italia si tratta quasi di un marchio di infamia, una procedura barocca che limita l’operatività con banche, fornitori e clienti, ingessando l’attività d’impresa. L’Italia è un paese di grande capacità manifatturiera ma il suo limite è la burocrazia. Lo scorso luglio abbiamo saldato i nostri debiti: a febbraio speriamo di ottenere il decreto per uscire dalla procedura". Una volta fatto questo, il passaggio obbligato sarà la quotazione in borsa: "Sono qui per restare e l’obiettivo nel 2025 è quello di portare Mv Agusta in borsa. Un’azienda da 350 milioni di ricavi, con un Ebitda di almeno 50 milioni e un azionariato che coinvolgerà anche i dipendenti: qui ho trovato un’etica del lavoro importante: per ciò che si fa vedo una grande passione e un forte impegno, anche al di là delle mie aspettative".
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