MotoGP Starting Grid: il mondiale sbarca in Europa, il campionato si accende a Jerez
Asfalto nuovo per il gran premio di Spagna a Jerez: Michelin porta quattro diverse coperture. Rins è chiamato alla prova del nove dopo la vittoria in Texas, mentre nel box Repsol si accende la sfida tra Marquez e Lorenzo. Gli occhi di tutti saranno sulla curva 13: dai duelli tra Rossi e Gibernau ai sorpassi di Magic Marc sul maiorchino, spettacolo assicurato all'ultima chanche prima del traguardo
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MotoGP
Il gran premio di Spagna segna finalmente lo sbarco del motomondiale nel Vecchio Continente dopo i primi tre round extra europei e Guido Sassi ci porta alla scoperta dell'appuntamento di Jerez de la Frontera, con il quarto appuntamento di MotoGP Starting Grid.
La novità
A differenza di quanto visto al CoTA, gli organizzatori del gp di Jerez hanno davvero provveduto a riasfaltare completamente la pista, che aveva mostrato già nel corso del weekend dello scorso anno evidenti segni di degrado. I lavori sono stati svolti questo inverno, ma la MotoGP non ha ancora mai posato le ruote sul nuovo manto. Proprio per questo motivo Michelin ha ottenuto la deroga per portare quattro coperture differenti rispetto alle tre che usualmente sono in dotazione. Per figurare bene domenica i vari team dovranno lavorare tanto e bene fin dal venerdì con gli pneumatici, cercando di prevedere le condizioni di consumo che si potranno verificare domenica. Particolarmente interessante in questo senso sarà misurare la prestazione di Yamaha: le sue M1 ufficiali due anni fa patirono particolarmente la pista andalusa e anche nel 2018 soffrirono tremendamente l'appuntamento con il GP di Spagna. Valentino si classificò quinto, Vinales settimo, nonostante la carambola che mise fuori causa Dovizioso, Lorenzo e Pedrosa.
Che numeri
Alex Rins in Spagna è chiamato alla prova del nove, dal Gp di Thailandia dell'anno scorso è infatti il pilota che ha fatto più punti. Per Alex sono 126, con una vittoria, altri 3 podi. Lo spagnolo è arrivato al traguardo tra i primi 5 addirittura in 9 gran premi su 10 da Misano dell'anno scorso. Il pilota di Brivio però non ha mai particolarmente brillato a Jerez de la Frontera: appena due terzi posti in carriera, con la Suzuki capace di andare a podio solo l'anno scorso con Iannone. L'esame di maturità per Rins e la moto di Hamamatsu arriva quindi proprio su questa pista, dove Honda e Ducati vanno sempre meglio negli ultimi anni: se Suzuki riuscirà ad arrivare tra le prime tre moto al traguardo Rins potrebbe diventare un pericolo anche in ottica campionato, viceversa le ambizioni del Team Ecstar andranno ridimensionate.
La sfida
Se per il campionato il favorito numero uno rimane Marquez, con Dovizioso nelle vesti dello sfidante più accreditato, in Spagna il confronto più interessante è tra il campione del mondo e Jorge Lorenzo. Il maiorchino ha davvero avuto un terribile inizio di 2019: un tredicesimo e un dodicesimo posto a cui si aggiunge il ritiro in Texas per una noia di natura elettronica sulla sua Honda. Eppure Jerez già nel 2017 si rivelò la gara giusta per ridare slancio alle azioni di Jorge, allora da poco in Ducati. In quella stagione Lorenzo conquistò il suo primo podio sulla Rossa di Borgo Panigale: se l'impresa dovesse riuscirgli anche quest'anno sulla Honda, il difficile processo di adattamento alla Rc213V potrebbe accelerare in vista delle gare a lui più congeniali. Marquez è avvertito: proprio ora che la lotta con Dovizioso dovrebbe farsi più intensa, l'elemento di disturbo all'interno del box potrebbe farsi sentire. Non che il Carbroncito non abbia le proprie carte da giocarsi: in fondo l'anno scorso a Jerez vinse lui e anche in questo 2019 parte con i favori del pronostico.
Questa è storia
Valentino Rossi a Jerez ha vinto 9 volte, 7 in classe regina. Tra i successi da ricordare ovviamente quello del 2005 con sorpasso e spallata a Gibernau all'ultima curva, ma anche la vittoria del 2016, la prima dopo l'infuocato finale di stagione dell'anno precedente. I fatti di Sepang avevano lasciato un lungo strascico di polemiche nell'ambiente della MotoGP e un'altrettanto importante delusione nel box di Rossi. Lo stesso Valentino, pur non lasciandosi tentare dalla possibilità di abbandonare le corse, aveva digerito male l'inverno di test e l'inizio di stagione. A Jerez però il Dottore conquistò la pole il sabato e corse in maniera perfetta il giorno seguente: in testa dal primo all'ultimo giro, Rossi riuscì a battere la concorrenza in gara e a riportarsi in lotta per il campionato del mondo. Valentino salì sul podio di Jerez proprio con Lorenzo e Marquez, battuti per un giorno in quella che fu una piccola ma importante rivincita della sua carriera.
Hot spot
Jerez non è una pista lunga: 4mila e 428 metri, solo 13 curve. I punti di sorpasso non sono molti, ma quelli che ci sono regalano sempre grandi emozioni. Basta pensare alla Dry Sac, la curva che nel 1997 vide lo scontro tra Schumacher e Villeneuve nel Gran Premio d'Europa di F1. I due si stavano giocano il campionato, il tedesco provò a resistere all'ingresso di Jacques senza successo. Il tentativo disperato del Kaiser si risolse con la Ferrari ferma nella via di fuga e il rivale della Williams in fuga verso il titolo iridato. L'anno scorso nuovo incidente, questa volta in MotoGP, con Pedrosa lungo in frenata a colpire Jorge Lorenzo, a sua volta finito contro Dovizioso. Tre moto nella ghiaia e addio podio per tutti. Se il tornante della 6 non è stato lo scenario di epiloghi troppo fortunati, la 13 invece oltre alla bagarre ha regalato anche gloria nel corso degli anni: nel 2005 ci fu la già citata spallata Rossi-Gibernau, replicata nel 2013 da Marquez quasi in fotocopia su Lorenzo. Ma anche l'anno scorso il sorpasso della vittoria è arrivato proprio all'ultima curva prima del traguardo (ma non all'ultimo giro): protagonisti sempre il sette volte campione del mondo e il maiorchino, con un ingresso questa volta più pulito del pilota Honda sull'allora ducatista. In quella occasione Marc ha allargato maggiormente in entrata, raddrizzando però davvero velocemente la moto in uscita: il pilota Honda ha così guadagnato metri indispensabili a completare con successo la manovra, prendendo anche il margine necessario a non subire il contrattacco in fondo al rettilineo di partenza.
La novità
A differenza di quanto visto al CoTA, gli organizzatori del gp di Jerez hanno davvero provveduto a riasfaltare completamente la pista, che aveva mostrato già nel corso del weekend dello scorso anno evidenti segni di degrado. I lavori sono stati svolti questo inverno, ma la MotoGP non ha ancora mai posato le ruote sul nuovo manto. Proprio per questo motivo Michelin ha ottenuto la deroga per portare quattro coperture differenti rispetto alle tre che usualmente sono in dotazione. Per figurare bene domenica i vari team dovranno lavorare tanto e bene fin dal venerdì con gli pneumatici, cercando di prevedere le condizioni di consumo che si potranno verificare domenica. Particolarmente interessante in questo senso sarà misurare la prestazione di Yamaha: le sue M1 ufficiali due anni fa patirono particolarmente la pista andalusa e anche nel 2018 soffrirono tremendamente l'appuntamento con il GP di Spagna. Valentino si classificò quinto, Vinales settimo, nonostante la carambola che mise fuori causa Dovizioso, Lorenzo e Pedrosa.
Che numeri
Alex Rins in Spagna è chiamato alla prova del nove, dal Gp di Thailandia dell'anno scorso è infatti il pilota che ha fatto più punti. Per Alex sono 126, con una vittoria, altri 3 podi. Lo spagnolo è arrivato al traguardo tra i primi 5 addirittura in 9 gran premi su 10 da Misano dell'anno scorso. Il pilota di Brivio però non ha mai particolarmente brillato a Jerez de la Frontera: appena due terzi posti in carriera, con la Suzuki capace di andare a podio solo l'anno scorso con Iannone. L'esame di maturità per Rins e la moto di Hamamatsu arriva quindi proprio su questa pista, dove Honda e Ducati vanno sempre meglio negli ultimi anni: se Suzuki riuscirà ad arrivare tra le prime tre moto al traguardo Rins potrebbe diventare un pericolo anche in ottica campionato, viceversa le ambizioni del Team Ecstar andranno ridimensionate.
La sfida
Se per il campionato il favorito numero uno rimane Marquez, con Dovizioso nelle vesti dello sfidante più accreditato, in Spagna il confronto più interessante è tra il campione del mondo e Jorge Lorenzo. Il maiorchino ha davvero avuto un terribile inizio di 2019: un tredicesimo e un dodicesimo posto a cui si aggiunge il ritiro in Texas per una noia di natura elettronica sulla sua Honda. Eppure Jerez già nel 2017 si rivelò la gara giusta per ridare slancio alle azioni di Jorge, allora da poco in Ducati. In quella stagione Lorenzo conquistò il suo primo podio sulla Rossa di Borgo Panigale: se l'impresa dovesse riuscirgli anche quest'anno sulla Honda, il difficile processo di adattamento alla Rc213V potrebbe accelerare in vista delle gare a lui più congeniali. Marquez è avvertito: proprio ora che la lotta con Dovizioso dovrebbe farsi più intensa, l'elemento di disturbo all'interno del box potrebbe farsi sentire. Non che il Carbroncito non abbia le proprie carte da giocarsi: in fondo l'anno scorso a Jerez vinse lui e anche in questo 2019 parte con i favori del pronostico.
Questa è storia
Valentino Rossi a Jerez ha vinto 9 volte, 7 in classe regina. Tra i successi da ricordare ovviamente quello del 2005 con sorpasso e spallata a Gibernau all'ultima curva, ma anche la vittoria del 2016, la prima dopo l'infuocato finale di stagione dell'anno precedente. I fatti di Sepang avevano lasciato un lungo strascico di polemiche nell'ambiente della MotoGP e un'altrettanto importante delusione nel box di Rossi. Lo stesso Valentino, pur non lasciandosi tentare dalla possibilità di abbandonare le corse, aveva digerito male l'inverno di test e l'inizio di stagione. A Jerez però il Dottore conquistò la pole il sabato e corse in maniera perfetta il giorno seguente: in testa dal primo all'ultimo giro, Rossi riuscì a battere la concorrenza in gara e a riportarsi in lotta per il campionato del mondo. Valentino salì sul podio di Jerez proprio con Lorenzo e Marquez, battuti per un giorno in quella che fu una piccola ma importante rivincita della sua carriera.
Hot spot
Jerez non è una pista lunga: 4mila e 428 metri, solo 13 curve. I punti di sorpasso non sono molti, ma quelli che ci sono regalano sempre grandi emozioni. Basta pensare alla Dry Sac, la curva che nel 1997 vide lo scontro tra Schumacher e Villeneuve nel Gran Premio d'Europa di F1. I due si stavano giocano il campionato, il tedesco provò a resistere all'ingresso di Jacques senza successo. Il tentativo disperato del Kaiser si risolse con la Ferrari ferma nella via di fuga e il rivale della Williams in fuga verso il titolo iridato. L'anno scorso nuovo incidente, questa volta in MotoGP, con Pedrosa lungo in frenata a colpire Jorge Lorenzo, a sua volta finito contro Dovizioso. Tre moto nella ghiaia e addio podio per tutti. Se il tornante della 6 non è stato lo scenario di epiloghi troppo fortunati, la 13 invece oltre alla bagarre ha regalato anche gloria nel corso degli anni: nel 2005 ci fu la già citata spallata Rossi-Gibernau, replicata nel 2013 da Marquez quasi in fotocopia su Lorenzo. Ma anche l'anno scorso il sorpasso della vittoria è arrivato proprio all'ultima curva prima del traguardo (ma non all'ultimo giro): protagonisti sempre il sette volte campione del mondo e il maiorchino, con un ingresso questa volta più pulito del pilota Honda sull'allora ducatista. In quella occasione Marc ha allargato maggiormente in entrata, raddrizzando però davvero velocemente la moto in uscita: il pilota Honda ha così guadagnato metri indispensabili a completare con successo la manovra, prendendo anche il margine necessario a non subire il contrattacco in fondo al rettilineo di partenza.
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