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MotoGP 2016, Stoner: “Marquez si sentiva minacciato da me”

MotoGP news - Casey Stoner è il nuovo collaudatore di Ducati e, prima di iniziare ufficialmente con la casa di Borgo Panigale ha pensato bene di chiarire il motivo per cui si è concluso il contratto con Honda: "Mi sentivo pronto per il GP di Austin, Nakamoto però mi ha detto che ha preferito optare per una soluzione diversa. Qualcuno non voleva vedermi correre". Quel qualcuno, secondo Casey, ha il numero 93 stampato sulla carena.
La sincerità di Casey
L'ex pilota Casey Stoner, ritiratosi dalle corse nel 2012, è sempre rimasto nel giro come collaudatore per HRC, la casa costruttrice con cui ha vinto il suo ultimo titolo iridato. Ultimamente i rapporti con Honda si erano incrinati e l'australiano ha deciso di accettare la corte di Ducati, la casa con cui nel 2007 ha vinto il suo primo campionato mondiale, divenendone il collaudatore per il 2016. Stoner ha rilasciato un'intervista a Motosprint, nella quale ha parlato di quello che è successo con Honda: “Alla Honda ero solo un tester occasionale, non ho mai avuto alcun altro ruolo. Se devo dire la verità, credo che non abbiano mai sfruttato tutto il mio potenziale. Penso che Marquez ed il suo entourage si sentissero minacciati da me. Non so cosa pensasse realmente, però questa è una mia sensazione”. Stoner ha comunque chiuso l'esperienza con Honda senza alcun risentimento: “Ero alla Honda per fare qualche test, per provare nuove cose che poi avrebbero dovuto essere trasferite ai piloti ufficiali, quindi ero lì per aiutare Marc. Ma è anche vero che quello che devono seguire tutti è il pilota numero 1. In ogni caso non ho nessun rancore contro la Honda ed ho un grande rispetto per Nakamoto. La nostra relazione non si è deteriorata per questo.” Il momento in cui le cose sono iniziate a scricchiolare con Honda risale a quando a Casey è stato negato di prendere parte al GP di Austin in sostituzione dell'infortunato Dani Pedrosa. All'australiano questa cosa non è andata giù: “Mi sentivo pronto per Austin, ma Nakamoto si è scusato e mi ha detto che si prendeva la responsabilità di optare per una soluzione diversa. A quel punto ho pensato che qualcuno gli avesse messo pressione per non farmi correre. Qualcuno non voleva vedermi correre. Sapevo di essere abbastanza veloce per provare a sostituire Pedrosa in maniera adeguata. Durante i test di Sepang, in febbraio, ho girato su un ritmo molto simile a quello della gara, quindi credo che sarei potuto rimanere con i leader. Sostanzialmente avevo il passo di Dani, che poi ha vinto la gara".
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