Idrogeno, il futuro è qui: le differenze tra iniezione diretta e fuel cell
I veicoli a idrogeno non sono tutti uguali: questo elemento naturale può essere sfruttato in diversi modi, fuel cell per le auto elettriche, ma anche come combustibile al posto della benzina. Scopriamo come è possibile e quali sono i vantaggi
Come alternativa all’elettrico, e specifichiamo a batteria, sentiamo sempre più parlare di idrogeno. Un elemento naturale “pulito” che potrebbe contribuire seriamente a dare una svolta alla mobilità sostenibile. Ci sono però un po’ di miti da sfatare perché i veicoli a idrogeno non sono tutti uguali. Nel mondo delle quattro ruote ci sono già, anche se pochissime, auto di serie alimentate a idrogeno con celle a combustibile (dette anche fuel cell). Semplificando, ma qui sotto vi spieghiamo meglio le differenze, queste auto sono comunque spinte da un motore elettrico, quindi sono elettriche a tutti gli effetti.
Ci sono altre applicazioni dell’idrogeno
Sulle due ruote questa tecnologia non è ancora stata messa a punto ma i grandi costruttori giapponesi hanno già sviluppato un concept a iniezione diretta di idrogeno, che quindi è mosso da un motore con configurazione tradizionale (cilindri e pistoni, per intenderci). Infatti, l’idrogeno è altamente infiammabile, anzi brucia ancora più velocemente della benzina. Ecco allora che questo elemento può essere sfruttato in più modi, entrambi però ecosostenibili: vediamo come è possibile e come si differenziano queste due tecnologie.
Le auto a idrogeno e i vantaggi delle fuel cell
Partiamo da un concetto di base: tramite l’elettrolisi inversa, l’idrogeno reagisce con l’ossigeno dando origine a energia elettrica, calore e acqua. Come delle piccole centrali elettriche, le auto a idrogeno sono dotate di celle a combustibile che si occupano di questo processo. Come potete vedere dall’immagine sopra, l’idrogeno presente nelle bombole ad alta pressione viene convertito in energia elettrica, che poi viene immagazzinata in una batteria e/o sfruttata direttamente dal motore a zero emissioni. A livello pratico, è come avere una tradizionale auto elettrica ma con dei vantaggi. Quello più grande riguarda i tempi per fare un pieno: se ora infatti per ricaricare una batteria di grande dimensioni sono necessari molti minuti (in condizioni ottimali) se non ore, con l’idrogeno i tempi sono di 3-4 minuti, esattamente come per un rifornimento di benzina, metano o Gpl.
Le moto a idrogeno hanno ancora il classico motore
Pochi mesi fa, dalla collaborazione tra Kawasaki, Yamaha, Suzuki e Honda, è nata la Ninja H2 HySE, prototipo vicino alla produzione di serie spinto da un motore quattro cilindri in linea alimentato a idrogeno. La meccanica è quella tradizionale, albero motore, pistoni, valvole, ecc, ma è stato rivisto il sistema di iniezione e altri dettagli non ancora noti per permettere al blocco di “mangiare” idrogeno. L’idrogeno, sempre stoccato in bombole posizionate nelle valigie, prende così il posto della benzina, con il vantaggio che la combustione di questo non produce emissioni di CO2 (c’è solo una piccola parte di NOx). Di contro, per ora, l’unico grande problema (a cui si sta già trovando una soluzione) è l’elevata energia necessaria per portare e mantenere l'idrogeno allo stato liquido. Aggiungiamo che Honda sta anche spingendo sulle fuel cell, che per ora però non sembra una tecnologia prevista per le moto.
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