Monopattini, un nuovo emendamento potrebbe equipararli alle biciclette
Un nuovo emendamento collegato alla Legge di Bilancio potrebbe - se approvato in via definitiva - equiparare i monopattini alle biciclette, consentendone in tal modo la “libera circolazione”. Per il momento, rimangono però valide le linee guida dello scorso giugno
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Politica e trasporti
Monopattini
Dopo mesi di discussioni, Milano ha avviato lunedì la cosiddetta “sperimentazione” per la micromobilità, aprendo le strade - pur con qualche distinzione e fondamentale regola da rispettare - a monopattini elettrici, segway e hoverboard. Con la posa dei 130 cartelli segnaletici lungo la cintura esterna della città, il capoluogo meneghino ha di fatto seguito le linee guida del Ministero dei Trasporti. Annunciate lo scorso giugno, tali indicazioni potrebbero tuttavia cambiare con un emendamento collegato alla prossima Legge di Bilancio: firmato dai senatori Comincini e Conzatti, l’emendamento equiparerebbe infatti monopattini "che rientrano nei limiti di potenza e velocità" fissati dal Dm micromobilità elettrica del 4 giugno 2019 "ai velocipedi di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285 (il Codice della strada)".
In sostanza i monopattini per essere consideratati biciclette dovrebbero avere motori con al max 500 Watt di potenza e non possono superare i 20 km/h di velocità massima.
Equiparando i monopattini alle biciclette, l’emendamento, non ancora legge ma approvato in Commissione Bilancio, porterebbe fondamentalmente alla liberalizzazione totale per questa tipologia di mezzi, che potranno circolare, esattamente come i velocipedi, sulle piste ciclabili e sulle strade.
Al momento - è bene ricordarlo - non è così: come specificato da Palazzo Marino, a Milano, i “micro veicoli di mobilità elettrica” possono circolare infatti nelle aree pedonali a velocità non superiore ai 6 chilometri orari (il decreto prevede che i dispositivi siano dotati di limitatore di velocità) e, ma questo vale solo per monopattini e segway, su piste e percorsi ciclabili, ciclopedonali e nelle Zone 30 con il limite di velocità di 20 chilometri orari. Totalmente vietata invece - lo specificano gli 80 cartelli posti all’ingresso delle strade - la circolazione lungo i tratti con la pavimentazione in pietra di fiume, lungo le corsie preferenziali (anche in Zone 30) contigue ai binari del tram - a meno che non siano in una sede stradale separata - , nelle aree di parcheggio a fondo cieco e nelle gallerie pedonali.
In sostanza i monopattini per essere consideratati biciclette dovrebbero avere motori con al max 500 Watt di potenza e non possono superare i 20 km/h di velocità massima.
Equiparando i monopattini alle biciclette, l’emendamento, non ancora legge ma approvato in Commissione Bilancio, porterebbe fondamentalmente alla liberalizzazione totale per questa tipologia di mezzi, che potranno circolare, esattamente come i velocipedi, sulle piste ciclabili e sulle strade.
Al momento - è bene ricordarlo - non è così: come specificato da Palazzo Marino, a Milano, i “micro veicoli di mobilità elettrica” possono circolare infatti nelle aree pedonali a velocità non superiore ai 6 chilometri orari (il decreto prevede che i dispositivi siano dotati di limitatore di velocità) e, ma questo vale solo per monopattini e segway, su piste e percorsi ciclabili, ciclopedonali e nelle Zone 30 con il limite di velocità di 20 chilometri orari. Totalmente vietata invece - lo specificano gli 80 cartelli posti all’ingresso delle strade - la circolazione lungo i tratti con la pavimentazione in pietra di fiume, lungo le corsie preferenziali (anche in Zone 30) contigue ai binari del tram - a meno che non siano in una sede stradale separata - , nelle aree di parcheggio a fondo cieco e nelle gallerie pedonali.
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