Lockdown comunali: cinque città chiudono strade e piazze
I sindaci di Roma, Firenze, Palermo, Bologna, Bari e Verona chiudono strade e piazze. Nei centri storici ai cittadini è fatto divieto di “circolare” e “stazionare”. Predisposti anche i sensi unici nelle vie pedonali. Le regioni devono “arrendersi”
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Politica e trasporti
Avanti con le chiusure
Quello di colorare l’Italia in giallo, arancio e rosso è, secondo il premier Conte, un “meccanismo scientifico rigoroso”, che funziona, ma che non basta: servono una nuova stretta e misure di contenimento della popolazione più rigide. La cabina di regia si riunirà venerdì: Speranza (ormai è quasi certo) firmerà l’ordinanza con cui Veneto, Emilia-Romagna e Friuli Venezia Giulia passeranno all’arancione e la Campania, che è nello scenario 4, massimo rischio, potrebbe anche diventare rossa. Ma ancora, non basta, anzi, “non può bastare”: bisogna tenere l’attenzione altissima, almeno fino all’arrivo del vaccino. La linea è quella di “andare avanti con le chiusure”. Il tutto per scongiurare il lockdown nazionale.Nel frattempo però, sono scattati quelli “locali”. Per ora ci sono Roma, Firenze, Palermo, Bologna, Bari e Verona, ma l’elenco è destinato ad allungarsi. Probabilmente fino a coprire l’intero territorio nazionale.
“Lockdown comunali”
I sindaci possono già agire sulla base del Dpcm, predisponendo la chiusura di strade e piazze, parchi e luoghi di assembramento. I primi a farlo sono stati quelli di Roma, Firenze, Palermo, Bologna, Bari e Verona. Presto si aggiungerà Napoli.
- A Roma saranno intensificati i controlli nei parchi e sul litorale, con contingentamento degli ingressi alle vie dello shopping nel fine settimana
- A Firenze, nel weekend, saranno invece chiusi bar e ristoranti e vietato l’accesso ai cittadini in alcune piazze della città. - A Palermo l’ordinanza ha già disposto “fino al 3 dicembre il divieto di stazionamento per le persone, dal lunedì al venerdì dalle 16 e fino alle 22; sabato, domenica e festivi dalle 5 alle 22, nelle zone del centro di Palermo”. Misure identiche applicate anche a “spiagge, coste, aree verdi aperte al pubblico”.
- A Bologna vieta eventi e manifestazioni, comprese le esibizioni degli artisti di strada, in tutte le piazze e le vie del centro storico.
- A Verona sono in programma blocchi, controlli e accessi contingentati al centro storico, con il “senso unico per le strade pedonali”.
- A Bari si chiudono i parchi pubblici e lo skate-park.
Campania: da zona gialla a rossa
Il caso di Napoli è più complicato. Concessale la deroga fino al 15 novembre, la Campania potrebbe diventare zona arancione oppure rossa da lunedì ed il il sindaco di Napoli de Magistris sta già preparando misure più restrittive come il divieto di ingresso in città per chi è residente in altri Comuni. Conte si prepara e chiama l’esercito per sedare eventuali manifestazioni come quelle delle scorse settimane: “Siamo lo Stato - ha detto il premier - serve segnale forte”.
I contagi
Il comitato tecnico scientifico intanto parla di un leggero appiattimento della curva dei contagi. “La quota degli asintomatici - ha detto Brusaferro - rimane costante un po’ sotto il 50-60%. Quindi una parte importante rimane senza sintomi, altri con sintomatologia lieve. Anche la parte dei pazienti critici e severi è minoritaria, ma comunque anche numeri contenuti sono in grado di impattare sui criteri delle terapie intensive”.
Clicca qui per capire quando e dove va usato il modulo di autocertificazione
Quello di colorare l’Italia in giallo, arancio e rosso è, secondo il premier Conte, un “meccanismo scientifico rigoroso”, che funziona, ma che non basta: servono una nuova stretta e misure di contenimento della popolazione più rigide. La cabina di regia si riunirà venerdì: Speranza (ormai è quasi certo) firmerà l’ordinanza con cui Veneto, Emilia-Romagna e Friuli Venezia Giulia passeranno all’arancione e la Campania, che è nello scenario 4, massimo rischio, potrebbe anche diventare rossa. Ma ancora, non basta, anzi, “non può bastare”: bisogna tenere l’attenzione altissima, almeno fino all’arrivo del vaccino. La linea è quella di “andare avanti con le chiusure”. Il tutto per scongiurare il lockdown nazionale.Nel frattempo però, sono scattati quelli “locali”. Per ora ci sono Roma, Firenze, Palermo, Bologna, Bari e Verona, ma l’elenco è destinato ad allungarsi. Probabilmente fino a coprire l’intero territorio nazionale.
“Lockdown comunali”
I sindaci possono già agire sulla base del Dpcm, predisponendo la chiusura di strade e piazze, parchi e luoghi di assembramento. I primi a farlo sono stati quelli di Roma, Firenze, Palermo, Bologna, Bari e Verona. Presto si aggiungerà Napoli.
- A Roma saranno intensificati i controlli nei parchi e sul litorale, con contingentamento degli ingressi alle vie dello shopping nel fine settimana
- A Firenze, nel weekend, saranno invece chiusi bar e ristoranti e vietato l’accesso ai cittadini in alcune piazze della città. - A Palermo l’ordinanza ha già disposto “fino al 3 dicembre il divieto di stazionamento per le persone, dal lunedì al venerdì dalle 16 e fino alle 22; sabato, domenica e festivi dalle 5 alle 22, nelle zone del centro di Palermo”. Misure identiche applicate anche a “spiagge, coste, aree verdi aperte al pubblico”.
- A Bologna vieta eventi e manifestazioni, comprese le esibizioni degli artisti di strada, in tutte le piazze e le vie del centro storico.
- A Verona sono in programma blocchi, controlli e accessi contingentati al centro storico, con il “senso unico per le strade pedonali”.
- A Bari si chiudono i parchi pubblici e lo skate-park.
Campania: da zona gialla a rossa
Il caso di Napoli è più complicato. Concessale la deroga fino al 15 novembre, la Campania potrebbe diventare zona arancione oppure rossa da lunedì ed il il sindaco di Napoli de Magistris sta già preparando misure più restrittive come il divieto di ingresso in città per chi è residente in altri Comuni. Conte si prepara e chiama l’esercito per sedare eventuali manifestazioni come quelle delle scorse settimane: “Siamo lo Stato - ha detto il premier - serve segnale forte”.
I contagi
Il comitato tecnico scientifico intanto parla di un leggero appiattimento della curva dei contagi. “La quota degli asintomatici - ha detto Brusaferro - rimane costante un po’ sotto il 50-60%. Quindi una parte importante rimane senza sintomi, altri con sintomatologia lieve. Anche la parte dei pazienti critici e severi è minoritaria, ma comunque anche numeri contenuti sono in grado di impattare sui criteri delle terapie intensive”.
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