KaffeeMaschine Moto Guzzi V7 Cafe Racer - Un lampo verde dal passato
Aumenta il numero delle “Macchine del Caffé” provenienti da Amburgo con una nuovissima racer verde. Axel Budde è proprio un intenditore, per aroma e tostatura.
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Fuoriserie
Caffè verde
In Germania se volete un caffè buono, vi consigliamo di cercarlo ad Amburgo, più precisamente da Axel Budde che dal suo garage KaffeeMaschine fa uscire sempre delle cafè racer prodigiose. Nella fattispecie il tedesco ha una predilezione per l’espresso italiano, quello all’aroma di Moto Guzzi. Ecco la sua ultima creatura, la KaffeMaschinee 18.
«Ho costruito questa moto per un cliente svedese che, grazie a Dio, mi ha portato una V7 Sport in pezzi. Non avrei mai avuto cuore a modificarne una originale e in buone condizioni»; già quando venne commercializzata, tra il 1971 e il 1974, la V7 Sport era la versione spinta e racer del modello, ora c’era da enfatizzare i caratteri aggressivi di quella moto, ovviamente secondo i crismi di Axel che di buon gusto se ne intende.
Come accade in una personalizzazione completa, è sempre bene partire dal cuore, cioè dal propulsore che in questo caso è stato completamente revisionato e ha guadagnato teste maggiorate, di 1000 centimetri cubi con doppia accensione, iniezione elettronica, un albero a gomiti bilanciato, camme sportive, una frizione più leggera e un impianto di scarico nuovo di zecca. In soldoni fanno 80 cavalli al posto dei 52 originali, dato che va accoppiato alla diminuzione di peso di quasi 40 kg dai 227kg iniziali. Insomma, un bel proiettile.
Il telaio stesso è stato modificato nella parte posteriore per poter installare nuove pedane.
Su una moto essenziale già dalla nascita, i dettagli da cambiare o aggiungere sono pochi: la ciclistica è stata sostanzialmente migliorata con due ammortizzatori Ikon al retrotreno e con più moderni componenti nella forcella; allo stesso modo il sistema di illuminazione classico è stato convertito in tecnologia a LED.
I nuovi cerchi a raggi in acciaio inox Morad calzano delle gomme old style Hidenau.
Anche la zona comandi è stata rinnovata grazie a uno strumento MotoGadget fissato su un supporto costruito su misura da Budde.
Cambiata anche la pelle della Guzzona, che ora è in alluminio, fatta a mano dal preparatore tedesco; il resto delle finiture sono un mix di parti costruite in casa da KaffeeMaschine e un riadattamento di quelle già presenti in origine, vedi i due parafanghi tagliati corti.
Finiamo col dire che il colore di questa V7 non è il classico verde utilizzato dalla casa di Mandello, ma un colore che Ford usava per alcuni suoi modelli e che secondo Axel Budde stava a pennello sulla KM18. Anche se non è il pantone originale, il proprietario se ne farà una ragione. Senza molti patemi, crediamo.
In Germania se volete un caffè buono, vi consigliamo di cercarlo ad Amburgo, più precisamente da Axel Budde che dal suo garage KaffeeMaschine fa uscire sempre delle cafè racer prodigiose. Nella fattispecie il tedesco ha una predilezione per l’espresso italiano, quello all’aroma di Moto Guzzi. Ecco la sua ultima creatura, la KaffeMaschinee 18.
«Ho costruito questa moto per un cliente svedese che, grazie a Dio, mi ha portato una V7 Sport in pezzi. Non avrei mai avuto cuore a modificarne una originale e in buone condizioni»; già quando venne commercializzata, tra il 1971 e il 1974, la V7 Sport era la versione spinta e racer del modello, ora c’era da enfatizzare i caratteri aggressivi di quella moto, ovviamente secondo i crismi di Axel che di buon gusto se ne intende.
Come accade in una personalizzazione completa, è sempre bene partire dal cuore, cioè dal propulsore che in questo caso è stato completamente revisionato e ha guadagnato teste maggiorate, di 1000 centimetri cubi con doppia accensione, iniezione elettronica, un albero a gomiti bilanciato, camme sportive, una frizione più leggera e un impianto di scarico nuovo di zecca. In soldoni fanno 80 cavalli al posto dei 52 originali, dato che va accoppiato alla diminuzione di peso di quasi 40 kg dai 227kg iniziali. Insomma, un bel proiettile.
Il telaio stesso è stato modificato nella parte posteriore per poter installare nuove pedane.
Su una moto essenziale già dalla nascita, i dettagli da cambiare o aggiungere sono pochi: la ciclistica è stata sostanzialmente migliorata con due ammortizzatori Ikon al retrotreno e con più moderni componenti nella forcella; allo stesso modo il sistema di illuminazione classico è stato convertito in tecnologia a LED.
I nuovi cerchi a raggi in acciaio inox Morad calzano delle gomme old style Hidenau.
Anche la zona comandi è stata rinnovata grazie a uno strumento MotoGadget fissato su un supporto costruito su misura da Budde.
Cambiata anche la pelle della Guzzona, che ora è in alluminio, fatta a mano dal preparatore tedesco; il resto delle finiture sono un mix di parti costruite in casa da KaffeeMaschine e un riadattamento di quelle già presenti in origine, vedi i due parafanghi tagliati corti.
Finiamo col dire che il colore di questa V7 non è il classico verde utilizzato dalla casa di Mandello, ma un colore che Ford usava per alcuni suoi modelli e che secondo Axel Budde stava a pennello sulla KM18. Anche se non è il pantone originale, il proprietario se ne farà una ragione. Senza molti patemi, crediamo.
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