I sette motori più longevi della storia delle moto
La tecnologia fa passi da gigante in tutti i settori, specialmente in quello delle moto, ma i motori, almeno nel loro principio base hanno tutti qualcosa in comune. Ecco sette unità storiche, tra le più resistenti e longeve del secolo scorso
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Nella storia delle moto ci sono alcuni motori che per scelte progettuali azzeccate e per la loro versatilità non hanno sentito lo scorrere del tempo, restando immuni al cambiamento tecnologico che divampava attorno a loro. Ecco i propulsori e le rispettive moto con più anni “sul groppone” dal punto di vista della presenza sul mercato.
Suzuki GSX-R750 1985-1992 (foto in alto)
Lanciata nel 1985, la GSX-R 750 nasce con un motore con raffreddamento misto ad aria ed olio (SACS) dotato di 106 CV di potenza erogati a 10.500 giri al minuto, ed un peso a secco di 179 kg. Questo motore, anche dopo l'introduzione nel 1992 del raffreddamento ad acqua venne utilizzato su molte altre Suzuki, a partire dalla famiglia GSX-F sia 600 sia 750, ma anche Bandit.
Triumph Speed Twin 1937-1988
Il bicilindrico parallelo della Speed Twin divenne la base di una gamma di modelli che durò per decenni. Nato inizialmente come 500, nel corso degli anni è aumentato fino a 650, poi a metà degli anni 70 arrivò a 750. Questo propulsore, soprattutto nella cilindrata mediana, 650 fu uno dei più equilibrati e divertenti mai prodotti dalla casa inglese fino alla sua chiusura, proprio nel 1988.
Honda CB125 1973, 2003
Il piccolo monocilindrico Honda è stato montato su tre modelli storici della produzione Honda, tutti dotati di fascino e di un discreto seguito commerciale. Prima arrivò la CB125, poi fu la volta delle XL dal sapore vagamente fuoristradistico. Era prodotto nella fabbrica italiana di Atessa per dar modo a Honda di vendere moto di piccola cilindrata sul nostro mercato, aggirando così i limiti all'importazione di moto di cilindrata fino a 350 che vigevano in italia negli anni 70 e 80. Questa unità è arrivata fino al 2003, montata sul modello CityFly.
Ducati Pantah 1980-2014
La moto progettata da Fabio Taglioni provedeva un motore desmo inizialmente previsto in cilindrata 500, poi cresciuto a 600 e infine 650. Lo stesso motore, però venne riadattato e ampliato per andare a collocarsi su modelli altrettanto storici come la 750F1, la 750SS e la 900SS, arrivando alla fine fino alla Monster 796/1100 uscita di listino lo scorso anno.
Yamaha XT660 Ténéré 1991-1999
La media crossover Yamaha aveva un motore monocilindrico raffreddato a liquido con cinque valvole. Purtroppo, questa unità, dotata di prestazioni favolose e un'erogazione pressoché perfetta, non riuscì a compensare il resto della moto , fatta con pezzi troppo economici per poter restare nel cuore degli appassionati.
Kawasaki Z750 ad aria 1979-2004
Derivata dal Z650 la 750 venne prodotta dal 1976 al 1989 in cinque versioni, normale (senza sigla finale) "L", "GT", "sport", "LTD" e "Turbo", tutte con avviamento elettrico... Il quattrocilindri montato su questa moto rappresentò un punto di svolta andando a diventare un “volano” per lo sviluppo delle naked moderne.
BMW R60 / 75/80/90/1000 1974-96
La sesta serie della serie R, presentata nel 1974 rappresentò la svolta moderna delle moto BMW. Il motore boxer salì da 500 a 600 cm3, per poi lievitare fino a 750 e 900. La successiva serie 7 replicò il successo della precedente tanto che la casa tedesca ampliò la gamma a tal punto da coprire quasi tutta la richiesta di mercato e il loro fascino (e la loro affidabilità), nonostante siano passati più di 40 anni, è rimasto invariato fino a i giorni nostri.
Suzuki GSX-R750 1985-1992 (foto in alto)
Lanciata nel 1985, la GSX-R 750 nasce con un motore con raffreddamento misto ad aria ed olio (SACS) dotato di 106 CV di potenza erogati a 10.500 giri al minuto, ed un peso a secco di 179 kg. Questo motore, anche dopo l'introduzione nel 1992 del raffreddamento ad acqua venne utilizzato su molte altre Suzuki, a partire dalla famiglia GSX-F sia 600 sia 750, ma anche Bandit.
Triumph Speed Twin 1937-1988
Il bicilindrico parallelo della Speed Twin divenne la base di una gamma di modelli che durò per decenni. Nato inizialmente come 500, nel corso degli anni è aumentato fino a 650, poi a metà degli anni 70 arrivò a 750. Questo propulsore, soprattutto nella cilindrata mediana, 650 fu uno dei più equilibrati e divertenti mai prodotti dalla casa inglese fino alla sua chiusura, proprio nel 1988.
Honda CB125 1973, 2003
Il piccolo monocilindrico Honda è stato montato su tre modelli storici della produzione Honda, tutti dotati di fascino e di un discreto seguito commerciale. Prima arrivò la CB125, poi fu la volta delle XL dal sapore vagamente fuoristradistico. Era prodotto nella fabbrica italiana di Atessa per dar modo a Honda di vendere moto di piccola cilindrata sul nostro mercato, aggirando così i limiti all'importazione di moto di cilindrata fino a 350 che vigevano in italia negli anni 70 e 80. Questa unità è arrivata fino al 2003, montata sul modello CityFly.
Ducati Pantah 1980-2014
La moto progettata da Fabio Taglioni provedeva un motore desmo inizialmente previsto in cilindrata 500, poi cresciuto a 600 e infine 650. Lo stesso motore, però venne riadattato e ampliato per andare a collocarsi su modelli altrettanto storici come la 750F1, la 750SS e la 900SS, arrivando alla fine fino alla Monster 796/1100 uscita di listino lo scorso anno.
Yamaha XT660 Ténéré 1991-1999
La media crossover Yamaha aveva un motore monocilindrico raffreddato a liquido con cinque valvole. Purtroppo, questa unità, dotata di prestazioni favolose e un'erogazione pressoché perfetta, non riuscì a compensare il resto della moto , fatta con pezzi troppo economici per poter restare nel cuore degli appassionati.
Kawasaki Z750 ad aria 1979-2004
Derivata dal Z650 la 750 venne prodotta dal 1976 al 1989 in cinque versioni, normale (senza sigla finale) "L", "GT", "sport", "LTD" e "Turbo", tutte con avviamento elettrico... Il quattrocilindri montato su questa moto rappresentò un punto di svolta andando a diventare un “volano” per lo sviluppo delle naked moderne.
BMW R60 / 75/80/90/1000 1974-96
La sesta serie della serie R, presentata nel 1974 rappresentò la svolta moderna delle moto BMW. Il motore boxer salì da 500 a 600 cm3, per poi lievitare fino a 750 e 900. La successiva serie 7 replicò il successo della precedente tanto che la casa tedesca ampliò la gamma a tal punto da coprire quasi tutta la richiesta di mercato e il loro fascino (e la loro affidabilità), nonostante siano passati più di 40 anni, è rimasto invariato fino a i giorni nostri.
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