Honda Super Cub: 10 cose che non sapete
Forte di oltre 100 milioni di modelli venduti in tutto il mondo e da poco disponibile anche in Italia, il Super Cub di Honda è senza dubbio tra i veicoli a motore più importanti della storia della casa giapponese. La sua storia è ricca di fatti e avvenimenti curiosi che forse non tutti conoscono. Eccone dieci davvero imperdibili
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10 fatti che non tutti conocono
Arrivato anche in Italia, il Super Cub di Honda è, con circa 100 milioni di esemplari prodotti, il veicolo a motore più venduto al mondo. Si tratta di un mezzo iconico che, anche nella sua ultima versione - ne parlavamo nel dettaglio qui - conserva moltissime delle caratteristiche vantate dal modello “originale”. Portandolo sui nostri mercati, Honda ha scelto di “condividerne” alcuni segreti e informazioni ai più sconosciute. Eccone 10.
1) Lo sviluppo di questo modello cominciò nel 1956, cioè 8 anni dopo la fondazione del marchio. Soichiro Honda e Takeo Fujisawa capirono che per il Giappone era necessario sviluppare qualcosa di diverso, che non fosse né propriamente una moto, né propriamente uno scooter. O forse entrambe le cose…
2) Due erano le caratteristiche imprescindibili che il motore avrebbe dovuto avere: almeno 4 cavalli (non male per l’epoca) ed essere un 4 tempi (Soichiro trovava fastidiosissimo il rumore acuto dei 2 tempi allora circolanti in Europa). Entrambi gli obbiettivi furono centrati: alla fine, il 50cm3 a quattro tempi arrivò alla potenza di 4,5 cavalli a 9.500 giri / min con, in più, un consumo di carburante decisamente inferiore rispetto a qualsiasi altro 2 tempi.
3) Ci furono 8 diverse versioni della frizione centrifuga. La frizione centrifuga semiautomatica era un concetto relativamente nuovo per le Honda dell'epoca. La sfida consisteva nel far sì che si innestasse e si disinnestasse in sincronia con i cambi di marcia. Non fu per nulla facile, ma la soluzione arrivò dall’intuizione di Akira Akima: una vite che convertiva la rotazione in direzione assiale.
4) La scelta delle ruote da 17 pollici dipendeva dall’altezza media della popolazione giapponese. All’epoca la maggior parte dei motorini aveva ruote da 24 o addirittura 26 pollici. Come una bicicletta, decisamente troppo, nel caso di uno scooter, per permettere al giapponese medio di montare in sella senza difficoltà.
5) Il Super Cub fu pubblicizzato anche su riviste femminili. Honda ruppe (sessant’anni fa!) il cliché moto - uomo. Per la prima volta e decisamente in anticipo sui tempi, la Casa nipponica iniziò a pubblicizzare lo scooter anche per ill pubblico femminile. Strategia di successo…
6) La forma della forcella è ispirata alle zampe di Bambi. Sembra incredibile ma è così: “stavo guardando una scena del film Disney in cui Bambi corre a tutta velocità - ha spiegato Kimura- ad un certo punto, allunga le zampe anteriori per fermarsi rapidamente e rimanere fermo. Quella scena mi è rimasta impressa nella mente e ho usato quell'immagine per creare la forma della forcella anteriore del Super Cub”.
7) La colorazione non è casuale. Kimura intendeva trovare una combinazione di colori in grado di mixare “morbidezza” e “lucentezza”. Per farlo, si fece ispirare da cielo e mare, due elementi particolarmente cari al popolo giapponese.
8) Quando nel 1957 fu terminato il primo Super Cub, Kimura soddisfatto gridò agli operai dell’assemblaggio che se ne sarebbero potuti vendere anche 30 mila! Quelli, considerando che la media per l’epoca era di 40mila, non sembrarono particolarmente entusiasti, così Kimura specificò: “Non 30 mila all’anno, ma al mese!”.
9) Un prestito negato. Alla fine degli anni Cinquanta Fujisawa-san sapeva bene che per farcela Honda avrebbe dovuto riscuotere il giusto successo negli Stati Uniti. Era anche convinto che bisognasse sviluppare una propria rete di vendita aprendo una sussidiaria interamente controllata negli USA. Per farlo, Honda chiese un prestito di 1 milione di dollari, ma la richiesta fu respinta dal Ministero delle Finanze giapponese, che le concesse solo 250.000 dollari. Kawashima - manager 39ennne di stanza negli USA - ne spese 100.000 per acquistare l'edificio al 4077 Pico Blvd di Los Angeles e, con meno di 30.000 gestì l’intera attività, chiedendo pure un prestito per acquistare un camion Chevy. Anche solo con un quarto dei fondi necessari, il successo di Honda non tardò…
10) Honda cercò inizialmente di sfondare negli Stati Uniti puntando su due modelli, il Dream e il Benly. In modo del tutto inaspettato, il maggior successo lo riscosse invece proprio il Super Cub, assai diverso dagli scooter utilizzati in America e, grazie al prezzo di soli 250 dollari, terribilmente conveniente!
1) Lo sviluppo di questo modello cominciò nel 1956, cioè 8 anni dopo la fondazione del marchio. Soichiro Honda e Takeo Fujisawa capirono che per il Giappone era necessario sviluppare qualcosa di diverso, che non fosse né propriamente una moto, né propriamente uno scooter. O forse entrambe le cose…
2) Due erano le caratteristiche imprescindibili che il motore avrebbe dovuto avere: almeno 4 cavalli (non male per l’epoca) ed essere un 4 tempi (Soichiro trovava fastidiosissimo il rumore acuto dei 2 tempi allora circolanti in Europa). Entrambi gli obbiettivi furono centrati: alla fine, il 50cm3 a quattro tempi arrivò alla potenza di 4,5 cavalli a 9.500 giri / min con, in più, un consumo di carburante decisamente inferiore rispetto a qualsiasi altro 2 tempi.
3) Ci furono 8 diverse versioni della frizione centrifuga. La frizione centrifuga semiautomatica era un concetto relativamente nuovo per le Honda dell'epoca. La sfida consisteva nel far sì che si innestasse e si disinnestasse in sincronia con i cambi di marcia. Non fu per nulla facile, ma la soluzione arrivò dall’intuizione di Akira Akima: una vite che convertiva la rotazione in direzione assiale.
4) La scelta delle ruote da 17 pollici dipendeva dall’altezza media della popolazione giapponese. All’epoca la maggior parte dei motorini aveva ruote da 24 o addirittura 26 pollici. Come una bicicletta, decisamente troppo, nel caso di uno scooter, per permettere al giapponese medio di montare in sella senza difficoltà.
5) Il Super Cub fu pubblicizzato anche su riviste femminili. Honda ruppe (sessant’anni fa!) il cliché moto - uomo. Per la prima volta e decisamente in anticipo sui tempi, la Casa nipponica iniziò a pubblicizzare lo scooter anche per ill pubblico femminile. Strategia di successo…
6) La forma della forcella è ispirata alle zampe di Bambi. Sembra incredibile ma è così: “stavo guardando una scena del film Disney in cui Bambi corre a tutta velocità - ha spiegato Kimura- ad un certo punto, allunga le zampe anteriori per fermarsi rapidamente e rimanere fermo. Quella scena mi è rimasta impressa nella mente e ho usato quell'immagine per creare la forma della forcella anteriore del Super Cub”.
7) La colorazione non è casuale. Kimura intendeva trovare una combinazione di colori in grado di mixare “morbidezza” e “lucentezza”. Per farlo, si fece ispirare da cielo e mare, due elementi particolarmente cari al popolo giapponese.
8) Quando nel 1957 fu terminato il primo Super Cub, Kimura soddisfatto gridò agli operai dell’assemblaggio che se ne sarebbero potuti vendere anche 30 mila! Quelli, considerando che la media per l’epoca era di 40mila, non sembrarono particolarmente entusiasti, così Kimura specificò: “Non 30 mila all’anno, ma al mese!”.
9) Un prestito negato. Alla fine degli anni Cinquanta Fujisawa-san sapeva bene che per farcela Honda avrebbe dovuto riscuotere il giusto successo negli Stati Uniti. Era anche convinto che bisognasse sviluppare una propria rete di vendita aprendo una sussidiaria interamente controllata negli USA. Per farlo, Honda chiese un prestito di 1 milione di dollari, ma la richiesta fu respinta dal Ministero delle Finanze giapponese, che le concesse solo 250.000 dollari. Kawashima - manager 39ennne di stanza negli USA - ne spese 100.000 per acquistare l'edificio al 4077 Pico Blvd di Los Angeles e, con meno di 30.000 gestì l’intera attività, chiedendo pure un prestito per acquistare un camion Chevy. Anche solo con un quarto dei fondi necessari, il successo di Honda non tardò…
10) Honda cercò inizialmente di sfondare negli Stati Uniti puntando su due modelli, il Dream e il Benly. In modo del tutto inaspettato, il maggior successo lo riscosse invece proprio il Super Cub, assai diverso dagli scooter utilizzati in America e, grazie al prezzo di soli 250 dollari, terribilmente conveniente!
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