Fuoristrada vietato? La FMI fa ricorso all'Avvocatura di Stato
La Federazione Motociclistica Italiana comunica con apposita nota il ricorso notificato all’Avvocatura Generale di Stato circa il divieto della viabilità forestale e silvo-pastorale al transito ordinario emanato con apposito decreto dal Ministero delle Politiche Agricole. Ecco il pomo della discordia
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Politica e trasporti
Fuoristrada sì o no?
Nonostante l’apposita nota diffusa dal Ministero al fine di chiarire la corretta interpretazione del testo, continua a far discutere l’ultimo Decreto emanato dalle Politiche Agricole in riferimento alla viabilità forestale e, quindi, anche all’attività fuoristradistica. Ma andiamo con ordine...
Ad una prima lettura (ve ne parlavamo nel detaglio qui) il decreto di cui sopra veniva compreso come un vero e proprio divieto alla circolazione in fuoristrada con qualsiasi mezzo. Cosa che, com’è facile intuire, ha sollevato non poche polemiche tra appassionati e “addetti ai lavori”. Da qui la nota del Ministero che, fornendo una più corretta interpretazione del testo, evidenziava l'assenza di qualsiasi "contraccolpo" sul tema della fruizione della viabilità forestale, rimarcando il ruolo giocato in materia dalle singole Regioni, incaricate di disciplinare le attività in fuoristrada. Una “spiegazione” che non è piaciuta alla Federazione Motociclistica Italiana, la quale, insieme ad ANCMA, ha avviato una serie di interlocuzioni con il mondo governativo e con quello parlamentare al fine di “sensibilizzare le istituzioni sul grave pregiudizio” arrecato con il decreto di cui sopra a tutte le attività legate al fuoristrada, siano queste amatoriali, agonistiche, turistiche o industriali.
“Nonostante la disponibilità dimostrata anche dai funzionari del Ministero dell'Agricoltura, primo firmatario del Decreto, che ha emanato un comunicato stampa ed una nota "rassicuranti" sul fatto che nulla cambierebbe rispetto al passato e che sarebbero comunque le regioni a dover decidere sul transito nei territori di rispettiva competenza - si legge nella nota diffusa dalla Federazione - la FMI ha ritenuto che, in carenza di un emendamento al testo del decreto oppure di una circolare esplicativa che possa costituire un orientamento certo per le regioni chiamate a legiferare sul loro territorio, fosse necessaria l'impugnazione del provvedimento. Auspichiamo pertanto che si possano dirimere quei profili di incostituzionalità del decreto, dati dalla mancanza di bilanciamento degli interessi in gioco e dalla necessità di garantire la libera circolazione, il diritto alla libera iniziativa economica e quello di svolgere attività sportiva e ricreativa”.
A margine, la Federazione sottolinea inoltre che, nel contempo, non sono stati comunque interrotti i colloqui istituzionali utili ad ottenere i chiarimenti ufficiali richiesti. Chiarimenti che, precisa ancora la FMI, “sono a nostro avviso necessari per continuare a garantire la possibilità di praticare le nostre discipline sportive in libertà ma sempre nel profondo rispetto del territorio”.
Ad una prima lettura (ve ne parlavamo nel detaglio qui) il decreto di cui sopra veniva compreso come un vero e proprio divieto alla circolazione in fuoristrada con qualsiasi mezzo. Cosa che, com’è facile intuire, ha sollevato non poche polemiche tra appassionati e “addetti ai lavori”. Da qui la nota del Ministero che, fornendo una più corretta interpretazione del testo, evidenziava l'assenza di qualsiasi "contraccolpo" sul tema della fruizione della viabilità forestale, rimarcando il ruolo giocato in materia dalle singole Regioni, incaricate di disciplinare le attività in fuoristrada. Una “spiegazione” che non è piaciuta alla Federazione Motociclistica Italiana, la quale, insieme ad ANCMA, ha avviato una serie di interlocuzioni con il mondo governativo e con quello parlamentare al fine di “sensibilizzare le istituzioni sul grave pregiudizio” arrecato con il decreto di cui sopra a tutte le attività legate al fuoristrada, siano queste amatoriali, agonistiche, turistiche o industriali.
“Nonostante la disponibilità dimostrata anche dai funzionari del Ministero dell'Agricoltura, primo firmatario del Decreto, che ha emanato un comunicato stampa ed una nota "rassicuranti" sul fatto che nulla cambierebbe rispetto al passato e che sarebbero comunque le regioni a dover decidere sul transito nei territori di rispettiva competenza - si legge nella nota diffusa dalla Federazione - la FMI ha ritenuto che, in carenza di un emendamento al testo del decreto oppure di una circolare esplicativa che possa costituire un orientamento certo per le regioni chiamate a legiferare sul loro territorio, fosse necessaria l'impugnazione del provvedimento. Auspichiamo pertanto che si possano dirimere quei profili di incostituzionalità del decreto, dati dalla mancanza di bilanciamento degli interessi in gioco e dalla necessità di garantire la libera circolazione, il diritto alla libera iniziativa economica e quello di svolgere attività sportiva e ricreativa”.
A margine, la Federazione sottolinea inoltre che, nel contempo, non sono stati comunque interrotti i colloqui istituzionali utili ad ottenere i chiarimenti ufficiali richiesti. Chiarimenti che, precisa ancora la FMI, “sono a nostro avviso necessari per continuare a garantire la possibilità di praticare le nostre discipline sportive in libertà ma sempre nel profondo rispetto del territorio”.
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