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Fase 3, spostamenti tra regioni: riapertura Lombardia a rischio. Scontro Sala - Sardegna

Quando e a quali condizioni ci si potrà spostare da una regione all’altra? Lo scontro è tra gli “aperturisti”, pronti ad accogliere i vacanzieri lombardi e del nord Italia e chi invece, come il presidente sardo Solinas, parla addirittura di passaporti sanitari che confermino la negatività al virus
Dove si va in vacanza?
Se da una parte si attende la riapertura delle frontiere europee (si parla del 15 giugno), dall’altra rimane ancora da risolvere la questione Regioni. Al momento, non è ancora chiaro quali  - e soprattutto a quali condizioni - riapriranno per turisti e vacanzieri, tutto dipenderà dagli indici epidemiologici.

Il presidente della Sardegna Christian Solinas sta  portando avanti l’ipotesi di passaporto sanitario, cioè di un certificato di negatività al virus da fare (a pagamento) per poter sbarcare sull’isola. Richiesto tanto ai vacanzieri del nord Italia quanto ai sardi di ritorno presso la propria regione, il documento - tra l’altro difficile da ottenere - ha già trovato la netta opposizione del Governo (Speranza l’ha definito qualcosa “che non esiste”), della quasi totalità degli altri governatori e pure dei sindaci, primo fra tutti quello di Milano. "Da cittadino prima ancora che da sindaco quando deciderò dove andare per un weekend o una vacanza mi ricorderò di chi mi ha chiesto il passaporto sanitario". “In materia di Coronavirus - ha prontamente risposto il presidente sardo - Sala dovrebbe usare la decenza del silenzio, dopo i suoi famigerati aperitivi pubblici in piena epidemia”.

Il battibecco è continuato in perfetto stile social con la replica di Sala: "Ho parlato a titolo personale, ma non tiro proprio indietro la mano: io non andrei in vacanza laddove fosse richiesto un test di negatività al virus. A parte il fatto che non è così semplice disporre di questi test, penso sia sbagliato discriminare gli italiani per regioni di appartenenza. Milano e la Lombardia saranno sempre terre di libertà e di accoglienza. Ci aspettiamo lo stesso dal resto del Paese"",
La faccenda riguarda l’Italia intera e non i soli Sala e Solinas. Una sponda alle posizioni della Regione Sardegna arriva dall'abruzzese Marco Marsilio e dal siciliano Nello Musumeci, entrambi favorevoli all’idea del passaporto sanitario ma evidentemente più cauti con dichiarazioni e sparate, mentre il sindaco di Napoli De Magistris non usa mezzi termini: “Se dovessi decidere adesso, a mio avviso, non ci sono le condizioni per consentire liberamente uno spostamento dalla Lombardia e dal Piemonte verso le altre regioni a meno che non si garantisca la previa acquisizione del tampone negativo."

Decisamente più “aperta” la Puglia, in attesa di conoscere dal Governo l’esigenza o meno di disporre una quarantena per persone provenienti dalle regioni, ma pienamente consapevole del disastro economico che un simile provvedimento potrebbe arrecare alla regione, da anni ormai tra le mete preferite dei vacanzieri italiani. Tra gli “aperturisti” convinti anche i governatori di  Marche e Umbria: Siamo pronti ad accogliere a braccia aperte i lombardi che, lo ricordo, rappresentano il turismo più importante in termini di numeri per la regione”, ha detto Ceriscioli dalle Marche, mentre Donatella Tesei ha espressamente rivolto un invito agli italiani “A venire in vacanza in Umbria.

Si allineano agli aperturisti anche Calabria, Lazio, Valle d’Aosta e Friuli Venezia Giulia, che per le riaperture - salvo interventi del Governo - non pongono alcuna condizione. Dello stesso avviso Luca Zaia e Giovanni Toti, pronti ad accogliere in Veneto e Liguria i numerosi lombardi che hanno casa al mare.  Più cauto ma sostanzialmente aperto anche il presidente della Toscana che, pur intenzionato a riaprire la Versilia ai tanti vacanzieri, chiede prudenza dal parte del governo, auspicando una riapertura solo a patto di indici di contagio uniformi. Rimangono invece in attesa dei report sanitari il Molise, la Basilicata, la Campania, l’Emilia-Romagna ed Piemonte, volenterose di accogliere ma “in sicurezza”. Soluzione “ibrida” invece per Trento e Bolzano che, impegnate con il braccio di ferro austriaco (i confini sono ancora sigillati), ventilano l’idea di “offrire ai turisti, su base volontaria, un test rapido gratuito”, specificando però che a decidere sarà il Governo e che da parte loro non verrà posta alcuna condizione.

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