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Dakar 2016, Lavigne: “Ci saranno molte trappole e sarà una gara dura”

Dakar news - Siamo ormai alla vigilia della 38esima edizione che ha dovuto fare a meno di Cile e Perù ma il percorso resta comunque impegnativo: i piloti dovranno affrontare tappe molto lunghe e faticose. Il direttore sportivo Lavigne ha spiegato: "Ci saranno più di 350 veicoli in gara, più di 9000 km da percorrere e le gare delle moto e delle auto saranno più aperte che mai"
Sorpresa Dakar!
La Dakar 2016 attraverserà Argentina e Bolivia, ma l'assenza del Cile e del Perù non significherà che il rally sarà più semplice. Il direttore Etienne Lavigne ha spiegato: “Sarà duro perché questa è da sempre la nostra filosofia. Quest'anno abbiamo iniziato a lavorare con Marc Coma e quando abbiamo dovuto fare i conti con la rinuncia del Cile e poi del Perù, abbiamo scelto un percorso interessante, di 9000 km di cui 5000 di speciale. Per questo credo fermamente che sarà una vera Dakar, con lo stesso spirito delle edizioni precedenti”. Certamente il recente addio del Perù ha posto una bella sfida: “È stato un contrattempo molto importante perché il percorso era già definito, ma lo abbiamo risolto. In un certo senso siamo abituati a queste cose, perché c'è nella cultura della Dakar la possibilità di incontrare problemi. In Africa, per esempio, sapevamo che la capacità di adattamento del nostro team di lavoro era fondamentale. Quest'anno, con molto entusiasmo, siamo riusciti a creare questa Dakar di 14 tappe, molto appassionante”. Il passaggio dall'Africa al Sud America è stato dovuto a questioni di sicurezza che non interessano i paesi del Sudamerica: “La sicurezza dell'evento è una priorità. Lavoriamo molto perché la gara sia sicura e perché sia sicuro il pubblico, ma quest'anno ovviamente possiamo contare con un sistema di sicurezza ancora superiore, sappiamo che le autorità di Argentina e Bolivia stanno lavorando per garantire la sicurezza dell'evento”. Quest'anno ci sono meno partecipanti e Lavigne ha dichiarato: “Per un team partecipare alla Dakar senza contare sugli sponsor del proprio paese e sulla stampa, è più complicato. Ci sono meno piloti cileni e peruviani, ma la crisi economica colpisce tutto il mondo e questo si è percepito. Nonostante tutto, la Dakar continua ad essere la sfida più grande del mondo dei rally con più di 350 veicoli in gara”. La gara delle moto farà a meno, per il primo anno, di Marc Coma passato da pilota a direttore sportivo della Dakar: “Per la prima volta in dieci anni sarà una gara molto aperta, ci sono molti piloti giovani, che non vedono l'ora di correre e daranno il massimo per vincere la Dakar. Mi aspetto una lotta molto dura con questo cambio generazionale. Anche nelle auto c'è un panorama simile e tra gli otto e dieci piloti che possono vincere il titolo”. Anche quest'anno, sicuramente, ci divertiremo con la Dakar: “Ci saranno sempre trappole, altrimenti non sarebbe la Dakar. Ci saranno tappe molto lunghe, tappe marathon, molte giornate da passare sulle dune, soprattutto nella seconda settimana. Inoltre ci sarà un meteo piuttosto diverso con pioggia e neve. Ci sono molti luoghi conosciuti e tradizionali della Dakar, ma abbiamo fatto il massimo per sorprendere i piloti”.
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