Dakar 2016, Barreda: “Sono abituato a correre a 2000 metri d'altezza”
Dakar news – Joan Barreda è il favorito di questa edizione, da tutti indicato come l'erede naturale di Marc Coma, lo spagnolo è pronto a raccogliere la sfida e, nonostante due infortuni nel 2015, si è preparato al meglio e spera solo di non commettere errori
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Il protagonista di questa Dakar 2016, nella categoria moto, potrebbe essere Joan Barreda che in sella alla Honda ufficiale proverà a vincere la sua prima Dakar. Alla vigilia della partenza lo spagnolo ha spiegato che il 2015 è stato un anno piuttosto complicato per lui: “L'estate scorsa ho avuto un infortunio serio e, per fortuna, ho potuto recuperare velocemente, ma nel Rally del Marocco ho rimediato un altro infortunio alla spalla e la situazione si era complicata”. Nonostante questi ostacoli, Joan ha lavorato per essere pronto alla Dakar: “Ho seguito un programma intenso con il fisioterapista e l'allenatore e ho fatto molti chilometri sulla moto. L'obiettivo era recuperare e preparare bene il fisico e in questo senso mi sento di aver fatto molto bene, spero di arrivare al 100%”. Nella Dakar i piloti dovranno fare i conti con l'altitudine e Barreda lo sa bene: “Non è un aspetto nuovo, ci stiamo lavorando da alcuni anni, per questo avevo deciso di andare a vivere ad Andorra. Vivere a 2.000 metri d'altezza è una condizione che mi ha aiutato, dato che nelle ultime edizioni della Dakar si è corso ad altezze molto elevate. Prima vivevo al livello del mare e le prime Dakar a cui ho partecipato le ho vissute male, ora sono migliorato anche perché ad Andorra mi alleno, scio, vado in bici, tutto a quell'altezza”. Joan punta chiaramente a vincere questa 38esima edizione: “Tre sono le cose importanti: essere veloce per vincere il rally, fare un rally senza errori e fare un rally intelligente gestendo bene le cose. È quello che ho fatto l'anno scorso, quando non ho potuto concludere il rally nella posizione che volevo per un problema meccanico, però ero soddisfatto del lavoro realizzato. Quest'anno sarà qualcosa di simile, ma avendo 5 anni di esperienza nella Dakar, avendo dovuto lottare giorno dopo giorno, lottando e lavorando con piloti al livello di Marc Coma e Cyril Despres, spero che tutto questo dia i suoi frutti”. Siamo già nel 2016 e Barreda ha le idee ben chiare su cosa chiedere a quest'anno: “Semplicemente che ci sia la salute, che alla fine è la cosa più importante. Questo è un sogno che ho da quando sono piccolo, ma sono molto soddisfatto di quello che comunque ho fatto finora e dove sono arrivato. Sono molto fortunato”.
Aggiornamento: il prologo di oggi è stato sospeso a causa di un gave incidente, qui la news e il video dello schianto.
Qui il risultato del prologo.
Il protagonista di questa Dakar 2016, nella categoria moto, potrebbe essere Joan Barreda che in sella alla Honda ufficiale proverà a vincere la sua prima Dakar. Alla vigilia della partenza lo spagnolo ha spiegato che il 2015 è stato un anno piuttosto complicato per lui: “L'estate scorsa ho avuto un infortunio serio e, per fortuna, ho potuto recuperare velocemente, ma nel Rally del Marocco ho rimediato un altro infortunio alla spalla e la situazione si era complicata”. Nonostante questi ostacoli, Joan ha lavorato per essere pronto alla Dakar: “Ho seguito un programma intenso con il fisioterapista e l'allenatore e ho fatto molti chilometri sulla moto. L'obiettivo era recuperare e preparare bene il fisico e in questo senso mi sento di aver fatto molto bene, spero di arrivare al 100%”. Nella Dakar i piloti dovranno fare i conti con l'altitudine e Barreda lo sa bene: “Non è un aspetto nuovo, ci stiamo lavorando da alcuni anni, per questo avevo deciso di andare a vivere ad Andorra. Vivere a 2.000 metri d'altezza è una condizione che mi ha aiutato, dato che nelle ultime edizioni della Dakar si è corso ad altezze molto elevate. Prima vivevo al livello del mare e le prime Dakar a cui ho partecipato le ho vissute male, ora sono migliorato anche perché ad Andorra mi alleno, scio, vado in bici, tutto a quell'altezza”. Joan punta chiaramente a vincere questa 38esima edizione: “Tre sono le cose importanti: essere veloce per vincere il rally, fare un rally senza errori e fare un rally intelligente gestendo bene le cose. È quello che ho fatto l'anno scorso, quando non ho potuto concludere il rally nella posizione che volevo per un problema meccanico, però ero soddisfatto del lavoro realizzato. Quest'anno sarà qualcosa di simile, ma avendo 5 anni di esperienza nella Dakar, avendo dovuto lottare giorno dopo giorno, lottando e lavorando con piloti al livello di Marc Coma e Cyril Despres, spero che tutto questo dia i suoi frutti”. Siamo già nel 2016 e Barreda ha le idee ben chiare su cosa chiedere a quest'anno: “Semplicemente che ci sia la salute, che alla fine è la cosa più importante. Questo è un sogno che ho da quando sono piccolo, ma sono molto soddisfatto di quello che comunque ho fatto finora e dove sono arrivato. Sono molto fortunato”.
Aggiornamento: il prologo di oggi è stato sospeso a causa di un gave incidente, qui la news e il video dello schianto.
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