Dakar 2015, Joan Barreda: “Con Honda voglio vincere”
Con una moto migliore rispetto alla passata edizione, Joan Barreda affronta la Dakar 2015 con maggiore fiducia. Il pilota Honda l'anno scorso è stato molto aggressivo, commettendo qualche errore di troppo, ma non vuole rinunciare al suo stile di guida. E quest'anno punta deciso alla vittoria, grazie anche alla tecnologia da MotoGP della sua CRF450 Rally
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Si punta alla vittoria
L'anno scorso, alla sua quarta Dakar, Joan Barreda ha iniziato alla grande, ma ha dovuto poi fare i conti con il suo stile un po' troppo sopra le righe che l'ha punito. Nonostante le cinque vittorie, infatti, ha terminato con un settimo posto che non ha soddisfatto le aspettative. Alla Dakar 2015 si presenterà con la nuova Honda CRF450 Rally e nulla sarà lasciato al caso. Barreda ha spiegato: “Abbiamo lavorato tutto l'anno per questo. Il 28 dicembre arriveremo a Buenos Aires, ma sarà solo un altro passo del cammino, dopo che li allenamenti si sono intensificati negli ultimi mesi per arrivare con una buona forma fisica”. Honda quest'anno ha lavorato molto per ottenere la vittoria, Joan è avvisato, ma non sente la pressione: “Sono più tranquillo, forse perché ci siamo applicati durante tutta la stagione. Siamo stati negli Stati Uniti, in Tunisia e Marocco per sviluppare la moto. Abbiamo tanta voglia di vincere. So che ho una bella responsabilità, ma non ho vinto la Dakar e non devo difendere il titolo”. La nuova moto è fatta su misura per lui, un punto a suo favore: “Dall'inizio ho detto agli ingegneri che volevo partecipare allo sviluppo. Abbiamo dedicato molto tempo a questo, regolato le mappature elettroniche e l'erogazione della potenza, ho fatto molti chilometri e la moto è venuta fuori bene”. Honda ha anche usato la tecnologia della MotoGP, un aiutino che magari potrebbe essere decisivo: “Hanno apportato la loro esperienza e la tecnologia e noi l'abbiamo sviluppata per adattarla alla Dakar. Dal primo giorno fino ad adesso non abbiamo avuto nessun problema meccanico”. Quest'anno sembra ci siano tutti i presupposti perché la casa dell'ala dorata faccia un figurone e Joan farà vedere quanto vale: “L'anno scorso si è vista la mia versione più aggressiva e mi ha penalizzato. Da un lato è il mio modo di essere e so che rischio di più, ma so che per vincere devo essere anche il più veloce”. L'obiettivo dello spagnolo è senza dubbio uno: “Vincere. L'anno scorso abbiamo avuto problemi con la benzina e avevamo cambiato il nostro piano: alzare il ritmo per indurre all'errore gli avversari. Oggi speriamo di non dover tornare su questa strategia”. L'uomo da battere sarà il vincitore in carica Marc Coma? Secondo lui sì: “Senza dubbio, Marc cerca a tutti i costi di essere competitivo ed alla fine è il riferimento. Quest'anno abbiamo potuto correre contro di lui e abbiamo avuto belle lotte. Faremo tutto il possibile per vincere. Sappiamo che non dobbiamo commettere errori, lavorare bene e stare concentrati per ottenere il risultato”. Joan Barreda è considerato il miglior esponente della nuova generazione dei dakariani, e questo ruolo non gli dispiace: “Hanno scelto me per il mio stile di guida e la mentalità da gara. Ho visto molti video dei grandi veterani, Cyril Despres e Marc Coma in particolare, e ho capito che loro vengono da una scuola più 'regolarista'. La mia impostazione è diversa, forse per la tecnologia che è evoluta o per come è cambiata la competizione”.
Chi avrà ragione? Lo vedremo tra qualche giorno...
L'anno scorso, alla sua quarta Dakar, Joan Barreda ha iniziato alla grande, ma ha dovuto poi fare i conti con il suo stile un po' troppo sopra le righe che l'ha punito. Nonostante le cinque vittorie, infatti, ha terminato con un settimo posto che non ha soddisfatto le aspettative. Alla Dakar 2015 si presenterà con la nuova Honda CRF450 Rally e nulla sarà lasciato al caso. Barreda ha spiegato: “Abbiamo lavorato tutto l'anno per questo. Il 28 dicembre arriveremo a Buenos Aires, ma sarà solo un altro passo del cammino, dopo che li allenamenti si sono intensificati negli ultimi mesi per arrivare con una buona forma fisica”. Honda quest'anno ha lavorato molto per ottenere la vittoria, Joan è avvisato, ma non sente la pressione: “Sono più tranquillo, forse perché ci siamo applicati durante tutta la stagione. Siamo stati negli Stati Uniti, in Tunisia e Marocco per sviluppare la moto. Abbiamo tanta voglia di vincere. So che ho una bella responsabilità, ma non ho vinto la Dakar e non devo difendere il titolo”. La nuova moto è fatta su misura per lui, un punto a suo favore: “Dall'inizio ho detto agli ingegneri che volevo partecipare allo sviluppo. Abbiamo dedicato molto tempo a questo, regolato le mappature elettroniche e l'erogazione della potenza, ho fatto molti chilometri e la moto è venuta fuori bene”. Honda ha anche usato la tecnologia della MotoGP, un aiutino che magari potrebbe essere decisivo: “Hanno apportato la loro esperienza e la tecnologia e noi l'abbiamo sviluppata per adattarla alla Dakar. Dal primo giorno fino ad adesso non abbiamo avuto nessun problema meccanico”. Quest'anno sembra ci siano tutti i presupposti perché la casa dell'ala dorata faccia un figurone e Joan farà vedere quanto vale: “L'anno scorso si è vista la mia versione più aggressiva e mi ha penalizzato. Da un lato è il mio modo di essere e so che rischio di più, ma so che per vincere devo essere anche il più veloce”. L'obiettivo dello spagnolo è senza dubbio uno: “Vincere. L'anno scorso abbiamo avuto problemi con la benzina e avevamo cambiato il nostro piano: alzare il ritmo per indurre all'errore gli avversari. Oggi speriamo di non dover tornare su questa strategia”. L'uomo da battere sarà il vincitore in carica Marc Coma? Secondo lui sì: “Senza dubbio, Marc cerca a tutti i costi di essere competitivo ed alla fine è il riferimento. Quest'anno abbiamo potuto correre contro di lui e abbiamo avuto belle lotte. Faremo tutto il possibile per vincere. Sappiamo che non dobbiamo commettere errori, lavorare bene e stare concentrati per ottenere il risultato”. Joan Barreda è considerato il miglior esponente della nuova generazione dei dakariani, e questo ruolo non gli dispiace: “Hanno scelto me per il mio stile di guida e la mentalità da gara. Ho visto molti video dei grandi veterani, Cyril Despres e Marc Coma in particolare, e ho capito che loro vengono da una scuola più 'regolarista'. La mia impostazione è diversa, forse per la tecnologia che è evoluta o per come è cambiata la competizione”.
Chi avrà ragione? Lo vedremo tra qualche giorno...
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