Con Roland Sands la BMW R 18 diventa Dragster
La R 18 realizzara da Roland Sands è ispirata alle gare di accelerazione. Non a caso l’esemplare si chiama R 18 Dragster, è un pezzo unico ed è uno di quelli che fanno girare la testa al loro passaggio: “Un motore che è così visibilmente il centro dell’attenzione, mi ha fatto subito pensare alle muscle car” ha spiegtol designer americano
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Fuoriserie
Dragster kustom
Probabilmente non avevate mai visto una BMW così e difficilmente ne vedrete un’altra. Si tratta della R 18 disegnata da Roland Sands, guru delle custom bike, che la ha trasformata in una moto ispirata alle gare di accelerazione. Non a caso l’esemplare si chiama R 18 Dragster, è un pezzo unico ed è uno di quelli che fanno girare la testa al loro passaggio.
«Un motore che è così visibilmente il centro dell’attenzione, mi ha fatto subito pensare alle muscle car – ha svelato il designer americano –. La mia famiglia è sempre stata legata al mondo delle prestazioni e mio padre era un pilota di dragster. Così ho pensato di spogliare la moto fino all’essenziale e trasformarla per andare veloce su una strip».
Il tutto applicato a una moto – la R 18 – che nella versione di serie si richiama fortemente alla tradizione nonostante sia stata lanciata all’inizio del 2020, con un motore la cui silhouette è ispirata a quella dei boxer raffreddati ad aria che spingevano le prime BMW nel 1923.
La R 18 si presta in modo particolare alle trasformazioni, grazie al fatto che la parte posteriore del telaio è facilmente removibile, così come è facile smantellare tutta la parte di carrozzeria. Esiste peraltro una gamma di pezzi aftermarket molto ampia, nella quale andare a pescare.
La squadra di Roland Sands ha lavorato tre mesi e mezzo per allestire questa special ed è intervenuta modificando profondamente il telaio, rimuovendo la sospensione posteriore e rendendolo rigido come richiesto per le gare di accelerazione. Sono stati modificati i parafanghi e c’è un nuovo fanale anteriore, ma soprattutto è stata adottata la alimentazione con il nitrossido di azoto e c’è un nuovo impianto di scarico a due megafoni in acciaio inossidabile, fabbricato a mano. Invece è stato mantenuto il serbatoio di serie della R 18, sono state prese la forcella della R nineT e l’impianto frenante della S 1000 RR, e la sella è stata ricavata modificandone una after market. Il risultato parla da solo.
Probabilmente non avevate mai visto una BMW così e difficilmente ne vedrete un’altra. Si tratta della R 18 disegnata da Roland Sands, guru delle custom bike, che la ha trasformata in una moto ispirata alle gare di accelerazione. Non a caso l’esemplare si chiama R 18 Dragster, è un pezzo unico ed è uno di quelli che fanno girare la testa al loro passaggio.
«Un motore che è così visibilmente il centro dell’attenzione, mi ha fatto subito pensare alle muscle car – ha svelato il designer americano –. La mia famiglia è sempre stata legata al mondo delle prestazioni e mio padre era un pilota di dragster. Così ho pensato di spogliare la moto fino all’essenziale e trasformarla per andare veloce su una strip».
Il tutto applicato a una moto – la R 18 – che nella versione di serie si richiama fortemente alla tradizione nonostante sia stata lanciata all’inizio del 2020, con un motore la cui silhouette è ispirata a quella dei boxer raffreddati ad aria che spingevano le prime BMW nel 1923.
La R 18 si presta in modo particolare alle trasformazioni, grazie al fatto che la parte posteriore del telaio è facilmente removibile, così come è facile smantellare tutta la parte di carrozzeria. Esiste peraltro una gamma di pezzi aftermarket molto ampia, nella quale andare a pescare.
La squadra di Roland Sands ha lavorato tre mesi e mezzo per allestire questa special ed è intervenuta modificando profondamente il telaio, rimuovendo la sospensione posteriore e rendendolo rigido come richiesto per le gare di accelerazione. Sono stati modificati i parafanghi e c’è un nuovo fanale anteriore, ma soprattutto è stata adottata la alimentazione con il nitrossido di azoto e c’è un nuovo impianto di scarico a due megafoni in acciaio inossidabile, fabbricato a mano. Invece è stato mantenuto il serbatoio di serie della R 18, sono state prese la forcella della R nineT e l’impianto frenante della S 1000 RR, e la sella è stata ricavata modificandone una after market. Il risultato parla da solo.
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