BMW brevetta le ali mobili: la nuova frontiera per l'aerodinamica
In SBK l’impiego di dispositivi aerodinamici mobili è permesso e, a quanto pare, la casa tedesca ci sta facendo molto più di un pensierino
I dispositivi aerodinamici migliorano sensibilmente il comportamento della motocicletta in velocità ma i loro effetti essenzialmente si avvertono quando il veicolo è in posizione verticale. Poter modificare la posizione delle ali a seconda dell’inclinazione darebbe grossi vantaggi nel grip in curva… eppure sistemi del genere in MotoGP, dove l’aerodinamica è spinta al massimo, non si vedranno mai.
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In MotoGP sono vietati
Infatti a questo riguardo i regolamenti tecnici della MotoGP sono molto chiari: l’impiego di dispositivi aerodinamici mobili è espressamente vietato e qualunque parte della carrozzeria deve essere fissata in modo tale che non sia possibile alcuna regolazione attiva, cioè non è permesso il cambiamento intenzionale di forma, orientamento o posizione. Il regolamento è perentorio: ”Qualsiasi parte della carrozzeria, quando montata sul veicolo in condizioni operative normali, deve avere una flessione non superiore a 10 mm in qualsiasi punto, quando venga applicato un carico verticale di 50 N nella direzione verso il basso con un penetratore sferico in acciaio con raggio di 20 mm”.
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Ma in SBK no
In Superbike però le regole sono diverse e l’aerodinamica attiva sarebbe legale, se fosse adottata già sul modello di produzione dal quale è derivata la moto da corsa. Le norme tecniche lo dicono chiaramente: “Per le parti aerodinamiche attive o dinamiche può essere utilizzato solo il meccanismo omologato di serie. L’intervallo di movimento deve essere lo stesso utilizzato dalla macchina stradale omologata nell’uso normale, non il massimo ottenibile”.
E BMW ci sta pensando
Al momento il problema non si pone perché nessun costruttore ha in gamma veicoli con l’aerodinamica attiva, ma potrebbe avvenire molto presto: già qualche tempo fa BMW aveva depositato il brevetto per un sistema aerodinamico concepito per creare deportanza in curva e ora ne ha richiesto un secondo che punta a raggiungere lo stesso risultato in un modo diverso. In sostanza, quando la moto viene incrinata le alette si spostano in modo da mantenere la stessa altezza rispetto al piano stradale. Il brevetto mira a coprire il principio di base e non scende nelle spiegazioni tecniche, ma non sarà molto difficile controllare la posizione dei dispositivi aerodinamici, impiegando le stesse piattaforme giroscopiche a più assi che già monitorano l’assetto della moto per intervenire sui vari dispositivi di assistenza alla guida.
Tutto questo non avverrà domani, perché prima bisognerà arrivare alla produzione di un modello di serie dotato di questo equipaggiamento e solo successivamente si potrà pensare alla Superbike. Ma la direzione presa sembra essere piuttosto chiara. Adesso tocca alle altre Case correre ai ripari.