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Benelli "rinuncia" al nuovo stabilimento produttivo in India

L’India punta sull’elettrico, annunciando piani per l’aumento di auto elettriche e divieti alla circolazione di moto a combustione interna di piccola cilindrata. Decisioni che hanno obbligato Benelli a ridimensionare i suoi piani d’espansione nel Sub Continente
Benelli e l'India
Partita alla conquista dell’India con 19 nuove concessionarie aperte da gennaio in 18 diverse città, Benelli - che già possiede un impianto vicino a Hyderabad per l’assemblaggio di moto destinate al mercato interno - si vede oggi costretta a ridimensionare, almeno in parte, i suoi ambiziosi piani nel Sub Continente. La Casa di Pesaro ha annunciato infatti la propria rinuncia ad aprire un nuovo impianto di produzione per le moto di piccola cilindrata: un progetto importante, sul quale Benelli contava parecchio e che avrebbe portato alla realizzazione di circa 200 mila nuovi veicoli e all’impiego di ben 400 addetti ma che, per forza di cose, viaggia in senso opposto alla direzione che il Governo indiano ha scelto di seguire. Che l’India, d’altra parte, puntasse molto sulla mobilità elettrica non è una novità: lo scorso anno, a Delhi  s’era fissato l’obbiettivo di portare la vendita di auto elettriche al 30% del totale entro il 2030 (piano che avrebbe trasversalmente coinvolto anche le due ruote, con KTM Industries AG e Bajaj Auto Ltd che avevano in proposito annunciato la creazione di una piattaforma elettrica da 48 Volt da impiagare sui mezzi dei due brand). Non solo: andando ben oltre, lo stesso governo indiano ha anche espresso il proprio orientamento favorevole a proibire - dal 2025 - la circolazione a tutte le moto con motore a combustione interna fino a 150cm3. Cioè proprio quelle che Benelli aveva intenzione di realizzare nel nuovo stabilimento. “Stavamo considerando l'opzione di costruire anche qui in India motociclette per il mercato di massa - ha spiegato Vikas Jhabakh, managing director di Benelli India - Tenuto conto dell'orientamento del governo, costruire un impianto non è più un'opzione praticabile perché questi investimenti necessitano tempi molto lunghi per venire ripagati. Molte di queste motociclette sarebbero state di cilindrata inferiore a 150cm3 e il governo ci ha fatto capire molto chiaramente che il futuro della mobilità sarà elettrico".
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