2hire, la start up da 6 milioni di euro
Una piccola impresa romana nata nel 2015 è riuscita a raccogliere investimenti milionari grazie a un dispositivo che consente la gestione da remoto dei veicoli in tempo reale. Una tecnologia indispensabile per l’emergente mobilità innovativa costituita dai servizi di condivisione e da altre soluzioni della Mobility as a service
Image
Green Planet
Il futuro della mobilità
Per comprendere il futuro della mobilità basta osservare la direzione degli investimenti nel settore. Le ingenti risorse riversate nella tecnologia a batterie dai costruttori di auto e moto indicano che i veicoli elettrici saranno i protagonisti dei prossimi anni, così come i crescenti fondi raccolti nei crowdfunding per e-bike e dispositivi della micromobilità rimarcano quali saranno i mezzi più richiesti nelle città di domani. La terza tendenza per il futuro riguarda la connessione dei veicoli con il mondo digitale, la cosiddetta IoT (internet of things), favorito dall’ascesa della tecnologia 5G. A crederci molto sono colossi come Bosch, Siemens e Vodafone, ma pure piccole realtà emergenti. E l’interesse verso questi ultimi è forse il maggiore segnale delle attese elevate in prospettiva futura. Lo dimostra la 2hire, una start up romana fondata nel 2015 da quattro giovani e supportata dall’acceleratore d’impresa Luiss EnLabs, che ha raccolto di recente 5,6 milioni di euro di finanziamenti. Importo che si aggiunge ai 600.000 euro incassati nel 2017 per sviluppare il prodotto che suscita tanto interesse. Si tratta di un dispositivo da applicare alla porta Obd standard presente in tutti i veicoli moderni per metterli in connessione con la rete per potere gestire i veicolo da remoto e in tempo reale. Il tutto con il supporto di un app per smartphone che trasforma il dispositivo in chiave digitale, tecnologia indispensabile per la gestione di alcuni settori emergenti, come le flotte aziendali, gli operatori del delivery e, soprattutto, dei servizi di sharing. L’adozione del dispositivo, poco più grande di una chiavetta Usb e di semplice installazione (richiede 30 secondi e ha tecnologia “plug and play”), consente diversi vantaggi, come il nolo di un’auto, di uno scooter, ma pure di un’e-bike o un monopattino, senza che il cliente passi da un ufficio a ritirare le chiavi e con la possibilità di monitorare da remoto tutte le operazioni effettuate dall’utente. Altri plus sono la semplificazione della gestione amministrativa, della manutenzione e della stessa sicurezza degli utilizzatori. Benefici che hanno già convinto i responsabili delle gestione delle flotte a installarlo su 10.000 veicoli in tutto il mondo. Un numero destinato, almeno secondo gli investitori, a crescere rapidamente con l’aumento previsto per i prossimi anni della mobilità innovativa, la cosiddetta MaaS (Mobility as a service). Un comparto che, secondo l’Accenture Mobility Report 2018, nel 2030 avrà un valore stimato di circa 3,4 trilioni di euro a livello globale.
Per comprendere il futuro della mobilità basta osservare la direzione degli investimenti nel settore. Le ingenti risorse riversate nella tecnologia a batterie dai costruttori di auto e moto indicano che i veicoli elettrici saranno i protagonisti dei prossimi anni, così come i crescenti fondi raccolti nei crowdfunding per e-bike e dispositivi della micromobilità rimarcano quali saranno i mezzi più richiesti nelle città di domani. La terza tendenza per il futuro riguarda la connessione dei veicoli con il mondo digitale, la cosiddetta IoT (internet of things), favorito dall’ascesa della tecnologia 5G. A crederci molto sono colossi come Bosch, Siemens e Vodafone, ma pure piccole realtà emergenti. E l’interesse verso questi ultimi è forse il maggiore segnale delle attese elevate in prospettiva futura. Lo dimostra la 2hire, una start up romana fondata nel 2015 da quattro giovani e supportata dall’acceleratore d’impresa Luiss EnLabs, che ha raccolto di recente 5,6 milioni di euro di finanziamenti. Importo che si aggiunge ai 600.000 euro incassati nel 2017 per sviluppare il prodotto che suscita tanto interesse. Si tratta di un dispositivo da applicare alla porta Obd standard presente in tutti i veicoli moderni per metterli in connessione con la rete per potere gestire i veicolo da remoto e in tempo reale. Il tutto con il supporto di un app per smartphone che trasforma il dispositivo in chiave digitale, tecnologia indispensabile per la gestione di alcuni settori emergenti, come le flotte aziendali, gli operatori del delivery e, soprattutto, dei servizi di sharing. L’adozione del dispositivo, poco più grande di una chiavetta Usb e di semplice installazione (richiede 30 secondi e ha tecnologia “plug and play”), consente diversi vantaggi, come il nolo di un’auto, di uno scooter, ma pure di un’e-bike o un monopattino, senza che il cliente passi da un ufficio a ritirare le chiavi e con la possibilità di monitorare da remoto tutte le operazioni effettuate dall’utente. Altri plus sono la semplificazione della gestione amministrativa, della manutenzione e della stessa sicurezza degli utilizzatori. Benefici che hanno già convinto i responsabili delle gestione delle flotte a installarlo su 10.000 veicoli in tutto il mondo. Un numero destinato, almeno secondo gli investitori, a crescere rapidamente con l’aumento previsto per i prossimi anni della mobilità innovativa, la cosiddetta MaaS (Mobility as a service). Un comparto che, secondo l’Accenture Mobility Report 2018, nel 2030 avrà un valore stimato di circa 3,4 trilioni di euro a livello globale.
Foto e immagini
Aggiungi un commento