Valentino Rossi secondo Drudi: “Un duro con passaggi di raffinata dolcezza”
MotoGP news - Valentino Rossi a fine anno appenderà il casco al chiodo e Aldo Drudi, il designer sempre al suo fianco per realizzare le idee più "folli", ha raccontato chi è per lui il Dottore: "Vale è un duro, un lusso che non ha mai potuto avere è quello di piangere"
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Braccio destro di Valentino Rossi da sempre chiamato a realizzare le sue idee, Aldo Drudi è il designer che lo ha accompagnato nella sua lunga carriera e che realizzerà anche l’ultimo casco speciale del Dottore. Intervistato da La Gazzetta dello Sport, Drudi ha dato una propria visione di come sarà il Mondiale senza Valentino: “Molti stanno ancora cercando di capire cosa sarà, ma per me molte cose sono già al limite. Parlo della gestione del Motomondiale, dell'impostazione delle dirette e di un'informazione che dovrebbe essere più formale, senza tante notizie urlate e poi magari smentite. Poi mi pare che siano trattati tutti come fenomeni, ma nessuno lo è davvero, e che tutti siano subito veloci senza saperne il perché. Sulla sicurezza, poi, siamo al limite: basta vedere cosa succede in Moto3, le vie di fuga delle piste o la velocità delle moto. Sono davvero necessarie le moto da 360 km/h? Capisco che il progresso avanza, ma così poi non ti basta più nulla e non si fissano più limiti”.
L'insegnamento più grande
Valentino ha deciso di dire addio alle moto prima del Gran Premio di Stiria e Drudi ha raccontato: “Il contesto non ha aiutato: per l'addio di Schwantz c'era una sala stampa in piedi ad applaudire per 5 minuti; per Valentino una stanzetta con quattro giornalisti e pochi altri... Speravo si commuovesse, ma lui le cose se le tiene dentro. Vale è un duro, un lusso che non ha mai potuto avere è quello di piangere: non glielo ho mai visto fare nonostante sia stato spesso a contatto con il dolore. Nell'annuncio ha scelto la sua solita difesa con il mondo rifugiandosi nella leggerezza e l'ha messa giù con la consueta levità”. Il più grande insegnamento ricevuto racconta: “La consapevolezza. Si è sempre preso le proprie responsabilità: non scaricava le cose sugli altri senza aver fatto prima autocritica. Sapeva che dalle sue decisioni scaturivano risultati importanti per molti e si regolava così”.
Se Valentino fosse un musicista o un pittore
Lui che l’ha conosciuto bene lo definisce così: “Un duro con passaggi di raffinata dolcezza, per quanto mi riguarda. Nell'ultima conferenza, poi, ho realizzato di aver avuto la fortuna di aver lavorato con un gigante. Come sportivo e come uomo”. E Se fosse stato un musicista sarebbe stato “un jazzista perché nel jazz devi conoscere tutti i dettagli delle musiche per poi fare il tuo numero e Valentino possiede la capacità di gestire tutto, sfoderando poi però quell'assolo che è solo opera tua”. Mentre se fosse stato un pittore: “Picasso: sapeva disegnare e dipingere in modo classico, ma fino a interpretare le figure quasi distruggendole. Quindi parliamo di un livello più alto. Per essere grandi, in fondo, si deve essere un po' pazzi”.
L'insegnamento più grande
Valentino ha deciso di dire addio alle moto prima del Gran Premio di Stiria e Drudi ha raccontato: “Il contesto non ha aiutato: per l'addio di Schwantz c'era una sala stampa in piedi ad applaudire per 5 minuti; per Valentino una stanzetta con quattro giornalisti e pochi altri... Speravo si commuovesse, ma lui le cose se le tiene dentro. Vale è un duro, un lusso che non ha mai potuto avere è quello di piangere: non glielo ho mai visto fare nonostante sia stato spesso a contatto con il dolore. Nell'annuncio ha scelto la sua solita difesa con il mondo rifugiandosi nella leggerezza e l'ha messa giù con la consueta levità”. Il più grande insegnamento ricevuto racconta: “La consapevolezza. Si è sempre preso le proprie responsabilità: non scaricava le cose sugli altri senza aver fatto prima autocritica. Sapeva che dalle sue decisioni scaturivano risultati importanti per molti e si regolava così”.
Se Valentino fosse un musicista o un pittore
Lui che l’ha conosciuto bene lo definisce così: “Un duro con passaggi di raffinata dolcezza, per quanto mi riguarda. Nell'ultima conferenza, poi, ho realizzato di aver avuto la fortuna di aver lavorato con un gigante. Come sportivo e come uomo”. E Se fosse stato un musicista sarebbe stato “un jazzista perché nel jazz devi conoscere tutti i dettagli delle musiche per poi fare il tuo numero e Valentino possiede la capacità di gestire tutto, sfoderando poi però quell'assolo che è solo opera tua”. Mentre se fosse stato un pittore: “Picasso: sapeva disegnare e dipingere in modo classico, ma fino a interpretare le figure quasi distruggendole. Quindi parliamo di un livello più alto. Per essere grandi, in fondo, si deve essere un po' pazzi”.
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