MotoGP Starting Grid: a Portimao Morbidelli cerca il secondo posto, Ducati il titolo costruttori
Il pilota italiano non può più raggiungere Mir, ma anche se la sfortuna gli ha tolto punti importanti, è il favorito per la seconda piazza. A Portimao il motomondiale non ha mai corso, ma la pista dell'Algarve promette spettacolo per quanto si è visto in superbike
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L'ultimo gran premio della stagione è alle porte e la MotoGP si prepara a debuttare a Portimao. Andiamo allora a scoprire - insieme al nostro Guido Sassi- le novità sulla MotoGP Starting Grid del gp del Portogallo.
La novità
Il motomondiale non ha mai corso a Portimao. Un'idea sulle potenzialità della pista portoghese ce la siamo fatta però sia durante il round del mondiale superbike, sia con la recente visita della Formula 1. In aggiunta anche la MotoGP ha fatto tappa al circuito dell'Algarve. Dorna ha infatti organizzato una sessione di test che si è tenuta il 6-7 ottobre, con i collaudatori sulle moto ufficiali e i piloti ufficiali su moto di serie.
La pista misura 4,6 chilometri, conta 15 curve, si percorre in senso orario e ha nei suoi saliscendi la peculiarità che le vale il soprannome di rollercoaster (montagne russe). È un tracciato veloce, il giro ufficiale più rapido di sempre appartiene a Johnny Rea in 1'40”372, alla media di 164,70 chilometri orari. Tra i prototipi del motomondiale il più rapido è stato Aleix Espargaro su Aprilia, con il tempo (ufficioso) di 1'40”170. In quanto a dati tutti hanno raccolto qualche informazione, con Ducati, Yamaha e Honda che hanno il vantaggio di potere aggiungere al proprio bagaglio tecnico anche le informazioni provenienti dalla sbk.
Che numeri
Joan Mir è campione del mondo, la matematica ha stabilito che nessuno potrà più raggiungerlo a prescindere da come finirà a Portimao. Il maiorchino ha vinto una sola gara nel corso della stagione, ma ha conquistato ben 7 podi e ha mancato i punti solo in 2 occasioni. Fabio Quartararo, che è stato il suo avversario più temibile fino a domenica, di successi ne ha firmati 3, ma nessun altro podio e nelle ultime 5 gare ha messo insieme la miseria di 17 punti.
Il percorso opposto, in termini di rendimento, lo ha fatto Franco Morbidelli, che domenica ha festeggiato la terza vittoria stagionale e che non è più in lotta per la corona esclusivamente per colpe non sue. Al gp di Andalucia ha rotto il motore quando era in lotta per il podio (16-20 punti), in Austria è rimasto invischiato nell'incidente con Zarco in una gara che nella peggiore delle ipotesi gli avrebbe permesso di raggranellare 5 o 6 punti. Gli stessi punti che avrebbe probabilmente aggiunto ai 7 del suo nono posto se Aleix Espargaro non lo avesse centrato alla Quercia nel secondo gp di Misano. Insomma, le 29 lunghezze che lo separano da Mir – o poco meno- sarebbero state coperte.
La sfida
Non se ne parla molto perché nel motomondiale conta relativamente, ma c'è ancora in palio un titolo costruttori, aperto più che mai. Suzuki e Ducati sono appaiate a 201 punti, quindi chi arriva prima al traguardo questa domenica porta a casa il campionato. A onor del vero ci sarebbe ancora in gioco anche Yamaha, ma i punti che separano Iwata dagli avversari sono 13: vorrebbe dire che una M1 dovrebbe vincere a Portimao con nessuna Ducati o Suzuki tra i primi quattro. È un risultato francamente improbabile, verificatosi quest'anno solo alla seconda gara di Jerez. Tra l'altro Yamaha ha perso quei punti per la vicenda delle valvole irregolari, situazione che ha contribuito in gran parte a tagliarla fuori dalla lotta iridata. Eppure la M1 rimane la moto di gran lunga più vincente di questa stagione, con 7 successi su 13 gare, mentre Ducati, Suzuki e Ktm ne hanno portate a casa appena due a testa.
Per Ducati si tratta di un'occasione da non perdere, un premio di consolazione che in una stagione tribolata come questa vale a ristabilire l'autostima del gruppo e a certificare che la Desmosedici non è poi moto tanto malvagia anche con queste gomme. In fondo proprio Jack Miller lo ha ribadito domenica, con un secondo posto che non si è trasformato in vittoria solo per l'abilità di Morbidelli a rispondere ai suoi attacchi. Inoltre bisogna sottolineare come Ducati ha portato a podio in questa stagione tutti i suoi piloti, con la sola eccezione di Tito Rabat.
Questa è storia
Se il circuito dell'Algarve ha aperto i battenti non prima del 2008 e in questi dodici anni ci ha corso solo la superbike, il motomondiale in Portogallo ha gareggiato dal 2000 al 2012 sulla pista dell'Estoril (nel 1987 e 1988 si corse a Jarama, vicino a Madrid, nonostante la denominazione gp del Portogallo). Valentino Rossi ha vinto 5 volte in terra portoghese, ma nel 2006 perse la gara su Toni Elias con il margine più risicato di sempre (alla pari con Brno 1996, tra Doohan e Criville): appena 2 millesimi. In quella gara accadde un po' di tutto, con Daniel Pedrosa reo di avere steso Nicky Hayden, fattò che causò un gran mal di testa in HRC e complicò non poco la corsa al titolo di Kentucky Kid. L'americano finì a -8 da Rossi in classifica, ma poi arrivò Valencia...
Hot Spot
Portimao è una pista che offre diversi punti di sorpasso, a iniziare proprio dalla potente staccata della curva 1, che giunge al termine del lungo rettilineo di partenza (970 metri). Ma il tracciato presenta anche diversi altri spot difficili, collocati in fondo a dislivelli altimetrici importanti: la curva 5 è particolarmente insidiosa, perché si trova sostanzialmente sul fondo di una grande buca. Da un lato la seconda curva a sinistra del tracciato invita al sorpasso, dall'altro abbiamo visto come, durante il weekend di superbike, non sono mancate le cadute. Anche la 11 è davvero spettacolare: ci si arriva da una curva cieca a destra, ci si butta giù in picchiata e le derivate di serie ci hanno fatto vedere bei sorpassi pure in quella sezione del tracciato.
La novità
Il motomondiale non ha mai corso a Portimao. Un'idea sulle potenzialità della pista portoghese ce la siamo fatta però sia durante il round del mondiale superbike, sia con la recente visita della Formula 1. In aggiunta anche la MotoGP ha fatto tappa al circuito dell'Algarve. Dorna ha infatti organizzato una sessione di test che si è tenuta il 6-7 ottobre, con i collaudatori sulle moto ufficiali e i piloti ufficiali su moto di serie.
La pista misura 4,6 chilometri, conta 15 curve, si percorre in senso orario e ha nei suoi saliscendi la peculiarità che le vale il soprannome di rollercoaster (montagne russe). È un tracciato veloce, il giro ufficiale più rapido di sempre appartiene a Johnny Rea in 1'40”372, alla media di 164,70 chilometri orari. Tra i prototipi del motomondiale il più rapido è stato Aleix Espargaro su Aprilia, con il tempo (ufficioso) di 1'40”170. In quanto a dati tutti hanno raccolto qualche informazione, con Ducati, Yamaha e Honda che hanno il vantaggio di potere aggiungere al proprio bagaglio tecnico anche le informazioni provenienti dalla sbk.
Che numeri
Joan Mir è campione del mondo, la matematica ha stabilito che nessuno potrà più raggiungerlo a prescindere da come finirà a Portimao. Il maiorchino ha vinto una sola gara nel corso della stagione, ma ha conquistato ben 7 podi e ha mancato i punti solo in 2 occasioni. Fabio Quartararo, che è stato il suo avversario più temibile fino a domenica, di successi ne ha firmati 3, ma nessun altro podio e nelle ultime 5 gare ha messo insieme la miseria di 17 punti.
Il percorso opposto, in termini di rendimento, lo ha fatto Franco Morbidelli, che domenica ha festeggiato la terza vittoria stagionale e che non è più in lotta per la corona esclusivamente per colpe non sue. Al gp di Andalucia ha rotto il motore quando era in lotta per il podio (16-20 punti), in Austria è rimasto invischiato nell'incidente con Zarco in una gara che nella peggiore delle ipotesi gli avrebbe permesso di raggranellare 5 o 6 punti. Gli stessi punti che avrebbe probabilmente aggiunto ai 7 del suo nono posto se Aleix Espargaro non lo avesse centrato alla Quercia nel secondo gp di Misano. Insomma, le 29 lunghezze che lo separano da Mir – o poco meno- sarebbero state coperte.
La sfida
Non se ne parla molto perché nel motomondiale conta relativamente, ma c'è ancora in palio un titolo costruttori, aperto più che mai. Suzuki e Ducati sono appaiate a 201 punti, quindi chi arriva prima al traguardo questa domenica porta a casa il campionato. A onor del vero ci sarebbe ancora in gioco anche Yamaha, ma i punti che separano Iwata dagli avversari sono 13: vorrebbe dire che una M1 dovrebbe vincere a Portimao con nessuna Ducati o Suzuki tra i primi quattro. È un risultato francamente improbabile, verificatosi quest'anno solo alla seconda gara di Jerez. Tra l'altro Yamaha ha perso quei punti per la vicenda delle valvole irregolari, situazione che ha contribuito in gran parte a tagliarla fuori dalla lotta iridata. Eppure la M1 rimane la moto di gran lunga più vincente di questa stagione, con 7 successi su 13 gare, mentre Ducati, Suzuki e Ktm ne hanno portate a casa appena due a testa.
Per Ducati si tratta di un'occasione da non perdere, un premio di consolazione che in una stagione tribolata come questa vale a ristabilire l'autostima del gruppo e a certificare che la Desmosedici non è poi moto tanto malvagia anche con queste gomme. In fondo proprio Jack Miller lo ha ribadito domenica, con un secondo posto che non si è trasformato in vittoria solo per l'abilità di Morbidelli a rispondere ai suoi attacchi. Inoltre bisogna sottolineare come Ducati ha portato a podio in questa stagione tutti i suoi piloti, con la sola eccezione di Tito Rabat.
Questa è storia
Se il circuito dell'Algarve ha aperto i battenti non prima del 2008 e in questi dodici anni ci ha corso solo la superbike, il motomondiale in Portogallo ha gareggiato dal 2000 al 2012 sulla pista dell'Estoril (nel 1987 e 1988 si corse a Jarama, vicino a Madrid, nonostante la denominazione gp del Portogallo). Valentino Rossi ha vinto 5 volte in terra portoghese, ma nel 2006 perse la gara su Toni Elias con il margine più risicato di sempre (alla pari con Brno 1996, tra Doohan e Criville): appena 2 millesimi. In quella gara accadde un po' di tutto, con Daniel Pedrosa reo di avere steso Nicky Hayden, fattò che causò un gran mal di testa in HRC e complicò non poco la corsa al titolo di Kentucky Kid. L'americano finì a -8 da Rossi in classifica, ma poi arrivò Valencia...
Hot Spot
Portimao è una pista che offre diversi punti di sorpasso, a iniziare proprio dalla potente staccata della curva 1, che giunge al termine del lungo rettilineo di partenza (970 metri). Ma il tracciato presenta anche diversi altri spot difficili, collocati in fondo a dislivelli altimetrici importanti: la curva 5 è particolarmente insidiosa, perché si trova sostanzialmente sul fondo di una grande buca. Da un lato la seconda curva a sinistra del tracciato invita al sorpasso, dall'altro abbiamo visto come, durante il weekend di superbike, non sono mancate le cadute. Anche la 11 è davvero spettacolare: ci si arriva da una curva cieca a destra, ci si butta giù in picchiata e le derivate di serie ci hanno fatto vedere bei sorpassi pure in quella sezione del tracciato.
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