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MotoGP Starting Grid: Bagnaia e Bastianini, attenti! Quartararo terzo incomodo in Giappone

I due ducatisti stanno animando il mondiale, ma il francese della Yamaha è sempre velocissimo, al netto degli errori. Motegi sarà una grande incognita: nessuno ci gira da due anni e il meteo proette acqua
La MotoGP entra nella seconda settimana dei tre weekend consecutivi di gare: si vola dalla Spagna al Giappone, per il gran premio che si correrà a Motegi in questo fine settimana, prima della trasferta tailandese. Andiamo allora a vedere le novità sulla griglia di partenza insieme al nostro Guido Sassi in MotoGP Starting Grid.

Cosa succede
Un viaggio intercontinentale come quello calendarizzato da Dorna per questo round obbliga i team a una vera e propria corsa contro il tempo per essere nei box con le moto pronte all'inizio delle prove. In questa occasione lo schedule era così compresso che si è dovuto addirittura rivedere il format delle prove, con una sessione in meno di libere. La MotoGP sarà in pista alle 8.05 di venerdì mattina (ora italiana, le 15.05 locali), e la sessione durerà un'ora e un quarto per recuperare il tempo perso al mattino. Poi si riprenderà il sabato mattina (ore 3.50 italiane) con un turno della durata canonica di 45', quindi ci saranno le qualifiche (dalle 8.05).
Il problema è che il meteo è pessimo, per lo meno per le giornate di venerdì e sabato: la gara di domenica sembra – al momento- invece salva. Quanto riusciranno a girare davvero i piloti prima del gran premio? Ma, soprattutto, c'è il rischio molto concreto che tutti arriveranno alla gara con un solo turno asciutto di prove a disposizione, il warm up della domenica mattina. Ci sarà poco tempo per lavorare sul set up, e bisognerà farsi andare bene le prime soluzioni trovate, tra l'altro in un circuito dove non si gira da prima della pandemia.

Che numeri
3 titoli mondiali consecutivi, quello 2022 conquistato addirittura con 5 gare di anticipo sulla fine della stagione. Ducati è padrona della scena tecnica della MotoGP: 10 vittorie in 15 gare e anche ad Aragon i piloti di Borgo Panigale hanno fatto il bello e cattivo tempo. Bagnaia ha centrato la pole con record del circuito, Bastianini ha vinto, Marini ha segnato il giro veloce in gara, anche in questo caso con primato annesso. Che siano del team ufficiale o clienti, 2021 o 2022, le Desmosedici volano, pure sulle piste dove fino a due anni fa faticavano ad andare a podio (vedi Aragon).
Basterà per vincere il titolo piloti? Niente affatto, perché Quartararo è tutt'altro che in crisi e al momento rimane comunque in testa al mondiale con 10 punti di vantaggio su Bagnaia.

La sfida
Il francese ha raccolto solo 39 punti nelle ultime 5 gare, ma in Austria ha fatto secondo in rimonta e in Gran Bretagna sarebbe stato nel gruppo dei migliori se non avesse dovuto scontare il long lap penalty. Ad Assen si è autolimitato con la caduta, come ad Aragon, altrimenti staremmo parlando di un mondiale molto meno aperto. Certo, gli errori vanno messi in conto, ma Fabio ha le potenzialità per infilare nuovamente un weekend da vittoria o giù di lì alla prima occasione utile.
Il calendario sembra garantire il massimo equilibrio da qua a fine anno: Motegi è una pista che per qualche verso può richiamare Spielberg (grandi accelerazioni e frenate), ma non è detto che Ducati ne debba trarre chissà quale vantaggio. Thailandia e Malesia presentano grosso modo caratteristiche simili, e Valencia invece è tradizionalmente una pista buona per Yamaha. Sarà un finale di stagione tutt'altro che scontato.

Questa è storia
Una delle gare più belle a Motegi - negli ultimi anni- è stata senza dubbio quella del 2017, con il duello tra Dovizioso e Marquez in mezzo al diluvio universale. Dopo una prima fase di gara combattuta, con Danilo Petrucci terzo incomodo, la battaglia si era concentrata tra i due pretendenti al titolo, che all'ultimo giro si erano passati e risorpassati. Ma fu l'ultima curva a decidere tutto, con Marc entrato alla garibaldina e Andrea bravo a incrociare. Dovi vinse il gran premio e tenne aperto il mondiale, anche se poi il titolo andò ancora una volta a Marquez.

Hot spot
Rimanendo a Motegi, il Twin Ring è una pista divertente, con alcune frenate decise che mettono in risalto le doti degli staccatori. È così alla curva 1, in fondo al rettilineo, che però offre una pronta replica subito alla 3. Più funzionale, ai fini di guadagnare posizioni, un attacco alla 11, che arriva in fondo al lungo rettilineo di ritorno (762 metri), o alla 13, ma in questo caso bisogna fare bene i calcoli, per non sacrificare troppo l'ingresso alla 14, che chiude la chicane, e trovarsi con poca accelerazione sul rettilineo di partenza: soprattutto all'ultimo giro!
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