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MotoGP Starting Grid: Bagnaia cerca il tris nella tana di Marquez

Il ducatista va ad Austin per puntare a un'altra vittoria su una delle piste preferite di Marc. Quartararo comanda la classifica mondiale con 48 punti di vantaggio su Pecco, ma questa Desmosedici può fare bene dappertutto
Il motomondiale si avvia alla sua conclusione con le ultime 4 gare dell'anno: da venerdì i piloti saranno in pista ad Austin, Texas, per il gp delle Americhe. Andiamo allora a scoprire le novità in griglia su uno dei circuiti meno conosciuti del calendario, insieme al nostro Guido Sassi.

La novità
In fondo, la vera novità di questo weekend è la gara stessa, perché ad Austin l'anno scorso non si è disputato il gran premio e nessun team va mai a provare negli Stati Uniti, per via dei costi e della lunghezza della trasferta. Il circuito delle Americhe è perciò una pista che può offrire qualche incognita in più rispetto ad altre, in termini di risposta delle gomme, a cui dobbiamo aggiungere i timori sulle condizioni dell'asfalto, su un tracciato dove corre anche la Formula 1 (nemmeno il Circus tuttavia nelle ultime due stagioni ha fatto tappa in Texas).

Che numeri
Pecco Bagnaia ha messo insieme un back to back di vittorie tra Aragon e Misano: le ultime due vittorie azzurre consecutive erano state firmate da Andrea Dovizioso nel 2017, motivo in più per rallegrarci di un successo che rilancia le ambizioni del nostro motociclismo. Il pilota torinese ha un curriculum solido: ha vinto almeno due gare in tutte le classi del motomondiale, nel 2018 ha conquistato il mondiale Moto2 con ben 8 gran primi posti. Il bello viene ora: dei ducatisti vittoriosi, solo Stoner, Capirossi, Dovizioso e Lorenzo hanno ottenuto più di due affermazioni in sella alla rossa di Borgo Panigale. Francesco più volte in queste ultime due settimane ha sottolineato l'armonia che c'è dentro il team, dividendo con la squadra i meriti di questo doppio successo. Sembra proprio l'inizio di una bella storia e non è da escludere che Pecco possa riuscire laddove Capirex e DesmoDovi hanno mancato, vale a dire nella conquista di un titolo mondiale.

La sfida
Per riuscirci subito, il 24enne uscito dalla Academy di Valentino Rossi dovrà recuperare 48 punti su Fabio Quartararo quando ne sono rimasti solo 100 da assegnare: è un'enormità, anche perché il francese fino a oggi deve ancora marcare un passaggio a vuoto. Se El Diablo arrivasse sempre a podio in queste ultimo poker di gran premi potrebbe anche permettersi il lusso di lasciarli vincere tutti a Pecco. Insomma, all'italiano conviene pensare gara per gara, a cominciare da quella di Austin, che per Ducati è un po' una bestia nera: solo 4 podi in totale, ma Yamaha con 6 non è arrivata tanto più lontano. La ragione? Austin è storicamente una pista che dice bene a Honda, e soprattutto a Marc Marquez.

Questa è storia
A riguardo è impossibile dimenticare la caduta dell'otto volte campione del mondo a Austin nel 2019, quando era in testa, avviato a conquistare la settima vittoria su sette edizioni disputate. Ma qualcosa andò storto all'ingresso della 12, quando pare che il freno motore della sua Honda sia entrato in modo troppo brusco, propiziando una repentina perdita di aderenza. Vinse Alex Rins, che fregò Valentino Rossi in un finale di gara da alto livello di adrenalina.

Hot spot
La pista di Austin è lunga ben 5.5 chilometri e presenta addirittura 20 curve: nessun altro tracciato del mondiale è così complesso da memorizzare, la sezione larga inoltre permette interpretazioni diverse anche di alcune delle stesse curve. I principali punti di sorpasso comunque sono due: in fondo al rettilineo principale, sul salitone che porta alla curva 1, e in fondo al dritto di 1.2 chilometri che conduce alla 12. Quest'ultima curva è a destra e avvantaggia le moto che hanno grande cavalleria e buona accelerazione. Prima dell'allungo si arriva infatti da un tornantino e se si pensa che nei 300 metri di frenata della 12 si decelera da 337 chilometri orari di punta massima, è facile capire che sul rettilineo le MotoGP affrontano quasi una gara di “dragster”.
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