MotoGP, Jarvis: “Se Valentino Rossi non avesse tirato in ballo Marquez, avrebbe vinto il titolo 2015”
MotoGP news – Ancora tre gare e poi si chiuderà definitivamente l'era di Valentino Rossi nel Motmondiale. Il Dottore ha segnato profondamente la storia di Yamaha in MotoGP, e Lin Jarvis, managing director della Casa di Iwata, ha raccontato alcuni retroscena di questa avventura
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Momenti indimenticabili
La storia tra Yamaha e Valentino Rossi iniziò nel 2004, quando il pesarese decise di lasciare Honda per Yamaha che stava vivendo un momento decisamente molto difficile. Lin Jarvis, intervistato dalla rivista 'Bike Magazine', ha ricordato della prima riunione avvenuta in Clinica Mobile “In quel momento ci confermò che veniva con noi. Gli chiesi se fosse sicuro, e lui me lo confermò. È stato un momento memorabile. Molte persone dicevano che ingaggiare Valentino era un rischio e lo era. Ma quando abbiamo vinto la prima gara ci siamo resi conto che tutto era possibile. Vincere il titolo 2004 a Phillip Island è stato un altro momento magico”.
Il ritorno di fiamma
Poi è iniziata l’era di Jorge Lorenzo e Valentino Rossi come compagni di squadra, ed è stata tutt’altro che semplice: “Firmammo con Lorenzo perché pensavamo che Valentino sarebbe andato in Formula 1, e avevamo bisogno di un suo successore. Vale non era d’accordo perché lui era il numero uno della squadra e da allora iniziarono i problemi. Nel 2010 mi disse: “O Lorenzo o io”. Questa proposta era inaccettabile. La relazione da lì cominciò a deteriorarsi”. Dopo il capitolo Ducati del Dottore, però, le due parti rientrarono in contatto: “Andai nella sua casa a Tavullia. Discutemmo con passione e tensione. È stato un momento speciale e lui è tornato con un atteggiamento diverso, più modesto e riconoscente”.
"È stata una delle sfide più grandi"
Si riformò così la coppia Rossi-Lorenzo: “È stata una delle sfide più grandi. Devi controllare il tuo ego per evitare di entrare in guerra quando non sei d'accordo su qualcosa. Ti mordi il labbro e parli di meno. Cerchi di educare i tuoi piloti in modo che capiscano che hanno un contratto con il marchio, per questo non devono esagerare e dire cose negative sulla squadra”. E sulla stagione 2015 ha ammesso: “Continuo a pensare che se Valentino non avesse chiamato in causa Marc Márquez dopo la gara di Phillip Island, avrebbe vinto il Mondiale. La MotoGP ha poi iniziato a essere come il calcio, con tifosi che insultavano i piloti. Questo ha cambiato la MotoGP per sempre. Lo sport che amiamo è stato avvelenato”.
La storia tra Yamaha e Valentino Rossi iniziò nel 2004, quando il pesarese decise di lasciare Honda per Yamaha che stava vivendo un momento decisamente molto difficile. Lin Jarvis, intervistato dalla rivista 'Bike Magazine', ha ricordato della prima riunione avvenuta in Clinica Mobile “In quel momento ci confermò che veniva con noi. Gli chiesi se fosse sicuro, e lui me lo confermò. È stato un momento memorabile. Molte persone dicevano che ingaggiare Valentino era un rischio e lo era. Ma quando abbiamo vinto la prima gara ci siamo resi conto che tutto era possibile. Vincere il titolo 2004 a Phillip Island è stato un altro momento magico”.
Il ritorno di fiamma
Poi è iniziata l’era di Jorge Lorenzo e Valentino Rossi come compagni di squadra, ed è stata tutt’altro che semplice: “Firmammo con Lorenzo perché pensavamo che Valentino sarebbe andato in Formula 1, e avevamo bisogno di un suo successore. Vale non era d’accordo perché lui era il numero uno della squadra e da allora iniziarono i problemi. Nel 2010 mi disse: “O Lorenzo o io”. Questa proposta era inaccettabile. La relazione da lì cominciò a deteriorarsi”. Dopo il capitolo Ducati del Dottore, però, le due parti rientrarono in contatto: “Andai nella sua casa a Tavullia. Discutemmo con passione e tensione. È stato un momento speciale e lui è tornato con un atteggiamento diverso, più modesto e riconoscente”.
"È stata una delle sfide più grandi"
Si riformò così la coppia Rossi-Lorenzo: “È stata una delle sfide più grandi. Devi controllare il tuo ego per evitare di entrare in guerra quando non sei d'accordo su qualcosa. Ti mordi il labbro e parli di meno. Cerchi di educare i tuoi piloti in modo che capiscano che hanno un contratto con il marchio, per questo non devono esagerare e dire cose negative sulla squadra”. E sulla stagione 2015 ha ammesso: “Continuo a pensare che se Valentino non avesse chiamato in causa Marc Márquez dopo la gara di Phillip Island, avrebbe vinto il Mondiale. La MotoGP ha poi iniziato a essere come il calcio, con tifosi che insultavano i piloti. Questo ha cambiato la MotoGP per sempre. Lo sport che amiamo è stato avvelenato”.
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