MotoGP - Max Biaggi: “Io e Valentino Rossi due cretini a farci la guerra"
L'età porta consiglio... e il campione romano, ripensando ai duelli fuori dalla pista con Valentino Rossi, ammette che forse per entrambi sarebbe stato meglio chiarirsi a quattr'occhi
Colpo di fulmine per le moto
Oggi i piloti iniziano da giovanissimi ma non è sempre stato così, Max Biaggi, per esempio, fece la sua prima esperienza con le moto nel 1989 a 18 anni. Il “Corsaro” si è raccontato così a Sky Sport: “È stato un colpo di fulmine. Fino a quel momento delle moto non sapevo nulla, non mi erano mai interessate, non sono nato nella terra dei motori, non conoscevo niente di piloti, corse, marche. Neanche mai sentito il nome di Giacomo Agostini, non avevo idea che esistesse... Pensa tu com'ero messo! Buio totale! Eppure quel pomeriggio al bar Andrea Doria quando è arrivato il mio amico Daniele in sella ad una fantastica, elegante, bellissima Yamaha TZ 250 con un casco rosso e la tuta... mi sono innamorato! Se quel giorno a quell'ora non mi fossi trovato in quel posto chissà cosa avrei fatto nella mia vita. Era destino, una favola scritta da uno scrittore visionario, matto che mai e poi mai avrei immaginato di vivere”.
Il rapporto con Rossi e quello con la vittoria
Così è cominciata un’avventura straordinaria, che ha portato a 4 titoli consecutivi in 250 (dal 1994 al 1997, tre con Aprilia e uno con Honda, unico a riuscirci con due Case diverse) e due in Superbike. Se guarda agli avversari più duri racconta: “Il primo anno in 250 direi Cadalora, poi Harada e quindi in 500 Doohan e Rossi. In SBK i due Troy, Corser e Bayliss”. Con Rossi c’è stato un rapporto piuttosto turbolento: “Iniziò tutto quando gli dissi ‘Quando parli di me, prima sciacquati la bocca’ dopo che lui aveva detto ‘Meglio un giorno da Rossi che cento da Biaggi'. Insomma ad un'azione corrisponde una reazione. Da lì in poi è stato uno sguazzarci soprattutto dei giornalisti, anche se ammetto che un po' vi abbiamo aiutati... Adesso però penso che siamo stati due cretini a farci la guerra tramite stampa anziché chiarirci a quattrocchi come avremmo potuto fare”.
Se tornasse indietro, cambierebbe una cosa: “Non sono mai riuscito a godermi del tutto le mie vittorie, i momenti. Mi limitavo ad un 80-85% senza mai lasciarmi andare al massimo, in modo totale. Vincevo, ma pensavo già a cosa fare per vincere la gara successiva, conquistavo un titolo ed ero già impegnato nel campionato successivo. Ecco, avrei dovuto lasciarmi andare un po' di più. Ma era anche una conseguenza del mio fare tutto da solo senza manager e aiuti simili”.
Le nuove imprese: a 470 km/h con la Voxan elettrica
Negli ultimi anni ha anche assaggiato i 470 km/h con la Voxan elettrica della Venturi Automobiles. Qualcosa di unico e irripetibile: “Abbiamo usato un motore Mercedes da 475 cavalli. Prima le cose andavano bene, ma non benissimo, poi da un anno all'altro abbiamo migliorato di 100 orari, da 340/350 a oltre 400... E allora abbiamo capito che avremmo potuto fare un record fantastico. Nel 2020 siamo arrivati a 408 km/h, nel 2021 fino a 470 su una pista del Kennedy Space Center in Florida. È una sensazione impossibile da descrivere a parole. All'inizio i numeri scorrono via velocissimi, poi quando arrivi a 445-450 km/h aumentano con una lentezza esasperante fino a toccare quella velocità assurda, una cosa senza senso, incredibile. E fatta con ruote da 17”, quelle di una MotoGP, così come le gomme Michelin”.