Interviste MotoGP - Zarco: “Con Honda ho ritrovato il feeling giusto”
MotoGP news – La stagione di Johann Zarco ha subito un colpo d’arresto dopo il GP di Misano, quando KTM ha deciso di licenziarlo senza aspettare la fine della stagione, ma per il francese è arrivata una seconda opportunità con la Honda del team LCR. L’abbiamo incontrato a EICMA e ci ha raccontato di come vive questo momento
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Dopo aver passato due anni nel team Tech 3 Yamaha, Johann Zarco aveva abbracciato la sfida KMT per il biennio 2019 e 2020, ma la prima annata è risultata essere tra le più difficili della sua carriera e i rapporti con la casa austriaca presto si sono incrinati, tato che le parti hanno deciso di rescindere il contratto per il 2020, e poi, a sopresa, è arrivato l'allontanamento del pilota dopo il GP di Misano. Per il francese è arrivata un'inaspettata occasione quando il team LCR l'ha chiamato per sostituire l'infortunato Takaaki Nakagami. A EICMA, allo stand di Shark, la nostra Serena Zunino ha potuto fare quattro chiacchiere con lui. Ecco cosa le ha raccontato sulla nuova sfida che ha intrapreso.
Come sta andando questa esperienza con il team LCR Honda?
Bene. Il team è fantastico, ho ripreso un feeling buono con la Honda, sono contentissimo. Con Lucio abbiamo iniziato in Australia e non era facile su quella pista. Ho chiuso 13esimo, ho lottato con Pol Espargaro (il suo ex compagno di squadra in KTM, ndr), quindi per me non era una grandissima gara. Dopo la prima gara ho pensato che Honda mi aveva offerto una grande opportunità, ma non riuscivo a essere tanto più veloce di come potevo essere prima. C’erano tanti punti da prendere in considerazione e infatti in Malesia abbiamo fatto uno step avanti molto importante, anche per me. Tanti dubbi sono spariti, ho ripreso il feeling giusto con la moto, quello che volevo sentire. Ero nel gruppo di piloti giusto, sono poi caduto, ma questo per me non cambia nulla sulla qualità del weekend.
Con che obiettivo arrivi a Valencia?
Vorrei essere abbastanza veloce per entrare subito nella Q2. Questo sarebbe molto importante, perché se in questa MotoGP non riesci a prendere subito il ritmo, poi fai molta fatica. C’è sempre tanta energia da usare, ma è normale, se fosse facile saremmo in tanti. E poi la domenica se riuscirò a stare nella top 8 sarebbe bello.
Hai iniziato la stagione in KTM, come descrivi questa esperienza nella tua carriera?
È un’esperienza da vivere che ti rende più forte, se riesci a uscire da quella spirale negativa. La scelta era stata fatta in anticipo e non ero da solo a prendere le decisioni. Quando sei un ragazzino vai avanti e se sei un pilota ti fidi tanto delle persone intorno a te. Ci sta, sono riuscito a fare grandi cose, ma fino a un certo punto. Ho provato a correre con KTM, ma il feeling non arrivava e ad un certo punto ho pensato: “Perché voglio correre? Solo per i soldi o anche per vincere?” Credo di avere ancora una capacità importante di lottare per la vittoria, era troppo presto per sparire così. Mi sono ritrovato da solo e ho preso la decisione per me stesso e per il momento sono contento.
Che progetti ci sono in vista del 2020?
Sto vivendo le tre gare con Honda al massimo. Mi aspetta l’ultima a Valencia, e poi non so se ripensare alla Moto2 o magari con Honda si muoverà qualcosa. Abbiamo un punto interrogativo sul caso di Jorge Lorenzo. Nessuno sa veramente quello che può capitare. Questa opportunità per me è talmente grande che la voglio sfruttare. Come quando giochi a poker e fai all in.
In pochi anni hai guidato Yamaha, KTM e Honda, che differenze hai riscontrato?
Difficile spiegare tutto tecnicamente. La cosa fantastica di una MotoGP è sempre la potenza, non c’è nessun’altra moto capace di andare così forte. Questa è l’adrenalina massima che si può avere.
Eri stato contattato anche da Yamaha, su quali basi hai scelto di puntare sulla proposta del team LCR?
Sono stato a casa a vedere le gare di Aragon, Thailandia e Giappone e mi sono reso conto che per essere un collaudatore è un po’ presto. Se ho l’opportunità di correre la devo cogliere. Anche un passaggio alla Moto2. Quando ho visto Marini vincere in Thailandia, volevo essere al suo posto. Proprio in quel fine settimana è arrivata la possibilità di correre con Lucio. L'adrenalina della corse è quello che ora mi rende più vivo.
Che rapporto hai con Lucio?
È un appassionato, è un ex pilota. Il suo team è come una piccola famiglia, rispetto alla grande azienda, e questo ti dà subito fiducia. Non ci vuole tanto per stare bene.
Hai un rimpianto?
No. Se impari a vivere il presente, tutto è un insegnamento.
Siamo qui da Shark, un’azienda a cui tu ti affidi da sempre.
Per me la cosa più importante è la marca francese. L’azienda è del sud della Francia, questo è quello che mi fa essere a loro fedele. Credo che ci siano tre marchi di caschi davvero di alto livello e questo è uno di quelli.
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