MotoGP 2017, intervista ad Aleix Espargaro: “Orgoglioso di essere un pilota Aprilia”
MotoGP news - Dal 2017 Aleix Espargaro è il pilota ufficiale di Aprilia e ha subito stupito con il sesto posto ottenuto in Qatar, al suo debutto con la RS-GP. Il pilota catalano ci ha fatto un bilancio della sua stagione, ci ha parlato del suo ruolo con la casa di Noale, delle ultime grandi novità che ha provato e di cosa farebbe se avesse un figlio che volesse intraprendere la sua stessa carriera
Image
MotoGP
#41
Classe 1989, catalano, sempre ottimista e sempre sorridente, questo è Aleix Espargaro, pilota veterano del Motomondiale che quest'anno affronta l'ottava stagione nella top class e per il terzo anno di fila è un pilota ufficiale. Per il primo anno, però, il fratello maggiore degli Espargaro rappresenta in pista Aprilia, con cui è nato fin da subito un bel sodalizio, tanto che alla sua prima gara di debutto in Qatar la RS-GP numero 41 ha tagliato il traguardo al sesto posto. La nostra inviata Serena Zunino ha avuto l'occasione di scambiare due parole con il pilota al Mugello, ecco cosa le ha raccontato.
Questa tua stagione con Aprilia è iniziata molto bene, hai stupito…
Sinceramente credevo molto nel progetto. Posso capire che la gente sia sorpresa perché l‘Aprilia non era a questo livello lo scorso anno, ma io prima di firmare il contratto ho fatto molti meeting con Romano Albesiano (direttore tecnico Aprilia, ndr) ho visto la moto, ho provato a capire tutta la situazione. È vero che forse speravo di lottare per la top 6 o top 8 nella seconda metà della stagione, non all‘inizio.
Sei soddisfatto?
Molto, mi rende felice aiutare a crescere una marca importante come l‘Aprilia. È un progetto molto interessante, molto diverso da Suzuki per esempio, che era una marca che aveva già vinto nella categoria regina del mondiale. Aprilia è una marca molto storica, ma non è mai stata al top in MotoGP e per me è un piacere enorme aiutarli in questa impresa.
Avete fatto un test a Barcellona su molti nuovi elementi, cosa ci racconti?
Siamo andati avanti. Abbiamo provato un cambio seamless nuovo che funziona veramente molto molto meglio, peccato che non possiamo usarlo ancora, arriverà tra un paio di mesi. Abbiamo migliorato anche nella geometria, cambiando diversi pezzi della moto. Abbiamo provato anche un forcellone, una nuova carena aerodinamica, molte cose che in un normale fine settimana di gara non hai mai tempo di provare.
È stata introdotta una nuova gomma anteriore, cosa ne pensi?
Se n‘è parlato troppo, per me la differenza è minima, cambia poco. A mio parere sono molto simili. È vero che la carcassa è un po‘ più rigida e quando lasci il freno la moto gira un po‘ meglio, ma dal mio punto di vista non sento molta differenza.
Cosa ti lega ad Aprilia? Sembri proprio in famiglia.
Fin dall‘inizio, nei test dove abbiamo girato molto forte, mi hanno valorizzato tanto, e questa è una cosa che dà una bella carica al pilota. Avevo un bel ricordo da quando ho iniziato la MotoGP con la CRT di Aprilia, che era stata un'esperienza spettacolare, e poi mi hanno dato tanta responsabilità. Essere il pilota numero uno di una marca 54 volte campione del mondo è una responsabilità molto grande e per il pilota questo è un orgoglio.
Hai una lunga carriera alle spalle, qual è il tuo ricordo più bello?
Uno dei giorni più emozionanti della mii carriera è stato il lunedì dopo Valencia, quando sono salito sulla Suzuki per la prima volta da pilota ufficiale. Poi viene il mio primo podio in MotoGP, ad Aragon, e il campionato del mondo vinto da mio fratello, in Giappone.
Sei uno dei due piloti sposati della MotoGP, questo ti dà una marcia in più?
Sì, o meglio, me ne da una in meno, perché sono molto nervoso. Provo ad allungare le giornate sempre a 26 ore e Laura mi frena. Stiamo insieme da più di 10 anni e per me è molto importante, capisce perfettamente la mia vita. Sa che arrivo a casa da un Gran Premio, dopo cinque giorni che non ci vediamo, e devo andare ad allenarmi. Sta sempre con me e per me è un supporto fondamentale.
Se avessi un figlio maschio, lo avvicineresti al mondo delle moto?
Se questa domanda me l’avessi fatta cinque anni fa, ti avrei detto di sì, sicuramente. Adesso non lo so. Secondo me sarà una cosa naturale se sarà un pilota, perché lo sono io, mio fratello, mio padre ama le moto e da piccolo magari avrà una moto, ma io non lo influenzerò per nulla. Se vorrà giocare a tennis per me sarà meglio! (ride)
Classe 1989, catalano, sempre ottimista e sempre sorridente, questo è Aleix Espargaro, pilota veterano del Motomondiale che quest'anno affronta l'ottava stagione nella top class e per il terzo anno di fila è un pilota ufficiale. Per il primo anno, però, il fratello maggiore degli Espargaro rappresenta in pista Aprilia, con cui è nato fin da subito un bel sodalizio, tanto che alla sua prima gara di debutto in Qatar la RS-GP numero 41 ha tagliato il traguardo al sesto posto. La nostra inviata Serena Zunino ha avuto l'occasione di scambiare due parole con il pilota al Mugello, ecco cosa le ha raccontato.
Questa tua stagione con Aprilia è iniziata molto bene, hai stupito…
Sinceramente credevo molto nel progetto. Posso capire che la gente sia sorpresa perché l‘Aprilia non era a questo livello lo scorso anno, ma io prima di firmare il contratto ho fatto molti meeting con Romano Albesiano (direttore tecnico Aprilia, ndr) ho visto la moto, ho provato a capire tutta la situazione. È vero che forse speravo di lottare per la top 6 o top 8 nella seconda metà della stagione, non all‘inizio.
Sei soddisfatto?
Molto, mi rende felice aiutare a crescere una marca importante come l‘Aprilia. È un progetto molto interessante, molto diverso da Suzuki per esempio, che era una marca che aveva già vinto nella categoria regina del mondiale. Aprilia è una marca molto storica, ma non è mai stata al top in MotoGP e per me è un piacere enorme aiutarli in questa impresa.
Avete fatto un test a Barcellona su molti nuovi elementi, cosa ci racconti?
Siamo andati avanti. Abbiamo provato un cambio seamless nuovo che funziona veramente molto molto meglio, peccato che non possiamo usarlo ancora, arriverà tra un paio di mesi. Abbiamo migliorato anche nella geometria, cambiando diversi pezzi della moto. Abbiamo provato anche un forcellone, una nuova carena aerodinamica, molte cose che in un normale fine settimana di gara non hai mai tempo di provare.
È stata introdotta una nuova gomma anteriore, cosa ne pensi?
Se n‘è parlato troppo, per me la differenza è minima, cambia poco. A mio parere sono molto simili. È vero che la carcassa è un po‘ più rigida e quando lasci il freno la moto gira un po‘ meglio, ma dal mio punto di vista non sento molta differenza.
Cosa ti lega ad Aprilia? Sembri proprio in famiglia.
Fin dall‘inizio, nei test dove abbiamo girato molto forte, mi hanno valorizzato tanto, e questa è una cosa che dà una bella carica al pilota. Avevo un bel ricordo da quando ho iniziato la MotoGP con la CRT di Aprilia, che era stata un'esperienza spettacolare, e poi mi hanno dato tanta responsabilità. Essere il pilota numero uno di una marca 54 volte campione del mondo è una responsabilità molto grande e per il pilota questo è un orgoglio.
Hai una lunga carriera alle spalle, qual è il tuo ricordo più bello?
Uno dei giorni più emozionanti della mii carriera è stato il lunedì dopo Valencia, quando sono salito sulla Suzuki per la prima volta da pilota ufficiale. Poi viene il mio primo podio in MotoGP, ad Aragon, e il campionato del mondo vinto da mio fratello, in Giappone.
Sei uno dei due piloti sposati della MotoGP, questo ti dà una marcia in più?
Sì, o meglio, me ne da una in meno, perché sono molto nervoso. Provo ad allungare le giornate sempre a 26 ore e Laura mi frena. Stiamo insieme da più di 10 anni e per me è molto importante, capisce perfettamente la mia vita. Sa che arrivo a casa da un Gran Premio, dopo cinque giorni che non ci vediamo, e devo andare ad allenarmi. Sta sempre con me e per me è un supporto fondamentale.
Se avessi un figlio maschio, lo avvicineresti al mondo delle moto?
Se questa domanda me l’avessi fatta cinque anni fa, ti avrei detto di sì, sicuramente. Adesso non lo so. Secondo me sarà una cosa naturale se sarà un pilota, perché lo sono io, mio fratello, mio padre ama le moto e da piccolo magari avrà una moto, ma io non lo influenzerò per nulla. Se vorrà giocare a tennis per me sarà meglio! (ride)
Foto e immagini
Aggiungi un commento