Valentino Rossi: la vicina fa causa per la villa, il giudice dà ragione al Dottore
L'accusa sosteneva che la casa costrutita da Rossi avesse violato i vincoli storici procurando così un danno: dopo la sentenza di primo grado favorevole al Dottore, la causa ora passa in appello
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Le liti tra vicini non risparmiano i campioni, anzi, essere famoso può diventare motivo per diventare un bersaglio appetibile. Valentino Rossi, dopo avere avuto in passato “grane” per il proprio ranch (risoltesi poi a suo favore), ha dovuto sostenere una causa anche contro la confinante della villa di Tavullia. I legali della signora Angela Mei avevano chiesto al giudice l’abbattimento della costruzione, a loro dire edificata in maniera illegittima, chiedendo perciò un risarcimento danni di 850mila euro, pari al prezzo della casa che intendeva vendere ma che non è più riuscita a piazzare sul mercato. Il motivo? La costruzione della villa di Rossi avrebbe oscurato il panorama.
Vince Rossi
Per questo motivo, come riporta Il Resto del Carlino, la vicina ha citato in giudizio la società Domus mea srl del nove volte campione del mondo davanti al tribunale civile di Pesaro, poggiando la pretesa sul fatto che l’immobile del campione sarebbe stato costruito innanzitutto sulle ceneri di una vecchia casa abbattuta che, a parere della ricorrente Angela Mei, non poteva essere distrutta perché tutelata da un punto di vista storico. Non solo, nel fascicolo si accusa Rossi di avere costruito troppo vicino alla sua proprietà e questo avrebbe comportato un oscuramento della luce solare oltre ad aver realizzato più volumi del consentito perché alcuni vani sotterranei non sarebbero stati interrati come dovuto. Il magistrato Gianfranco Tamburini ha però respinto le pretese della vicina, escludendo che la casa abbattuta fosse tutelata e imponendo alla ricorrente il pagamento delle spese legali.
Si va avanti
La signora tuttavia ha impugnato la sentenza di primo grado ed è ricorsa al Corte d’Appello di Ancona, esplicitando ancora meglio il motivo per il quale ha perso in primo grado: "...l’ufficio tecnico del Comune di Tavullia ha disatteso l’applicazione della normativa presumibilmente a causa della notorietà delle persone coinvolte nei fatti. Invero è appena il caso di evidenziare come la persona che occupava la casa in questione è Stefania Palma madre di Valentino Rossi, noto pilota motociclistico, che è impiegata all’urbanistica del Comune di Tavullia”. Queste considerazioni sono ritenute immotivate e offensive dalla difesa, l'udienza d'appello si terrà il 14 aprile ad Ancona.
Vince Rossi
Per questo motivo, come riporta Il Resto del Carlino, la vicina ha citato in giudizio la società Domus mea srl del nove volte campione del mondo davanti al tribunale civile di Pesaro, poggiando la pretesa sul fatto che l’immobile del campione sarebbe stato costruito innanzitutto sulle ceneri di una vecchia casa abbattuta che, a parere della ricorrente Angela Mei, non poteva essere distrutta perché tutelata da un punto di vista storico. Non solo, nel fascicolo si accusa Rossi di avere costruito troppo vicino alla sua proprietà e questo avrebbe comportato un oscuramento della luce solare oltre ad aver realizzato più volumi del consentito perché alcuni vani sotterranei non sarebbero stati interrati come dovuto. Il magistrato Gianfranco Tamburini ha però respinto le pretese della vicina, escludendo che la casa abbattuta fosse tutelata e imponendo alla ricorrente il pagamento delle spese legali.
Si va avanti
La signora tuttavia ha impugnato la sentenza di primo grado ed è ricorsa al Corte d’Appello di Ancona, esplicitando ancora meglio il motivo per il quale ha perso in primo grado: "...l’ufficio tecnico del Comune di Tavullia ha disatteso l’applicazione della normativa presumibilmente a causa della notorietà delle persone coinvolte nei fatti. Invero è appena il caso di evidenziare come la persona che occupava la casa in questione è Stefania Palma madre di Valentino Rossi, noto pilota motociclistico, che è impiegata all’urbanistica del Comune di Tavullia”. Queste considerazioni sono ritenute immotivate e offensive dalla difesa, l'udienza d'appello si terrà il 14 aprile ad Ancona.
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