Le migliori Ducati da gran premio: GP7, la regina iridata di Casey Stoner
Il cambio regolamentare del 2007 si è rivelato una fortuna per Borgo Panigale, che è riuscita a creare una moto più maneggevole, ma senza perdere troppo in termini di potenza assoluta. Il pilota australiano è riuscito a guidarla meglio di chiunque altro, esaltandone le doti e nascondendone i difetti
Fino a pochi giorni fa, quando Pecco Bagnaia non aveva ancora vinto il titolo della MotoGP con la GP22, la regina indiscussa delle Ducati da gran premio è stata la GP7, la mitica Desmosedici che Casey Stoner ha portato al titolo nel 2007.
Una moto nata bene
La GP7 è la prima Ducati con motore da 800cc, come da novità regolamentare, e la moto inizia a girare già nell'estate precedente, segnando nei testi di Brno subito ottimi riscontri cronometrici, poco distanti dalla "sorellona" da 990cc. Nei fatti, la riduzione di cilindrata toglie dal campo subito uno dei problemi maggiori della Desmosedici: la lunghezza della moto. Una corsa più corta del pistone permette di avere teste di minore ingombro e di spostare l'albero in avanti, con grandi benefici nel disegno del forcellone e nella distribuzione dei pesi. Il telaio viene agganciato alle due teste anteriori e un telaietto in carbonio a quelle posteriori. Il motore ritorna alla configurazione screamer, la gestione del carburante viene affidata a un sistema elettronico con mappe dedicate, capaci di riconoscere la posizione della moto in pista e regolare di conseguenza l'afflusso di benzina. Il forcellone in carbonio completa la dotazione della nuova GP7, che per inciso è anche bellissima.
Una storia di successo
I risultati sono subito eccezionali, ma non è Loris Capirossi – da molti indicato come l'uomo da tenere d'occhio- a portare la GP7 al successo. Casey Stoner, il velocissimo australiano che nel suo anno da rookie si era guadagnato l'appellativo di Rolling Stoner per le cadute, si trasforma in una macchina da guerra. Vince all'esordio in Qatar e non è un caso isolato: porta a casa 5 delle prime 8 gare. Il duello con Valentino Rossi va avanti tutto l'anno, ma Casey riuscirà a laurearsi campione già in Giappone. Lo score è impressionante: 10 successi stagionali e altri 4 podi, nemmeno un ritiro. Meno fortunata l'esperienza di Loris Capirossi, che comunque riuscirà a strappare una vittoria a Motegi, nel giorno del titolo. Purtroppo per il romagnolo, essere il primo compagno di squadra di Stoner lo fa apparire come poco competitivo, ma nessuno sa ancora quel che passeranno i vari Melandri, Hayden e Valentino Rossi negli anni successivi, relegati a risultati poco invidiabili e a crisi tecniche da mani nei capelli. La GP7 è un gioiello, ma quasi nessuno lo riesce a indossare.