Interviste MotoGP - Guido Meda e il gioco delle coppie
Lunedì è andata in scena la presentazione della stagione motori di Sky Sport, durante la quale abbiamo potuto fare una chiacchierata con Guido Meda. La "voce della MotoGP" ha fatto per noi qualche previsione sui valori in pista e ci ha raccontato le novità del palinsesto, dalla rubrica “Parto in Quarta” alla nuova sigla firmata Jovanotti
Chi farà meglio tra...?
La MotoGP 2023 scatterà tra meno di un mese dal circuito di Portimao, siamo nel pieno del periodo delle presentazioni dei team, e lunedì è stato il turno della squadra di Sky Sport. La nostra Serena Zunino ne ha approfittato per fare due chiacchiere con Guido Meda "la voce della MotoGP” e si è cominciato parlando di coppie...
Chi farà meglio tra Francesco Bagnaia ed Enea Bastianini?
È impossibile onestamente rispondere. Provo a dire Pecco che punta al secondo titolo mondiale e che alla fine farà meglio. Però se succedesse il contrario non mi meraviglierei perché è un fenomeno anche Enea. Se devo dare la risposta secca dico: “Pecco per il secondo!”
Tra Marc Marquez e Joan Mir.
Dico Marc tutta la vita. Mir poverino ha un fardello nuovo, una moto completamente diversa da digerire. Marc, bene o male, per pregi e difetti – soprattutto difetti – la Honda la conosce bene e poi Marc è Marc.
Tra Fabio Quartararo e Franco Morbidelli.
Vorrei poter dire Morbidelli, ma non per disistima nei confronti di Fabio, bensì perché mi auguro che torni a essere il Morbidelli che abbiamo visto due anni fa. Però la risposta secca è Fabio, fino a prova contraria.
Tra Aleix Espargarò e Maverick Vinales.
Qui la sfida è bella. Vorrei dire Maverick, se trova continuità. Altrimenti Aleix è molto più costante. Ce l’ha dimostrato fino al momento in cui Aprilia, per diversi motivi, ha faticato. È di buon auspicio dire Vinales, sperando che però quel sorriso che ha quando si trova bene con la moto ce l’abbia sempre.
Tra Brad Binder e Jack Miller.
Il mio cuore è per Jack, ma Binder secondo me è fortissimo. Mi verrebbe da dire più forte di Jack. Credo che giochi molto il lavoro che avrà fatto la KTM, ma penso che Binder se fosse su una moto perfetta sarebbe più costante di Jack. Quindi dico Binder, anche se spero che Miller si trovi benissimo e per tutti noi che lavoriamo in questo ambiente, per la sua umanità, creatività, follia, spontaneità, ha tutto quello che serve. Jack è Jack. Non si tocca.
Guardiamo ai team con gli altri piloti italiani: tra Marco Bezzecchi e Luca Marini...
Mi dà fastidio che tanti sottovalutino Luca, che invece ha dato più di una dimostrazione di essere fortissimo. Qualche volta – e qui faccio un mea culpa – ha avuto anche difficoltà tecniche che non sono poi emerse, perché è una persona che le cose se le tiene per sé e non fa il “piangina”. Se devo dire o l’un o l’altro, dico Bezzecchi perché veramente ha un passo da colpo grosso. Ha debuttato in maniera meravigliosa, mi sembra forse un filino più avanti di Luca. Qui il discorso è lo stesso che facevo per i due Ducatisti ufficiali: tra due forti, se ne devo sacrificare uno dico Bez, però non mi meraviglierei se Luca facesse meglio.
Nel team Gresini, tra Fabio Di Giannantanio e Alex Marquez.
Senza voler togliere nulla a Fabio, che però al di là di una pole position incredibile (al Mugello, ndr) di fatica nel 2022 ne ha fatta, mi verrebbe da pensare che Alex, un pilota più esperto, beneficerà del fatto di passare da una moto difficilissima com’era la Honda a una moto più usabile. Dato che è due volte campione del mondo, dovrebbe avere più possibilità di fare meglio di “Diggia”.
Da quest’anno avrete la nuova rubrica “Parto in Quarta” con Fabio Quartararo, com’è nata l’idea?
Penso che la MotoGP abbia un po’ bisogno di far vedere e conoscere i piloti. Forse è più facile lavorare sui piloti che piacciono, e Quartararo è un pilota che piace: è carino, è simpatico, è di buoni sentimenti, è forte, è trasversale, è conosciuto, piace forse anche perché è un po’ di origini italiane, ma anche perché è straniero e amato dagli italiani e dalle italiane. L’idea di avere uno spazio dedicato a lui, come abbiamo fatto molto spesso con altri, ci è piaciuta. Mi piacerebbe farlo nel box – e una volta magari anche nel suo motorhome che nessuno ha visto – mi piacerebbe che ci parlasse di lui e delle sensazioni weekend dopo weekend. Sul gioco di parole mi sono affidato alla battuta fulminea di Massimo Battiston, è lui che dà i titoli alle rubriche.
Cambierà la sigla della MotoGP, c'è una nuova canzone di Jovanotti raccontaci il dietro le quinte...
Lui ha scritto questo pezzo che si intitola “Si fa bello per te”. È andato in studio di registrazione e quando ha cantato “del ballerino di tango sulla pista” e il ritornello “qui non si vive a rallentatore, cassa che pompa come un motore” ha fermato tutto e ha detto a Marco Sorrentino: “Questa è perfetta per la nuova sigla di MotoGP. Chiama Guido!” Ed è vero, è perfetta. Quella precedente “Questo è un grande giorno da vivere” aveva un’età, quindi forse era ora di mandarla in pensione a vantaggio di un nuovo tormentone. Jova è pop e le moto gli piacciono: bentornato!
Photo Credit: Carmine Conte