Incidente Espargarò, i piloti non ci stanno: "Modifiche subito"

L'incidente a Pol Espargarò ha riacceso l'attenzione sulle condizioni della pista di Portimao e in particolare delle sue vie di fuga. Già negli anni scorsi e durante i test diversi piloti avevano posto l'accento sulla ghiaia utilizzata, di grana troppo grossa e inadatta a rallentare i piloti in caso di caduta. Ieri il tema è tornato alla ribalta.

La voce del campione
Pecco Bagnaia ha spiegato bene come si sono evolute le cose: "Io già nel 2020 avevo mandato a Franco Uncini - che al tempo si occupava della sicurezza per la FIM- una foto della ghiaia, e ho detto che così non andava bene, che bisognava cambiarla. E anche l'anno scorso sono tornato sulla questione, ma mi hanno un po' preso in giro per questa cosa. Qualcosa è stato fatto, ma non dappertutto, e comunque la ghiaia non è abbastanza".

Un incidente rivelatore
La caduta di Espargarò ha mostrato bene cosa succede al momento attuale, ed è stato Andrea Migno, ospite ieri negli studi di Sky Sport, a spiegare nel dettaglio la dinamica dell'incidente. "Si vede che Espargarò, per un problema che potrebbe essere di natura tecnica, ha perso la moto. Ma quando entra nella via di fuga trova prima l'asfalto, poi la sabbia, e poi la ghiaia, in un'area molto ridotta. Per cui va a sbattere con un impatto anche molto aggressivo, senza rallentare".

Il problema degli air fence
L'incidente di Pol ovviamente ha suscitato la reazione di molti piloti, anche spagnoli, a cominciare da Marc Marquez della Honda: “C’è bisogno di mettere un air fence. Non il prossimo anno, ma domani“. Anche il fratello di Pol, Aleix, è stato piuttosto duro: “Non capisco come possa esserci un muro di gomme in quella posizione, non sono io a doverlo spiegare. Con queste moto si va molto veloce e gli air fence dovrebbero essere sistemati su tutti i lati".