Chi sostituirà Brivio in Suzuki? Italia in prima fila con Suppo e Ciabatti
I due manager piemontesi sono i nomi più gettonati per prendere il posto del team manager che va in F1. Suppo è un duro dal curriculm vincente nel motomondiale, Ciabatti un diplomatico che pare più in linea con la gestione attuale. Schwantz fa sognare i tifosi, ma non ha un ruolo attivo nel motomondiale da tantissimo tempo
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MotoGP
L'addio di Davide Brivio a Suzuki ha colto tutti di sorpresa, sia per la notizia in sé che per la tempistica, e ora i giapponesi si ritrovano con una missione difficilissima: sostituire un manager capace di portare la squadra MotoGP al titolo in cinque anni, e di farlo nel momento in cui il giocattolo in mano ad Hamamatsu è il più prezioso del lotto, ma anche il più facile a rompersi.
Un bis difficile
Joan Mir si è consacrato, Alex Rins vale quanto il più giovane collega, la GSX-RR è probabilmente la moto più polivalente del lotto: perché dovrebbe essere difficile guidare il team a una nuova affermazione nel 2021? Non c'è una sola risposta, ma un insieme di cause: innanzitutto ripetersi è più difficile che imporsi, in secondo luogo la stagione 2021 sarà probabilmente più lunga della scorsa e darà tempo agli avversari di calibrare il tiro dopo gli errori del 2020. Infine c'è il rischio di un appagamento, comprensibile dopo un'annata stressante e un risultato fuori dall'ordinario.
Due nomi su tutti
Suzuki MotoGP ha la sua sede a Cambiago, poco fuori Monza, ed è un team che ha una forte componente italiana al suo interno. I piloti poi sono spagnoli, e questi due fattori portano a preferire un manager che provenga da una di queste due nazioni e che abbia confidenza con la lingua. Senza essere partigiani, un capo della struttura di nazionalità italiana sarebbe il più indicato, ma ovviamente serve anche conoscenza dell'ambiente del motomondiale, dei meccanismi del campionato e delle professionalità coinvolte.
Il nome che a livello percentuale è il più chiacchierato, il più gettonato sulle bocche degli addetti ai lavori, è quello di Livio Suppo. Il manager piemontese è relativamente fresco di ritiro dalle corse (la sua ultima stagione risale al 2017), è stato sia in Ducati che in Honda, ha un palmares di cinque titoli in classe regina. Le quotazioni di Suppo sono in risalita: dopo il quarto titolo con Marquez in cinque anni, erano parecchi a sostenere che con un campione del suo calibro tutto veniva facile, ma la successiva gestione di Puig si è dimostrata meno felice. La partenza di Pedrosa, l'infortunio di Marc, l'incapacità di gestire Lorenzo e più in generale i piloti: sono tutti elementi che hanno fatto capire come non basta avere un asso in squadra per fare funzionare al meglio il reparto corse HRC. Così gli anni di Suppo sono oggi rivalutati, e Livio nel frattempo ha dato vita anche a un'avventura interessante come quella di Thok, l'azienda che produce mtb elettriche di alta gamma.
L'altro nome caldo è quello di Paolo Ciabatti: il direttore sportivo di Ducati Corse è apparso in sofferenza negli ultimi due anni e la vicenda Dovizioso lo ha coinvolto in particolare. Inoltre, i Ducati la sua figura e quella di Davide Tardozzi a volte generano un'idea di sovrapposizione dei ruoli. Ciabatti è un diplomatico: piemontese come Suppo, ma dai modi più simili forse a Brivio, anche nel comunicare. Sarebbe lui la soluzione nel segno della maggiore continuità possibile.
La scelta romantica
Forse i tifosi vorrebbero vedere Kevin Schwantz tornare nel box Suzuki: il mitico 34 è indissolubilmente legato al marchio giapponese, ma non ha esperienza nella gestione di una squadra e non ha un ruolo attivo nel motomondiale da più di vent'anni. A Kevin caso mai potrebbe essere affidata una rappresentanza più importante rispetto al ruolo di ambasciatore del marchio che riveste oggi, ma difficilmente lo vedremo operativo nella stanza dei bottoni in seno alla squadra.
Un bis difficile
Joan Mir si è consacrato, Alex Rins vale quanto il più giovane collega, la GSX-RR è probabilmente la moto più polivalente del lotto: perché dovrebbe essere difficile guidare il team a una nuova affermazione nel 2021? Non c'è una sola risposta, ma un insieme di cause: innanzitutto ripetersi è più difficile che imporsi, in secondo luogo la stagione 2021 sarà probabilmente più lunga della scorsa e darà tempo agli avversari di calibrare il tiro dopo gli errori del 2020. Infine c'è il rischio di un appagamento, comprensibile dopo un'annata stressante e un risultato fuori dall'ordinario.
Due nomi su tutti
Suzuki MotoGP ha la sua sede a Cambiago, poco fuori Monza, ed è un team che ha una forte componente italiana al suo interno. I piloti poi sono spagnoli, e questi due fattori portano a preferire un manager che provenga da una di queste due nazioni e che abbia confidenza con la lingua. Senza essere partigiani, un capo della struttura di nazionalità italiana sarebbe il più indicato, ma ovviamente serve anche conoscenza dell'ambiente del motomondiale, dei meccanismi del campionato e delle professionalità coinvolte.
Il nome che a livello percentuale è il più chiacchierato, il più gettonato sulle bocche degli addetti ai lavori, è quello di Livio Suppo. Il manager piemontese è relativamente fresco di ritiro dalle corse (la sua ultima stagione risale al 2017), è stato sia in Ducati che in Honda, ha un palmares di cinque titoli in classe regina. Le quotazioni di Suppo sono in risalita: dopo il quarto titolo con Marquez in cinque anni, erano parecchi a sostenere che con un campione del suo calibro tutto veniva facile, ma la successiva gestione di Puig si è dimostrata meno felice. La partenza di Pedrosa, l'infortunio di Marc, l'incapacità di gestire Lorenzo e più in generale i piloti: sono tutti elementi che hanno fatto capire come non basta avere un asso in squadra per fare funzionare al meglio il reparto corse HRC. Così gli anni di Suppo sono oggi rivalutati, e Livio nel frattempo ha dato vita anche a un'avventura interessante come quella di Thok, l'azienda che produce mtb elettriche di alta gamma.
L'altro nome caldo è quello di Paolo Ciabatti: il direttore sportivo di Ducati Corse è apparso in sofferenza negli ultimi due anni e la vicenda Dovizioso lo ha coinvolto in particolare. Inoltre, i Ducati la sua figura e quella di Davide Tardozzi a volte generano un'idea di sovrapposizione dei ruoli. Ciabatti è un diplomatico: piemontese come Suppo, ma dai modi più simili forse a Brivio, anche nel comunicare. Sarebbe lui la soluzione nel segno della maggiore continuità possibile.
La scelta romantica
Forse i tifosi vorrebbero vedere Kevin Schwantz tornare nel box Suzuki: il mitico 34 è indissolubilmente legato al marchio giapponese, ma non ha esperienza nella gestione di una squadra e non ha un ruolo attivo nel motomondiale da più di vent'anni. A Kevin caso mai potrebbe essere affidata una rappresentanza più importante rispetto al ruolo di ambasciatore del marchio che riveste oggi, ma difficilmente lo vedremo operativo nella stanza dei bottoni in seno alla squadra.
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