Acosta come Rossi? Poncharal: “La dimostrazione che il pilota conta ancora”
MotoGP – Il proprietario del team GASGAS ha per le mani il giovane fenomeno spagnolo, che al suo secondo GP nella classe regina ha già conquistato un podio. Hervé Poncharal ha parlato a ruota libera del suo pupillo
Acosta fa la differenza
A dare spettacolo nel Gran Premio di Portimao non è stato tanto Jorge Martin, che ha vinto in modalità dominatore, né il duo Francesco Bagnaia e Marc Marquez, che hanno corso piuttosto in difesa fino all’ incidente sul finale che li ha visti protagonisti. A farci restare sulle spine, con l’adrenalina in corpo è stato il giovanissimo Pedro Acosta. Diciannove anni, è il debuttante della classe, ma non per questo timoroso. Lo spagnolo ha già fatto vedere cose sensazionali alla guida della KTM RC16, facendo meglio anche dei piloti ufficiali della stessa Casa, ed Hervè Poncharal, che ce l’ha in squadra, stravede giustamente per lui.
Il francese è il proprietario del team GASGAS Tech3, colori con cui corre Acosta, e al sito inglese crash.net ha raccontato: “Tutto gioca un ruolo importante nel successo della MotoGP, e capisco che molti fan e media siano molto interessati al lato tecnico. A volte per settimane o mesi si sente parlare di un nuovo dispositivo aerodinamico, o di un nuovo dispositivo Holeshot, pensando che farà la differenza. Ma ciò che è ancora positivo nel nostro sport – e penso che questo sia anche il principale contrasto con le corse di auto – è che il contributo del pilota è essenziale. Ed è per questo che amo davvero questo sport in ogni classe”.
Come Valentino?
Per sostenere questa tesi ha ricordato l’impresa in cui riuscì nei primi anni 2000 il Dottore: “Oggi è meglio essere su una Ducati che su una moto 'X' del Giappone. Ma ricordiamo cosa ha fatto un ragazzo, Valentino Rossi, per anni su una Yamaha quando gli altri suoi colleghi erano lontani. Allora ero con la Yamaha e a volte non eravamo nemmeno in zona punti”. Con Acosta la magia è simile: “Recentemente abbiamo avuto molti dei migliori piloti – campioni del mondo Moto2 come Remy Gardner e Augusto Fernandez, oltre a Raul Fernandez che era vice-campione – ma quando abbiamo visto Pedro arrivare, abbiamo visto che questo ragazzo è speciale, è diverso”.
Oltre all’enorme talento, ha dalla sua anche tante altre qualità: “Il suo capotecnico lo descrive come una spugna. E mi piace molto questa descrizione perché è vera. Poi è molto metodico, molto intelligente. Ha qualcosa nel suo DNA. Si mette alla guida della moto con queste gomme, questi freni, questa tecnologia speciale. Tutto così diverso da quello che aveva prima. E non devi dirgli cosa fare o a cui prestare attenzione. È subito in sintonia”. E si è visto.