Le incredibili mini-bike, i micro cinquantini anni 70
L’epoca d’oro dei cinquantini negli anni 70 produsse anche mezzi curiosi come le mini-bike. Ecco i modelli più belli e originali
Il fenomeno “mini-cinquantino”
Testimoni di un lento ma inesorabile declino (i dati sulle vendite degli ultimi anni lasciano poco spazio alle interpretazione), i “cinquantini” sono stati invece protagonisti dagli anni Sessanta di un’ascesa senza precedenti. Anni d’oro, durante i quali per montare in sella non servivano casco, patente e assicurazione, col risultato che, nell’arco di soli vent’anni, cioè dal 1960 al 1980, il parco circolante passò da poco meno di 61mila cinquantini ad oltre 815mila.
Una “macro-categoria”, quella dei cinquantini, nella quale rientravano non solo le classiche Vespa o Lambretta, ma anche i mitici “tuboni” e vere e proprie moto, sportive, turistiche e da fuoristrada. Un fenomeno tutto anni 70 furono invece le mini bike, caratterizzate da dimensioni ridotte e prezzi bassi che si potevano anche portare in vacanza caricandole facilmente nel baule dell’auto o nel gavone del camper. Di quei mini cinquantini oggi resta solo il ricordo di chi visse quell'epoca e il Di Blasi proposto oggi in versione elettrica. Un storia che vale la pena ripercorrere parlando dei modelli più originali. Vediamoli.
Benelli
Minibike: ebbe un enorme successo grazie al fatto che era esportato negli USA e venduto nelle catene dei grandi magazzini. La prima versione (a SX nella foto), arrivata nel 1967, aveva 3 marce e ruote da 3,5-8. Dal 1970 (foto a DX) diventò a 4 marce e le ruote passarono a 3.00-10. Negli USA era venduto con il nome Dynamo Compct e motore da 65 cm3.
Caddie/Caddy: Super economico, (costava 100.000 lire) il Caddie (o Mini) arrivò nel 1973. Il motore era monomarcia e le ruote da 3,50-70. Un paio d’anni dopo (foto a DX) si trasformò grazie ad un nuovo vestito nel Caddy, che rimase in listino fino al 1983.
Magnum: Coetaneo del Caddy, il Magnum aveva un motore a 5 marce, oppure a 3 con comando a manopola. Le ruote erano da 4.00-10 e veniva proposto anche col marchio Moto Guzzi (le due case all'epoca facevano parte dello stesso gruppo).
Fantic Motor
Super Rocket: Prodotto dal 1972 al 1976, il Super Rocker era un modello “raffinato”, equipaggiato con motore Minarelli. L’immagine qui sopra mostra il modello del 1980, l’ultimo ad essere prodotto anche se da molti ritenuto il meno riuscito.
Lei: Il nome parla da solo. Dedicato al pubblico femminile, il Lei aveva anch’esso motore Minarelli monomarcia e ruote da 3,00-10. Arrivò nel 1974 e rimase in produzione per ben dieci anni.
Garelli
Katia elettrico: rivoluzionario per l'epoca e con i difetti che ben conosciamo delle motorizzazioni elettriche, il Katia a batterie arrivò nel 1974. Non superava i 28 km/h di velocità ed i 50 di autonomia: prestazioni che lo rendevano adatto all’utilizzo all’interno di stabilimenti e poli fieristici. Costava caro: 330.000 lire!
Italjet
Pack 2: esposto al Museo di Arte Moderna di New York, il Pack 2 del 1980 era realizzato quasi totalmente in plastica. Il motore era invece quello già visto sul Ciao di piaggio. Originalissimi i cerchi da 5” in nylon.
Negrini
Big: la Casa modenese arrivò sul mercato con il Boomerang, il Life ed il Big (qui in foto), tutti modelli motorizzati Morini. Piacquero ed ebbero un discreto successo.
Omer
Tanga: È forse il modello più noto della casa di Reggio Emilia. Arrivato nella metà degli anni Settanta, il Tanga era prodotto con o senza sospensione posteriore. Il motore era un Morini monomarcia, lungo appena 82 cm per 28 kg di peso, fu uno dei pieghevoli di maggior successo.
Peripoli
Giulietta: nome con cui la Peripoli battezzò diversi modelli, a ruote alte e basse. Più celebre è però lo Junior del 1967-1972 declinato in differenti versioni, come il Dragster e il GSA con kotore Morini Turbo a 4 marce e 5 CV di potenza. Lanciato toccava gli 80km/h!
Testi
Amico: molto originale, l’Amico della Testi arrivò sul finire del 1975. Il motore era Minarelli e scudo e sella lunga proposti come optional. Purtroppo, convinse poco…
Motron
Merita una menzione la Motron, casa inizialmente battezzata Romeo che produceva scooter di qualità come lo Scorpion ed il Monster. Dopo il cambio nome, avvenuto nel 1976, cominciò a produrre anche i “tuboni" e gli apprezzatissimi “mini”, come l’SA del 1981 qui in foto.
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