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80 nostalgia, le mitiche Aprilia 125 sportive

Quaranta anni fa le 125 non avevano limiti, come i sogni dei sedicenni. Erano velocissime e spinte da grintosi motori 2T. Le più belle nascevano a Noale, questa è la loro storia

C'è stato un tempo in cui le 125 volavano tra le nuvole azzurre dei loro motori 2 tempi, libere di avere tutti i CV che riuscivano ad erogare senza limiti di legge. Bastava compiere 16 anni e il sogno di sentirsi piloti era a portata di mano. 

Le vendite andavano a gonfie vele e Aprilia era la regina di questo settore, forte anche delle vittorie nel Motomondiale. Sulle 125 la casa di Noale ha costruito la sua forza e allevato schiere di appassionati, una storia di successi che vale la pena raccontare, anno dopo anno.

 

Anni 80: quando tutto era più facile

Ma come si arrivò a questo boom? Fu un'evoluzione quasi "naturale": gli anni di piombo erano alle spalle e i dorati 80 portarono quella leggerezza e voglia di divertirsi che tanti reclamavano. Anche le 125 cambiarono pelle, se gli anni 70 furono il decennio delle moto da regolarità, per reazione gli 80 virarono sull’asfalto.

Ivano Beggio, patron di Aprilia, era attentissimo alle tendenze del mercato e gli indizi per lui erano chiari: la sola Aprilia ST nel 1982 fu venduta più di tutte le fuoristrada della casa di Noale. Un segnale chiaro, ma ignorato da molti concorrenti destinati a finire presto gambe all’aria, continuando imperterriti a proporre moto da fuoristrada che i ragazzi non volevano più. I ko dei rivali consentirono a Beggio di arruolare nuovi tecnici, in particolare il tonfo di SWM portò in dote ad Aprilia ottimi ingegneri e i loro contatti con il produttore austriaco Rotax che fu fondamentale per la crescita della casa di veneta nei successivi 25 anni. Ma torniamo alla storia delle 125, con i modelli di Noale che hanno segnato i magnifici anni 80.

Se volete sapere tutto sulla fantastica storia di Aprilia vi consigliamo l'autobiografia di Ivano Beggio.

 

ST 125, la capostipite

 

Presentata nel 1981 è la prima stradale di Aprilia, il telaio è un doppia culla chiusa in tubi d’acciaio mentre il motore era prodotto dalla Hiro di Origgio (VA) e derivava dalle unità sviluppate per il fuoristrada. Era capace di una ventina di CV sufficienti per superare di poco 120 km/h. Da notare il forcellone con monoammortizzatore e leveraggi progressivi ASP sviluppato da Aprilia.

 

STX 125 il vento sta cambiando

Presentata sul finire del 1983 la STX è un’evoluzione della ST riconoscibile per la colorazione vivace e, soprattutto, il cupolino oggetto del desiderio dei giovani di allora. Rispetto alla ST c'è anche un nuovo scarico ad espansione.

 

AS 125 R ecco il Rotax

 

Nel 1985 debutta la ASR, estetica e ciclistica sono sostanzialmente quelle della STX, ma la novità è il motore monocilindrico Rotax dotato di raffreddamento a liquido a circolazione forzata, ammissione lamellare e miscelatore automatico. Debutta anche la valvola allo scarico RAVE che migliora l’erogazione della potenza. Entusiasmanti le prestazioni: 26 CV e 140 km/h.

 

AF1 Project 108: inizia la rivoluzione

La AF1 Project 108 segna una svolta per il mondo delle 125

 

È con questo modello che inizia  la favola della Aprilia 125. La  AF1 (Aprilia Formula 1) Project 108 debutta nel 1987, è la  prima moto europea con forcellone monobraccio, monta una forcella regolabile con sistema anti dive (anti affondamento) e il motore Rotax con valvola allo scarico capace di sfiorare i 160 km/h. Esclusivo anche il telaio perimetrale in acciaio, replica di quello usato sulla 250 portata in gara nel Motomondiale da un giovanissimo Loris Reggiani.

La AF1 è  la anche la prima Aprilia a sfoggiare accostamenti di colori audaci. A Ivano Beggio non erano sfuggite le originalissime grafiche delle Benetton F1, una telefonata al "collega" Luciano Benetton fece scoprire al patron di Aprilia lo studio Franco Giacometti che da allora si occupò delle grafiche di tutti i modelli Aprilia, portando una ventata di novità nel mondo delle due ruote. Le colorazioni venivano sempre sottoposte al giudizio dei ragazzi che si ritrovavano nei fine settimana nel centro di Padova e di altre grandi città venete. Una sorta di exit pool ante litteram inventato sempre dal patron di Aprilia.

Vale la pena ricordare anche un aneddoto sul monobraccio: Honda inviò una letteraccia affermando che era una una soluzione tecnica coperta da un suo brevetto e Aprilia non aveva diritto di utilizzarlo. Da Noale  risposero affermando che il monobraccio era statp utilizzato da Moto Guzzi sul Galletto del 1950… La querelle si fermò subito.

Nel 1988 arriva un’evoluzione, la AF1 Replica (qui sotto) che sfoggia un frontale con doppio faro, copricodino e colorazione tricolore. Il motore ha un nuovo gruppo termico e supera i 27 CV di potenza. Quanto basta per superare i 160 km/h.

 

Colorazione tricolore e sponsor della Aprilia del Motomondiale, ecco la prima Replica di Aprilia

 

AF1 Sintesi, un balzo in avanti

 

Con la Sintesi le 125 Aprilia entrano nel mito

 

Presentata nel 1988 è una pietra miliare della produzione Aprilia, arrivano le ruote da 17 pollici (sui modelli precedenti erano da 16), la forcella a steli rovesciati, un maxi disco anteriore da 320 mm (un record allora, come oggi…) con pinza a quattro pistoncini. Raffinatissima la ciclistica: telaio in alluminio con struttura alveolare per risparmiare peso e nuovo motore Rotax 123 con cilindro in alluminio, contralbero antivibrazioni e valvola allo scarico Rave 2. La potenza sfiora la soglia dei 30 CV.

Dopo solo un anno la Sintesi cambia, linea più affilata, nuovo scarico e nuova valvola allo scarico a controllo elettronico. Le prestazioni, grazie anche a un’aerodinamica più raffinata, migliorano: siamo vicino al traguardo dei 170 km/h.

Canto del cigno è la Sintesi Sport prodotta nel 1989 (qui sotto). Si riconosce per la livrea sgargiante con parafango verdino. Tecnicamente c’è da segnalare il nuovo comando del gas rapido. Gli anni 80 sono stanno finendo, ma l'onda lunga continuerà anche nei primi 90. Ma questa è un'altra storia di cui parleremo a breve.

 

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