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Gilera RC600: l'ultima on/off di Arcore

La monocilindrica equipaggiata con il mitico motore Bi-4 ha corso alla Dakar, con risultati di prestigio. Troppo stradale per gli enduristi e non troppo affidabile, ancora oggi è una moto moderna nella linea e divertente nella guida

La Gilera RC 600 è stata una moto dalla vita relativamente breve, che però ha scaldato i cuori e ha fatto sognare gli appassionati, tra cui molti giovanissimi in età per guidare la “sorellina” di 125. La RC 600 aveva una linea elegante e sportiva, ma non era affidabilissima, ma ha avuto anche diverse derivazioni piuttosto originali e che avrebbero meritato migliore fortuna.


Cosa resta degli anni '80

Il rilancio della Gilera da parte di Piaggio passa per la progettazione di un motore monocilindrico, che deve essere versatile, adattabile a diverse cilindrate e ovviamente fornire buone prestazioni. Cesare Bossaglia – già "papà" del boxer 1500 Alfa Romeo della 33- realizza un quattro tempi di 350 cm3 che viene montato sulla Gilera Dakota e poi portato a 500. La versione 350 ha una potenza massima di 33 CV a 7500 giri, sulla 500 (92mmx74mm) invece i cavalli salgono a 44, erogati a 7250 giri, per una velocità massima di 160 km/h. La versione 600 sarà poi ottenuta aumentando l'alesaggio di 6 millimetri. Il Bi-4 superquadro di Gilera è piuttosto raffinato: presenta la distribuzione bialbero 4 valvole a cinghia dentata, il raffreddamento a liquido con miscelazione a tre vie comandate da termostato, il doppio radiatore munito di elettroventole, il contralbero di equilibratura, l’alimentazione a due carburatori di cui uno con pompa di ripresa, l’accensione elettronica, l’avviamento elettrico, la frizione a comando idraulico e la canna del cilindro trattata al Gilnisil. Niente male per l'epoca: nel 1988 arriva la XRT, l'anno dopo è la volta della RC 600.


Una bella bestia

Il debutto della RC 600, dove RC sta per Regolarità Casa, porta ad alcune modifiche. Il propulsore è alimentato da due carburatori doppio corpo TK da 28mm, la potenza sale a 48 cavalli all'albero. Il peso della moto però è di soli 141 chilogrammi, nella versione senza avviamento elettrico. Il telaio, completamente nuovo, è costituito da un monotrave sdoppiato a sezione rettangolare, su cui si innesta un telaietto posteriore, in tubi tondi, imbullonato alla struttura principale. La forcella anteriore è una Marzocchi con steli da 40mm ed escursione di 240mm all'avantreno; posteriormente, si decide di montare una sospensione monoammortizzatore a sistema power drive con 260mm di escursione. L'impianto frenante presenta un disco da 260mm con pinza Brembo davanti e al retrotreno un disco singolo da 220mm. I cerchi sono in alluminio, 21” all'anteriore e 17” al posteriore.


Aggiustamenti in corsa e...corse

La RC 600 si distingue subito per la linea filante e la livrea rossa, molto racing. Il motore ha un bel “caratterino”, ma c'è anche qualche problema di gioventù. I carburatori Teikei sono nuovi, così come la fasatura dell'asse a camme di scarico e i materiali della biella. La moto riscuote un discreto successo, anche se gli enduristi più puri ne lamentano una impostazione troppo stradale. Nel frattempo però – mentre si lavora a uno sdoppiamento della gamma- si decide di prendere parte alla Parigi-Dakar, una competizione a cui nessun marchio con ambizioni sembra potere ormai rinunciare.

Il primo anno di partecipazione è il 1990, anche se moto su base XRT e RC avevano già corso da qualche anno in vari rally, tra i quali il Sardegna e nel campionato italiano. Le modifiche da attuare sul motore sono limitate, visto che nella categoria Silhouette non si può lavorare sulla cilindrata - che in questo caso resta di 569cc- sulle misure vitali di alesaggio e corsa, sul numero delle valvole e sul tipo di alimentazione. Francesco Penati lavora sui condotti di alimentazione e scarico, il circuito di raffreddamento viene completamente rivisto tra condotti, raccordi, pompa, radiatori e ventole maggiorate per aumentare la sua efficacia. Rispetto alle moto che avevano già corso il Faraoni il complesso dello scarico è sistemato tutto sulla destra e compaiono silenziatori dal diverso e maggiore volume. Circa 5 i CV guadagnati. Ovviamente cambiano forcella e monoammortizzatore, come piloti ci sono Luigino Medardo e Roberto Mandelli, che figurano molto bene: il primo si piazza ottavo assoluto e primo di categoria, il secondo undicesimo da rookie. Arrivano via lettera addirittura i complimenti del vice presidente di Piaggio, Giovanni Alberto Agnelli. 

Nel 1991 la moto si presenta migliorata e con una livrea che estremizza l'efficienza aerodinamica, ma c'è qualche problema di troppo di affidabilità: Medardo chiude settimo, Mandelli nono. Una curiosità: quei faretti che sembrano piccoli occhi e rendono inconfondibile la RC 600, sono proprio quelli della Volkswagen Passat.


Sdoppiamento di serie

Intanto, sul mercato, si decide di proporre due versioni diverse della RC, in modo da non scontentare né gli stradisti, né gli enduristi. La RC 600C (dove C sta per Cobra, vista la forma del cupolino) ha un telaio ridisegnato, la nuova forcella Kayaba da 43 in luogo della precedente Marzocchi da 40mm. La corsa della sospensione anteriore si riduce dai 280 mm della vecchia RC a 240. Esteticamente la carenatura è più estesa e più adatta all’uso on-off. Anche il motore subisce alcuni aggiornamenti, con i carburatori da 30mm di diametro, la potenza sale a 53 CV a 7500 giri.

Ecco la RC 600 C, un bel restyling

Sulla R (qui sotto) invece l'inpostazione anche esterica e da off road dura e pura, la forcella ha steli da 46mm, l’escursione delle sospensioni aumenta fino a 290 mm davanti e 295 dietro, dove viene montato un cerchio da 18 pollici invece che da 17. Ma il peso di 138 chilogrammi la rende pesante sul fettucciato, nonostante una potenza di 54,5 cavalli.

Nel 1991 venne lanciata anche la Gilera Nordwest, che condivide con la Cobra gran parte della carrozzeria ma con una ciclistica molto più stradale: forcella a steli rovesciati davanti e cerchi da 17”; per via di queste misure, la Nordwest è oggi considerata l’antesignana delle supermotard, anche se all’epoca è fin troppo “avanti” e non riscuote il successo di mercato che meriterebbe.


1992, l'anno della 750

Nel 1992 Gilera decide di partecipare alle gare tra i prototipi e ovviamente la cilindrata cresce: 750cc, ma non è un bicilindrico, come verrebbe naturale pensare. Il mono si basa sulle caratteristiche tecniche della RC 600, con albero motore su bronzine e distribuzione bialbero. Le camme però agiscono direttamente sulle valvole, la lubrificazione è a carter umido. Misure di alesaggio per corsa di 105x85 mm, la potenza supera i 70 CV a 7.250 giri/min, la coppia è indicata in 7,3 kgm a 5.750 giri/min. Ci sono una doppia pompa di alimentazione e due carburatori Mikuni a depressione. Il telaio è completamente differente dalla 600: una struttura perimetrale che abbraccia completamente il motore. La nuova RC 750 ha i suoi problemi di gioventù alla prima Dakar affrontata, la massacrante Paris-Le Cap del 1992, dove Medardo si ritira per guasto meccanico e Picco si ritira con un polso rotto. I due comunque si rifaranno, aggiudicandosi lo stesso anno il Tunisia (Medardo) e il Faraoni (Franco Picco). E c'è ancora gloria per la Gilera alla Dakar l'anno seguente, quando il privato Massimo Marmiroli riesce a vince la nona tappa con la Rc 600!


Le ultime RC

A cavallo della chiusura dello stabilimento di Arcore e dello spostamento a Pontedera, la Gilera aggiorna la sua RC, per il 1992 con miglioramenti tecnici minori, mentre l'anno dopo ci sono modifiche di grafica e aggiornamenti di motore. Viene anche tolto l'avviamento a pedale. Negli anni il motore Bi-4 è stato impiegato pure su moto stradali, come le Saturno Bialbero e Saturno Bialbero Piuma.


La RC 600 oggi

È una moto che ancora oggi è bella da vedere, potente, leggera, maneggevole...ma i problemi di affidabilità hanno afflitto la RC 600 al tempo e continuano a essere un aspetto da considerare. Le maggiori noie vengono dalla ruota libera, dalla cinghia di distribuzione, dai motorini delle ventole, dall'impianto elettrico in generale. Purtroppo non si può dire che i problemi fossero risolti sugli ultimi esemplari, ma non tutte le RC sono...dannate e se non altro oggi come oggi c'è tanta gente che ha esperienza nel lavorare sulla moto e nel trovare soluzioni alternative, se non ricambi. Attenzioni alle quotazioni però, perché i prezzi bassi possono essere sintomo di un esemplare “problematico”.

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