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Dalla lancetta al touchscreen: storia ed evoluzione dei cruscotti

Un viaggio attraverso la storia dei cruscotti motociclistici, dai semplici tachimetri analogici ai recenti e sofisticatissimi display TFT touchscreen, esplorando le innovazioni e i modelli che hanno segnato ogni epoca

L'alba dell'analogico: tradizione e prestigio

Come per tutte le componenti di una moto, anche l'evoluzione dei cruscotti motociclistici è un percorso che riflette i progressi tecnologici e stilistici del settore. Sebbene l'obbligo legale del tachimetro risalga al 1937, la presenza di strumenti di misurazione è sempre stata considerata un simbolo di prestigio. Dalla metà degli anni 20, le Brough Superior e le Vincent erano apprezzate per i loro grandi tachimetri Smiths. Negli anni 50, l'integrazione di tachimetri e spie nel faro anteriore divenne una pratica comune. Con l'avvento delle moto ad alte prestazioni negli anni 60, la configurazione a doppio quadrante (tachimetro e contagiri) si affermò come standard.

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Il cruscotto Smiths montato sulla Vincent Black Shadow

L'era delle innovazioni: dall'LCD al TFT

Negli anni 70, Suzuki introdusse l'indicatore di marcia meccanico, mentre negli anni 80, con la diffusione delle carenature, i cruscotti si arricchirono di indicatori di temperatura e spie. L'introduzione delle repliche da corsa, come la Suzuki GSX-R750 del 1985, portò a cruscotti minimalisti con contagiri in evidenza. Il primo segnale di un futuro digitale arrivò, dall'Italia, più precisamente da Rimini nel 1991 con la Bimota Tesi 1D, dotata di un cruscotto completamente digitale con display LCD. La Honda NR750 del 1992 presentava un pannello LED per tachimetro e temperatura. Nel 1998, la Yamaha R1 segnò una svolta introducendo un cruscotto con contagiri analogico e display LCD digitale per tachimetro e altre informazioni.

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Il digitale, per primo, è sbarcato a Rimini. Ecco il cruscotto della Bimota Tesi

L'avvento del TFT e del touchscreen: l'era della connettività

L'adozione del sistema "ride-by-wire" e delle centraline elettroniche (ECU) a metà degli anni 2000 permise l'introduzione di modalità di guida selezionabili, arricchendo ulteriormente i cruscotti. Nel 2010, la Ducati Multistrada oltre alle mappe motore introdusse le modalità di guida con le sospensioni elettroniche regolabili, e con loro la necessità di un cruscotto ancora più completo e facile da gestire. Nel 2011, la BMW K1600GT e la Ducati Diavel introdussero i display TFT (Thin Film Transistor), derivati dall'industria automobilistica. Questi display, capaci di mostrare una grande quantità di informazioni in modo chiaro e personalizzabile, si sono rapidamente diffusi, sostituendo i cruscotti analogici e LCD. Oggi, come dimostrato dai nuovi modelli KTM 2025 (foto in apertura), i display TFT offrono persino funzionalità touchscreen, pulsanti virtuali e personalizzazioni avanzate, segnando un nuovo capitolo nell'evoluzione dei cruscotti motociclistici. E il prossimo passo, quale sarà?

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Il cruscotto della Multistrada 1200, con il bell'oblò che mostra le modalità di guida

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