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Piloti leggendari: Troy Bayliss, coraggio da vendere e un cuore d'oro

L'australiano ha vinto tre titoli mondiali in superbike, sempre in sella a una Ducati, casa a cui ha legato il proprio nome per tutta la carriera. Carattere forte, paura zero, ha segnato alcuni primati che difficilmente saranno battuti

Troy Bayliss è il perfetto esempio di ducatista doc: l'australiano ha legato tutta la propria carriera alla casa di Borgo Panigale, vincendo tre mondiali superbike e un titolo inglese. 

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Bayliss e Ducati, un binomio vincente

 

Ma oltre i numeri, Bayliss è stato soprattutto un pilota molto amato dai tifosi per le sue imprese e la sua generosità, ispirando tanti giovani talenti. Non è un caso che Bagnaia a inizio carriera abbia scelto il numero 21, una passione presa in famiglia e mai più abbandonata.


Gli inizi

Troy Bayliss nasce in Nuovo Galles, a Taree, il 30 marzo 1969. Come molti australiani vive un'infanzia piuttosto “libera” e fin da bambino inizia ad armeggiare con le mini moto, scorrazzando per i boschi vicino a casa. 

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Fin da giovanissimo Troy Bayliss ha dimostrato un gran talento con le due ruote

Intorno ai dieci anni matura la convinzione di volere diventare un pilota professionista, dividendosi fra motocross e dirt track, ma le finanze di famiglia non gli permettono di proseguire sulla strada intrapresa. Finiti gli studi inizia a lavorare come apprendista presso l’officina meccanica del paese e si guadagna l'appellativo di carrozziere, che gli rimarrà addosso per la prima parte della sua carriera.

A 28 anni ha la possibilità di debuttare per una sola gara in 250, in sostituzione di un pilota infortunato. Il gran premio ovviamente è quello di casa: a Phillip Island compie un mezzo miracolo: parte in seconda fila e conclude sesto. Ma, vista l'età, viene giudicato vecchio e deve trovare un altro sbocco per affermarsi. Come diversi suoi connazionali, migra in Gran Bretagna e alla seconda stagione – anno 1999- nel British Superbike conquista il titolo in sella a una Ducati.


Il primo trionfo mondiale

Il treno giusto per Troy arriva nel 2000, quando Ducati lo chiama nel mondiale superbike per sostituire addirittura The King Carl Fogarty, messo fuori gioco da un infortunio che lo costringe al ritiro dalle corse. A Monza, Troy conquista due quarti posti, ma soprattutto si mette in luce con un sorpasso alla prima variante, dove si beve Edwards, Chili, Yanagawa e Haga. Una manovra che gli frutta la riconferma in Ducati per la stagione successiva. Qui sotto il video.

Il resto è negli annali della superbike: Bayliss vince il suo primo mondiale nel 2001, l'anno successivo è secondo, dietro al texano Colin Edwards.


La patentesi in MotoGP

Nel 2003 sposa il progetto Desmosedici e debutta nel mondiale dei prototipi. Dopo due stagioni con soli 4 podi passa in Honda, dove corre per il team di Sito Pons. 

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Il feeling con la MotoGP non è stato eccezionale

Il feeling non è incredibile, nel 2006 decide di tornare alle derivate di serie e compie la scelta giusta. Con la Ducati 999, a 37 anni, Bayliss si laurea campione del mondo per la seconda volta e nello stesso anno si prende anche una gran rivincita: Ducati lo chiama per rimpiazzare Sete Gibernau nell'ultima gara di Valencia del motomondiale e Bayliss questa volta mette tutti in riga, conquistando la vittoria davanti a Loris Capirossi, per una doppietta entrata di diritto nella storia. È il primo pilota nel motociclismo sportivo a vincere almeno una gara sia in MotoGP che in superbike nella stessa stagione.


Un dito di troppo

Non sono solo i successi a rendere grande Troy, ma anche alcuni aneddoti coloriti. Il più famoso forse riguarda il round di Donington Park, nel 2007. Bayliss cade rovinosamente alla Coppice, e vittima del distaccamento della seconda falange del mignolo, ne chiede l'immediata amputazione ai medici per potere correre in gara due e fronteggiare James Toseland: "Dottore tagliami questo fo***to dito che voglio correre la seconda manche", avrebbe detto ai sanitari. Il dito poi viene sì tagliato, perché non si può fare altrimenti, ma gli viene ovviamente proibito di prendere parte alla gara.


Il terzo sigillo

Nel 2008 arriva anche il terzo e ultimo titolo iridato con la Ducati 1098R, prima del ritiro dalle corse, alla soglia dei 40 anni. 

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Di padre in figlio, due generazioni di Bayliss in pista

In condizioni di maltempo, Bayliss conquista l'ultima pole della carriera davanti al britannico Crutchlow. In gara-1 Troy si aggiudica la decima vittoria stagionale, precedendo sul traguardo Checa e Corser; stesso epilogo vittorioso anche in gara-2. Il podio vede Bayliss accompagnato sul podio dall'amatissima moglie e dai suoi figli. Torna a calcare la scena del mondiale nel 2015, a sei anni dal ritiro, correndo i round di Australia e Thailandia. Raccoglie 15 punti e a 45 anni diventa il secondo pilota più anziano nella storia del mondiale a fare risultato.

Il figlio Oli corre attualmente nel mondiale supersport: Troy lo ha seguito fin dai primi passi in moto, una carriera che ovviamente non poteva non svilupparsi in sella a una Ducati!

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