Phillip Island, la pista magica che regala spettacolo
L'isola australiana è sempre stata teatro di gran premi entusiasmanti. Oggi sono lontani i tempi dei domini di Rossi e Stoner, la parola d'ordine è incertezza
Il tracciato di Phillip Island è uno dei più affascinanti del motomondiale: amatissimo dai piloti, è garanzia di gare spettacolari ed è stato in passato il terreno di caccia preferito per campioni del calibro di Valentino Rossi e Casey Stoner. Da qualche anno non ha un vero e proprio “padrone”, ma il piatto riservato al vincitore è sempre molto ambito.
La conformazione
Phillip Island innanzitutto ha la particolarità di essere su un'isola che è anche un paradiso della natura: pinguini, koala, canguri, ci sono animali di ogni sorta e una pista che è stata costruita nel 1956, rifatta nel 1985. Il senso di marcia è antiorario, c'è un solo lungo rettilineo spazzato dal vento e una serie di curve difficili da raccordare. Gli errori di traiettoria si pagano cari nel momento in cui si va a impostare la curva successiva, frenate troppo generose possono portare a dolorose cadute, soprattutto alla Miller o in fondo al discesone della 10.
Alcuni tratti portano i nomi dei campioni australiani: il rettilineo è Gardner Straight, la prima curva è la Doohan, l'ampia a sinistra che segue è stata dedicata a Casey Stoner, che in quel punto faceva sempre fumare il gommone posteriore. Una delle curve più famose e insidiose è la Siberia: si tratta di una velocissima piega a sinistra dove ci vuole coraggio e un pelo di incoscienza per dare gas.
La storia
Phillip Island entra nel calendario del motomondiale nel 1997, per l'Italia diventa una pista mitica soprattutto grazie alle 5 vittorie consecutive di Valentino Rossi dal 2001 in poi. Il nove volte campione del mondo è tuttora recordman di successi, con 8 affermazioni e sull'isola è di casa, tanto che la pizzeria Pino's di Rosa Scarlato è diventata negli anni un vero e proprio rifugio per Rossi e il suo gruppo, un posto dove festeggiare e sentirsi in famiglia. Nel 2004 Valentino ha celebrato a Phillip Island il suo primo titolo in Yamaha, con il famoso bacio alla sua M1 (qui sotto) e il pianto liberatorio seduto vicino al muretto di bordo pista.
Gli italiani hanno avuto una storia di successo a Phillip Island anche grazie alle vittorie di Biaggi, Melandri, Simoncelli. Da metà anni Duemila però è emerso prepotentemente un altro protagonista.
Il canguro mannaro
Casey Stoner a Phillip Island semplicemente non aveva rivali: nessuno era in grado nemmeno di dargli fastidio e in MotoGP l'australiano ha vinto in tutti gli anni in cui ha corso, con l'eccezione del 2006, la sua stagione da rookie. Stoner ha dominato con Ducati e con Honda, compreso l'anno 2012, quando sulla “sua” isola ha ottenuto l'ultimo successo in classe regina alla penultima gara della sua breve e luminosa carriera, lasciando da vero campione. L'anno precedente aveva dato vita a una bella gara con Marco Simoncelli, che si era poi piazzato secondo nell'ultima gara conclusa della sua vita.
Anni recenti
Raramente Phillip Island delude le aspettative: negli ultimi 10 anni ci sono state gare davvero bellissime. Nel 2014 Rossi vince un gran premio nel quale cadono sia Marquez che Pedrosa, partendo dalla ottava posizione e rendendo magica una domenica che non sembrava destinata a grandi traguardi. L'anno successivo è il fatidico 2015 delle accuse di Rossi a Marquez: la gara vede un gruppetto di testa che comprende Valentino, Marc, Lorenzo e Iannone. Marquez resta in mezzo ai due italiani e lascia scappare Lorenzo, ma all'ultimo giro lo riprende e va a vincere. Nel 2016 è Cal Crutchlow a regalarsi una delle più belle gioie della sua carriera con una fuga solitaria che Rossi non riesce a chiudere, nel 2017 è di nuovo gara di gruppo con sorpassi a manciate, alla fine la spunta Marquez. L'anno dopo si verifica il pauroso incidente tra Zarco e Marquez, con il francese che tampona lo spagnolo a 280 all'ora, una caduta per fortuna senza conseguenze. Nel 2019 Vinales cade all'ultimo giro all'uscita della Luke Heights, mentre è in lotta proprio con Marquez.
Ancora una gara di gruppo – vinta da Rins- nel 2022, mentre l'anno scorso si assiste a un gran premio incredibile: Martin fugge grazie alla scelta di una gomma morbida, che però si distrugge nel finale, favorendo il rientro degli inseguitori. Alla fine la spunta Zarco, alla sua prima e ultima vittoria in Ducati, Joge precipita in quinta posizione e perde parecchi punti su Bagnaia nella lotta mondiale. Insomma, se ci fossero ancora dubbi, ve lo possiamo garantire: a Phillip Island non ci si annoia mai.