Max Biaggi, un Corsaro nel motomondiale
Le straordinarie vittorie in 250, i duelli con Valentino Rossi, i due titoli in superbike che si sommano ai 4 nel motomondiale: il romano Max Biaggi ha segnato un’epoca di successi italiani a due ruote
Il nome di Max Biaggi è uno dei più importanti del motociclismo tra gli anni 90 e duemila: le vittorie in 250, i duelli con Valentino Rossi, i due titoli in superbike che si sommano ai 4 nel motomondiale. Il Corsaro ha vinto sia tra le derivate sia tra i prototipi, mancando solo il titolo MotoGP tra i traguardi più importanti. Biaggi aveva uno stile elegante e ha sempre mostrato una grande velocità, unita a un carattere un po' spigoloso che in qualche occasione lo ha portato a scontrarsi con i rivali o a entrare in polemica con le case per cui correva.
Inizia tardi
Biaggi inizia a correre tardi, almeno secondo gli standard odierni. Il colpo di fulmine scatta a 17 anni dopo una giornata in circuito con l'amico Daniele, possessore di una Yamaha 250. Nonostante le moto non gli fossero mai interessate, Max va subito veloce. La sua passione trova qualche resistenza nel padre, che accetta di sostenerlo solo se il ragazzo contribuirà con il lavoro a racimolare parte del budget necessario. Il giovane Biaggi si dà quindi da fare come pony express, e arrivano le partecipazioni alle prime gare, ma una stagione completa si vede solo nel 1989, quando debutta nell'italiano Sport Production U21 con una Honda. Max arriva in finale, mentre l'anno successivo con una Aprilia vince il campionato, conquistando 6 gare su 7. Nel 1991 vince l'Europeo 250, sempre sulla moto di Noale (Team Italia) e nel 1992 debutta nel motomondiale.
Il re delle 250
Biaggi va subito forte: nella prima stagione con il Team Valesi vince una gara e si piazza quinto in campionato. Dopo la parentesi del 1993 con la Honda del team Kanemoto, nel 1994 torna in Aprilia dalla porta principale: ingaggiato dal team ufficiale nella splendida livrea Chesterfield, sbanca il campionato con la RSV, ripetendosi nelle due stagioni successive. In particolare, il 1996 inizia alla grande, con 5 successi nelle prime 6 gare, ma una serie di errori lo portano a perdere il vantaggio in classifica, e ottiene la terza corona solo all'ultimo appuntamento iridato. A Eastern Creek, Biaggi vince gara e campionato, con 6 punti di vantaggio su Ralf Waldmann.
Il rapporto con Aprilia però si è incrinato e a fine stagione il tre volte campione del mondo viene licenziato. Nel 1997 Max ritorna da Erv Kanemoto, in Honda. Chi afferma che il Corsaro vinceva solo perché disponeva della RSV viene messo immediatamente a tacere: quarto titolo mondiale con cinque successi.
Gli anni in 500
Nel 1998 Biaggi rimane con Kanemoto, ma passa in classe 500, dove il suo debutto è fenomenale: pole position, giro veloce e vittoria in Giappone, un vero e proprio record per un rookie. In campionato Max si scontra con un Mick Doohan all'apice della sua carriera e fino al gran premio di Catalogna rimane in corsa per il titolo. Ma a Barcellona, Biaggi ignora uno stop-and-go inflitto dal direttore di gara per un sorpasso in regime di bandiera gialla. Il romano viene squalificato e nelle ultime due gare non riesce a recuperare sull'avversario. Le cose inoltre non vanno benissimo con Honda e qualche screzio di troppo lo porta al divorzio.
Il 1999 lo vede passare alla Yamaha (casa con cui rimarrà fino al 2003), ma dall'anno successivo irrompe sulla scena Valentino Rossi, e la rivalità - che fino al quel momento era rimasta solo mediatica - si concretizza sui circuiti. Da antologia rimane il confronto una moto o uno scooter in pista e nel retro podio - con il pesarese a Suzuka. Prima Biaggi lo spinge fuori pista, poi Rossi lo ri-sorpassa e gli mostra il dito medio. A gara finita volano parole grosse e qualche spinta. Arriverà una pace forzata, ma il rapporto è ormai compromesso. Nelle stagioni seguenti, Biaggi si lamenta delle prestazioni della sua Yamaha, che ritiene un gradino sotto le Honda, in tutta risposta Valentino decide di firmare proprio con Iwata a fine 2003, mentre Max passa in Honda (ma con una moto satellite). Rossi vince a ripetizione e per Biaggi la parabola nel mondiale prende la china discendente. Il ritiro dal mondiale si concretizza a fine 2005 e Max si prende un anno sabbatico.
I trionfi in superbike
Biaggi corre due stagioni interlocutorie con Suzuki e Ducati: nella prima riesce a rimanere in corsa per il titolo fino all'ultima gara, ma è il ritorno in Aprilia che lo fa rinascere definitivamente. Noale fa debuttare la nuova RSV4 nel 2009 e la prima stagione è incoraggiante. Nel 2010 vince il titolo al termine di un lungo duello con Leon Haslam, diventando il secondo pilota di sempre dopo John Kocinski a conquistare sia un alloro nel motomondiale che tra le derivate di serie, nonché primo italiano (e tuttora unico) iridato in superbike.
Il 2011 lo vede classificarsi terzo nel mondiale, nel 2012, a 31 anni, bissa il successo di due anni prima. Sarà la vittoria più risicata di sempre: solo 0,5 punti di vantaggio su Tom Sykes. A fine stagione Biaggi annuncia il suo ritiro dall'attività agonistica.