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Jorge Lorenzo, una vita "por fuera"

Pilota “spigoloso” ha vinto 3 titoli in MotoGP e ha infiammato le piste con duelli memorabili con Rossi, Stoner e Marquez

Jorge Lorenzo è stato uno dei principali avversari di Valentino: el pentacampeon, come amava definirsi negli ultimi anni della sua carriera, è riuscito negli anni a battere piloti del calibro di Stoner, Marquez, Pedrosa, lo stesso Rossi. Dal carattere ombroso, velocissimo con pista libera, ha corso dai primi anni Duemila fino al 2019.

Gli inizi

Jorge Lorenzo Guerrero nasce a Palma di Maiorca il 4 maggio 1987. Non è propriamente terra di motori, ma il padre lo mette in moto già a 4 anni. Nel giro di poco il bambino fa vedere di cosa è capace: con le minimoto vince diversi campionati nelle Baleari, nel frattempo gli allenamenti in famiglia diventano sempre più intensi, tanto che più avanti negli anni Jorge parlerà di un rapporto difficile con il padre. Successi e impegno crescono di pari passo: vittoria della Coppa Aprilia nel 1998 e 1999, quest'ultimo campionato in sella a una 125cc.

Il debutto nel mondiale

Dopo un paio di partecipazioni al campionato europeo, arriva il debutto nel mondiale. È il 2002 e Jorge ha appena 15 anni, ragion per cui deve attendere la terza gara stagionale, a Jerez, per avere l'età minima necessaria a correre. L'esordio avviene di sabato, nel giorno del suo compleanno, e Lorenzo mette già a segno un piccolo record, diventando il rookie più giovane di sempre nel mondiale. Jorge corre nella ottavo di litro per tre stagioni con la Derbi e ottiene altrettanti successi. 

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In 250 con la Derbi-Aprilia Lorenzo  è subito velocissimo

Nel 2005 passa in 250, con il team Fortuna Honda, ma sono le stagioni 2006-07 che lo consacrano al massimo livello. Jorge viene ingaggiato da Aprilia, a dirigere le operazioni c'è l'ingegner Gigi Dall'Igna. Il suo casco, sponsorizzato da Chupa Chupa, sembra un grande lecca lecca, ma Lorenzo non è più un bambino. Il suo approccio alla gara è maturo, la guida aggressivo e diventa Por fuera: i suoi sorpassi all'esterno diventano famosi, i duelli con Andrea Dovizioso rendono il campionato entusiasmante. Lorenzo si laurea campione con 8 vittorie, a 17 anni e l'anno successivo bissa la vittoria nel mondiale con 9 affermazioni e tante pole position: un pilota imprendibile se parte davanti a tutti, caratteristica che manterrà negli anni.

In Yamaha con Rossi

Nel 2008 passa in MotoGP, niente meno che nel team Yamaha ufficiale. Dopo anni in cui Rossi ha avuto al fianco sempre seconde guide poco ingombranti, per i giapponesi è arrivato il momento di provare a fare di più. Lorenzo non delude le attese: tre pole position e tre podi con una vittoria nelle prime tre gare del campionato, arriva addirittura a comandare la classifica del mondiale. Il momento magico però finisce lì: Rossi vince le tre gare successive e riafferma la sua leadership, mentre Lorenzo riporta la frattura della caviglia destra e il danneggiamento di un legamento di quella sinistra. Il resto della stagione non sarà memorabile, ma Jorge riesce comunque a chiudere quarto in campionato. Nel 2009 la lotta con Rossi si fa dura: nel box compare un “muro”, non si capisce chi spia chi, ma nessuno dei due vuole fare vedere i propri dati e fare sentire i discorsi con i propri tecnici all'altro. A Barcellona va in scena un duello memorabile, con Vale che beffa Jorge all'ultima curva, un punto dove nessuno ha mai sorpassato prima. Il mondiale rimane aperto fino alla penultima gara, ma in Malesia è Rossi che si laurea campione. 

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Rossi e Lorenzo: duelli memorabili in pista

La consacrazione

Nel 2010 il duello tra i due si ripropone, ma Rossi si infortuna alla gamba durante le prove al Mugello e deve dire addio alle speranze di titolo. Lorenzo si invola in campionato, Stoner e Pedrosa riescono a fare poco per limitarlo: si laurea campione in Malesia e segna un nuovo record di punti (383) nel mondiale. Bisognerà attendere il 2019 per vedere questo primato battuto da Marc Marquez.

I duelli con Stoner e Marquez

Il 2011 è l'anno di Stoner, ma nel 2012 Jorge riesce a vincere il suo secondo mondiale in MotoGP. L'anno dopo porta il duello con Marquez fino all'ultima gara di Valencia, dove deve arrendersi. Il 2014 è una stagione di transizione, nel 2015 parte piano, ma nella parte centrale della stagione riesce a recuperare punti su Rossi. Fino a Phillip Island il mondiale è in bilico, a Sepang si verifica il contatto tra Valentino e Marquez. Vale arriva a Valencia con 312 punti contro i 305 di Jorge, ma deve partire dal fondo dello schieramento per la penalità che i giudici gli hanno comminato per i fatti del gp precedente. Rossi rimonta fino al quarto posto, ma Lorenzo vince partendo dalla pole position, con Marquez che gli rimane vicino senza mai attaccarlo. Sul podio del Ricardo Tormo è festa mondiale per il maiorchino, con tre spagnoli (Pedrosa terzo) premiati niente meno che dal re di Spagna, Juan Carlos.

Ducati, Honda e ritiro

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A inizio 2016 Jorge annuncia il passaggio in Ducati dalla stagione successiva: 25 milioni di euro complessivi, ma anche una moto che fino a quel momento non ha vinto nemmeno una gara. Jorge accetta la sfida, che però si annuncia difficile. Nel corso del 2016, Dovizioso e Iannone erano riusciti a portare al successo la Desmosedici, ma quando Jorge ci sale sopra nei test post campionato non trova ritmo e ha un inizio di stagione molto complicato. Mentre Dovizioso diventa il rivale numero uno di Marc Marquez nella lotta per il titolo, Lorenzo fatica anche solo ad arrivare a podio. Il 2018 inizia perfino peggio della stagione precedente e prima del Mugello Ducati annuncia l'ingaggio di Petrucci al posto di Lorenzo. Proprio al gran premio d'Italia il maiorchino però ottiene la sua prima vittoria in rosso, che replica due settimane dopo a Barcellona. Le strade di Borgo Panigale e di Lorenzo si separano proprio quando la storia inizia a ingranare: Jorge nel frattempo ha firmato con Honda, dove andrà a formare un dream team insieme a Marc Marquez.

Con Honda un disastro

L'avventura in HRC si rivela però un autentico disastro: Lorenzo ci arriva non ancora fisicamente a posto dopo gli infortuni di fine 2018 con Ducati, tecnicamente la moto è quanto di più distante dalle sue esigenze. Jorge vorrebbe portare la RC213V a diventare più facile, ma nessuno in Honda lo ascolta: nelle prime 7 gare dell'anno, mentre Marc domina, non riesce ad arrivare una sola volta in top10. Alla luce delle difficoltà odierne del colosso giapponese, le sue lamentele non appaiono più tanto fuori luogo.

Ad Assen, dove anni prima si era rotto la clavicola ed era comunque riuscito ad arrivare quinto 48 ore dopo l'infortunio, cade nelle prove e rimedia la frattura di una vertebra. I medici lo mettono in guardia su possibili nuovi infortuni. Il rischio di una possibile paralisi è un pensiero troppo difficile da digerire; sommato agli scarsi risultati e a un confronto impietoso con Marquez, portano Lorenzo a optare per il ritiro a fine stagione. Jorge dice basta a 32 anni, scelta che non ha mai rimpianto: ora si gode la vita senza stress e saltuariamente fa il commentatore televisivo, con competenza e arguzia.

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