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Honda RC211V MotoGP: storia della nascita di un mito

La RC211V di Honda è la moto che “frantumò” ogni record, mise in pensione la pluripremiata NSR500 e, soprattutto, chiuse definitivamente la stagione delle due tempi nel Motomondiale. Questa è la sua storia

Un cambio epocale

La decisione di passare dalle 500 2T alle moto 4 tempi 990 cm3 fu annunciata alla fine del 2000 da Dorna. Questa mossa mirava a modernizzare la serie, attirare nuovi produttori e adeguarsi agli sviluppi tecnologici che favorivano motori più puliti e potenti. Le moto 4 tempi offrivano migliori prestazioni nella gestione delle emissioni, rendendole più accettabili dal punto di vista ambientale rispetto alle loro controparti 2 tempi, tradizionalmente più inquinanti. La scelta delle 4 tempi rispecchiava anche una strategia di marketing, essendo le gare la vetrina delle tecnologie che si ritrovano poi nei modelli stradali.

Il ruolo di Honda

Nonostante la fama della NSR500, una delle moto 2 tempi più vincenti della storia, Honda fu tra i principali promotori del passaggio verso le 4 tempi. Fu una scelta considerata rischiosa (almeno dal punto di vista sportivo) perché la NSR 500 aveva un palmares impressionante, avendo vinto 10 titoli mondiali piloti dal suo debutto nel 1984 fino alla sua ultima stagione nel 2002. Tra i piloti che contribuirono a questi successi figurano leggende come Mick Doohan, che vinse cinque titoli consecutivi dal 1994 al 1998, e Valentino Rossi, che ottenne il campionato nel 2001 e fu l'ultimo pilota a vincere un mondiale con questa moto.

Gli uomini dietro la RC211V

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Il V5 in ogni sua componente

L'ingegnere Heijiro Yoshimura, veterano delle corse e mente creativa dietro molte innovazioni Honda, fu il principale artefice della transizione. Il progetto, conosciuto internamente come J03A, iniziò alla fine del 1998 e vide la partecipazione di una squadra interdisciplinare di esperti e giovani talenti, tra cui Noboru Yamashita (motorista) e Yuzuru Ishikawa (telaista). Il primo grande obiettivo era sviluppare una moto che fosse performante ma al contempo facile da guidare, qualcosa che potesse essere definitivamente diverso dalla 500 2T.
Il cuore della nuova moto, il motore V5, fu una scommessa che si dimostrò vincente. Yamashita, dopo accurati studi e sperimentazioni, optò per un'innovativa configurazione di 5 cilindri con un angolo di 75,5 gradi e una disposizione sfalsata che minimizzava le vibrazioni e migliorava il posizionamento e la massa. Questa decisione, presa nel luglio del 2000, permise alla moto di superare i 200 CV di potenza, una soglia mai raggiunta prima in Honda. Parallelamente, Yoshimura si concentrava sulla ciclistica, sperimentando soluzioni audaci come l'adozione di una postura ispirata al motocross per migliorare la manovrabilità. 

Il risultato

Queste innovazioni culminarono in una moto compatta e rivoluzionaria, presentata in pista nel 2001 e testata da leggende come Mick Doohan e, successivamente, Valentino Rossi. Il nuovo regolamento MotoGP non imponeva limitazioni sul tipo di frazionamento del motore, ma fissava un peso minimo a secco di 145 kg per tutte le moto. A differenza, ad esempio di Yamaha, che aveva adeguato il suo nuovo motore a 4 cilindri in linea alla ciclistica della YZR500, Honda optò per una riprogettazione completa, includendo un telaio a doppia trave in lega leggera. Questa scelta offrì ampio margine per l'ottimizzazione delle componenti, rendendo la nuova Honda nettamente più snella e compatta rispetto alle rivali, soprattutto la rivale di Iwata, che aveva mantenuto un sistema di alimentazione a carburatori invece di passare all'iniezione elettronica. La denominazione RC211V univa il prefisso "RC", tipico delle moto da competizione Honda a 4 tempi, al numero "211" che indicava il primo modello factory del 21° secolo, e la lettera "V" che enfatizzava la configurazione a V dei cilindri.

Le vittorie

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Mick Doohan in azione sulla RC211V durante un test

Nonostante alcune iniziali resistenze da parte dei piloti, la moto dimostrò rapidamente la sua superiorità, vincendo la sua prima gara al debutto e dominando la stagione di MotoGP dello stesso anno. Valentino Rossi, uno dei più grandi campioni del motociclismo, fu il principale artefice di questo successo, portando la RC211V alla vittoria in 11 delle 16 gare della stagione, consolidando il dominio di Honda nella categoria. Nel corso dei suoi anni in competizione, la RC211V continuò a riscuotere successi, vincendo il titolo piloti MotoGP consecutivamente dal 2002 al 2006. La moto si dimostrò un simbolo di potenza e tecnologia, riuscendo a rimanere competitiva nonostante le sfide poste dalle rivali. 

 

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