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Dani Pedrosa, un vincente fermato dagli infortuni

Rispettato da tutti per la sua correttezza, è stato un pilota velocissimo ma non ha mai vinto il titolo della classe regina a causa dei troppi infortuni

Dani Pedrosa è stato uno dei grandi interpreti del periodo dei Fantastici Quattro (Rossi, Marquez, Lorenzo gli altri), tre volte campione del mondo nelle classi minori e pilota velocissimo anche in MotoGP, categoria nella quale gli è sempre sfuggita la corona, anche per via dei tanti infortuni e di un fisico minuto che gli hanno impedito di performare al meglio.

Gli inizi a 4 anni

Daniel Pedrosa, detto Dani, è catalano di origine e di famiglia umile. Con papà Antonio, mamma Basilia e il fratello più piccolo, Eric, vivono a Castellar del Valles, un paese dove Dani inizia ad andare in moto all'età di 4 anni. Il battesimo avviene su una Italjet 50 sostenuta da ruote laterali, sostituita successivamente da una piccola replica di una Kawasaki, con cui inizia a gareggiare. A 11 anni conquista il titolo di campione spagnolo di minimoto, ma i soldi sono finiti, così come la sua carriera. A questo punto interviene però Alberto Puig, che lo nota e lo inserisce in una programma per far crescere i giovani talento e poi lo recluta per il CEV, il campionato spagnolo. Pedrosa è minuscolo e non tocca nemmeno terra in sella a una 125, ma una volta in movimento non ce n'è per nessuno o quasi.

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Un giovanissimo Pedrosa, agli esordi in 125 riusciva a mettere i piedi a terra...

Il debutto nel mondiale

Nel 2001, a quindici anni compiuti da qualche mese, debutta nel mondiale; classe 125, con Honda, casa a cui sarà fedele per tutta la carriera. La prima stagione non è male, con un paio di podi, in quella successiva conquista 3 vittorie e 6 pole position. Il 2003 è l'anno della consacrazione: titolo in 125 e promozione in 250. È lo spagnolo più giovane di sempre a laurearsi campione e il secondo – a quel tempo- pilota in assoluto dietro Loris Capirossi a conquistare il titolo iridato. Ma è anche l'anno del primo importante infortunio: a Phillip Island si frattura entrambe le caviglie e l'astragalo della gamba sinistra. Dopo essere rimasto immobilizzato per 5 mesi, Pedrosa riprende ad allenarsi ed è pronto per l'inizio della sua prima stagione in duemmezzo. Vince all'esordio, domina la stagione con 7 successi e 6 podi, si laurea campione e diventa la grande speranza iberica. Non ci sarà però il passaggio in MotoGP, almeno non subito: Alberto Puig lo trattiene un'altra stagione in 250, dove conquista il secondo titolo consecutivo, il terzo della carriera, a soli 20 anni.

L’arrivo in MotoGP

Il debutto in classe regina arriva nel 2006, tutti gli occhi sono su di lui. Dani è alto 158 cm e non arriva ai 50 chili, ma fa il suo esordio ancora con le MotoGP di 990cc. La moto è la Honda ufficiale, con il colosso giapponese che crede fermamente nelle qualità del ragazzo. La stagione non va male, se non che rischia di mandare a monte il titolo del compagno di squadra Hayden per un sorpasso scriteriato. Sarà uno dei pochissimi incidenti che lo vedranno colpevole in carriera: Pedrosa è unanimemente riconosciuto come un pilota molto corretto.

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Pedrosa nella sua carriera agonistica è sempre stato fedele a Honda

Dal 2007 in poi diventa il vero pilota di riferimento in casa Honda, fino all'arrivo di Marc Marquez. Si piazza tre volte secondo in campionato, due volte terzo, ma colleziona anche diversi infortuni. A fine carriera conterà più di 20 fratture dovute a cadute.

A un soffio dal titolo

Nel 2013 sembra sulla strada giusta per conquistare il titolo, nonostante Marquez e Lorenzo siano due clienti scomodi. Al gran premio d'Aragona però è lo stesso #93 che lo mette fuori causa. In un tentativo di sorpasso, Marquez gli colpisce la ruota posteriore, tagliandogli il cavo del traction control. Alla curva successiva Pedrosa apre il gas e viene catapultato in aria: ritiro e campionato gettato alle ortiche.

Poi arriva Marquez…

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Nei 5 anni successivi, Pedrosa non riesce più a ottenere i risultati del passato, anche perché a quel punto è Marquez a dirigere lo sviluppo della RC213V. Le cose peggiorano ulteriormente con l'arrivo di Puig al posto di Suppo come team manager: i vecchi attriti prendono il sopravvento e Dani viene sostanzialmente messo in un angolo. Pedrosa decide di ritirarsi a fine 2018, con 54 vittorie all'attivo: ottavo pilota di sempre e di gran lunga il più forte Re senza corona della MotoGP.

La seconda vita di Dani

Dopo il ritiro dalle gare (nonostante qualche offerta per continuare ci fosse, anche da parte di Yamaha), Pedrosa viene ingaggiato da KTM che trova così un preziosissimo collaudatore. Ma non solo: a cinque anni dal ritiro, nel 2023, Dani disputa ancora due wild card e conquista addirittura due quarti posti a Misano. Niente male per un 38enne non più in bagarre da diverso tempo. E quest'anno sono previste altre partecipazioni!

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Dopo il ritiro Pedrosa passa a KTM come collaudatore, ed è sempre velocissimo!

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