Tutti contro Bautista, Ducati va forte: "Il merito non è solo del motore"
Dopo Rea, anche Razgatlioglu attacca lo spagnolo. Sotto accusa la presunta superiorità della Panigale, ma l'anno scorso Redding non dominava e Alvaro è l'unico pilota vincente tra i ducatisti
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Contro Ducati e Alvaro Bautista si è scatenato un vero e proprio putiferio: Alvaro è “colpevole” di vincere con troppa facilità e al coro di critiche si è unito anche Toprak Razgatlioglu. “Secondo me per la superbike sarebbe bene avere tutti la stessa potenza, in questo modo le gare sarebbero più combattute. Come ci possiamo arrivare? O con un motore più potente da Yamaha, o con nuove regole”.
Memoria corta
Ducati viene accusata di avere fatto una moto troppo potente, progettata apposta per le gare, Bautista di essere troppo leggero e di trarre vantaggio dal suo minor peso. Rea ha ricordato ancora una volta che lo spagnolo pesa 10 chili meno di Toprak e 20 meno di lui, e che con la sua Kawasaki ha le armi spuntate. L'attacco quindi è duplice, ma fino all'anno scorso nessuna aveva niente da dire. Scott Redding insomma andava benissimo agli avversari: solo per via del peso o perché non era un problema nella lotta per il titolo? Viene da pensare alla seconda, perché Michael Ruben Rinaldi è un pilota leggero, anche l'anno scorso correva con la Panigale V4R e nessuno si lamentava di presunti vantaggi. Non si possono però cambiare le norme a seconda del momento, ed è invece quello che appare come l'obiettivo degli avversari di Ducati.
Non sono tutti vantaggi
Se da un lato a Portimao e Barcellona si è vista una Ducati decisamente superiore nei rettilinei, dall'altro non si può dimenticare che ogni medaglia ha due facce. La moto italiana è storicamente forte sul dritto, ma nel guidato è meno facile. Sicuramente però le velocità di punta sono misurabili, l'agilità nel misto meno, e così nessuno ora vuole ricordare la maggiore difficoltà che i piloti della Panigale hanno nell'inserimento in curva rispetto ad altri colleghi che corrono con i quattro in linea.
Bautista replica
Il buon Alvaro cerca di non perdere le staffe, di non cedere alla pressione in un momento tanto delicato della stagione. Gli argomenti comunque non gli mancano, e il leader del mondiale prova a dire la sua. “È il pacchetto a fare la differenza, non un singolo elemento. Bisogna considerare l'insieme di moto, elettronica, pilota. Yamaha e Kawasaki hanno più velocità di percorrenza a gas chiuso, io non posso fare le loro linee. E anche alla curva 5, per esempio, facevo fatica a fermare la moto”.
Memoria corta
Ducati viene accusata di avere fatto una moto troppo potente, progettata apposta per le gare, Bautista di essere troppo leggero e di trarre vantaggio dal suo minor peso. Rea ha ricordato ancora una volta che lo spagnolo pesa 10 chili meno di Toprak e 20 meno di lui, e che con la sua Kawasaki ha le armi spuntate. L'attacco quindi è duplice, ma fino all'anno scorso nessuna aveva niente da dire. Scott Redding insomma andava benissimo agli avversari: solo per via del peso o perché non era un problema nella lotta per il titolo? Viene da pensare alla seconda, perché Michael Ruben Rinaldi è un pilota leggero, anche l'anno scorso correva con la Panigale V4R e nessuno si lamentava di presunti vantaggi. Non si possono però cambiare le norme a seconda del momento, ed è invece quello che appare come l'obiettivo degli avversari di Ducati.
Non sono tutti vantaggi
Se da un lato a Portimao e Barcellona si è vista una Ducati decisamente superiore nei rettilinei, dall'altro non si può dimenticare che ogni medaglia ha due facce. La moto italiana è storicamente forte sul dritto, ma nel guidato è meno facile. Sicuramente però le velocità di punta sono misurabili, l'agilità nel misto meno, e così nessuno ora vuole ricordare la maggiore difficoltà che i piloti della Panigale hanno nell'inserimento in curva rispetto ad altri colleghi che corrono con i quattro in linea.
Bautista replica
Il buon Alvaro cerca di non perdere le staffe, di non cedere alla pressione in un momento tanto delicato della stagione. Gli argomenti comunque non gli mancano, e il leader del mondiale prova a dire la sua. “È il pacchetto a fare la differenza, non un singolo elemento. Bisogna considerare l'insieme di moto, elettronica, pilota. Yamaha e Kawasaki hanno più velocità di percorrenza a gas chiuso, io non posso fare le loro linee. E anche alla curva 5, per esempio, facevo fatica a fermare la moto”.
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