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Tragedia per Noriyuki Haga, il figlio Ryota muore in gara

Il 21enne giapponese era impegnato in un appuntamento dell'All Japan Road Race Championship, ed è stato travolto al via della Super Stock. Il padre è stato uno dei piloti più amati del mondiale superbike

Ryota Haga, figlio di Noriyuki, mito del mondiale superbike, è morto durante un evento dell'All Japan Road Race Championship. Il pilota del Sol Levante, 21 anni compiuti il 25 agosto, è deceduto in un incidente avvenuto ad Autopolis, alla partenza della Super Stock 600. 

Allo spegnimento dei semafori, Ryota è rimasto fermo sulla casella della quarta piazza, venendo investito da altri due piloti provenienti alle dalle retrovie. Il 21enne è stato immediatamente soccorso dai sanitari, che dopo aver elitrasportato Ryota all'ospedale di Kurume per le prime cure, non hanno potuto fare nulla per salvare la vita del giovane pilota. A confermare la notizia del decesso è stato il fratello maggiore Akito, anche lui pilota, nella classe maggiore.


L'amore per l'Italia

Haga si stava mettendo in mostra in Giappone, ma qualche anno fa aveva preso parte anche al Campionato Italiano Velocità insieme a suo fratello: correva l'anno 2017 e pure papà Noriyuki – a 41 anni- era sceso in pista a Vallelunga per una wild card, portando a tre gli Haga impegnati per quel weekend e l'impegno della famiglia Haga aveva poi investito anche l'intera stagione 2018.

Durante il 2023, Ryota, sempre con i colori Yamaha, si era messo in mostra per la velocità mostrata nell'All Japan, arrivando anche al debutto in classe 1000. Il secondogenito di Noriyuki si era spesso ispirato al padre, come testimoniato dalla livrea del casco, molto simile a quella del genitore, oltre che per il numero di gara, l'intramontabile #41.


Nel cuore dei tifosi

Noriyuki Haga ha rappresentato un’icona della superbike grazie al suo stile di guida tanto spettacolare quanto aggressivo. Una garanzia di spettacolo, anche se più di una volta ne hanno risentito i risultati in pista. Molte le sue vittorie, addirittura 43, arrivate con due marchi diversi: Yamaha e Ducati, ma mai un titolo mondiale, solo sfiorato. 

Nel 2000 Haga si arrese a Colin Edwards, mentre sette anni dopo perse la sfida con James Toseland per soli due punti. Ma la beffa più atroce forse fu quella del 2009, per mano di Ben Spies, che lo sconfisse ancora una volta all’ultima gara. Come spesso accade, quello che non regala la pista lo tributano però i tifosi, che a Noriyuki sono sempre stati molto affezionati. E il suo primo fan era proprio Ryota.

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Sbk
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