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SBK - Jonathan Rea: “Finalmente vedo la luce”

Il nordirandese sta faticando parecchio con la Yamaha, ma a Donington qualcosa è cambiato

La luce in fondo al tunnel. Questo inizio di campionato è stato un incubo per Jonathan Rea, sei volte campione del mondo in pesante deficit di risultati. Sperava di avere fatto un passo avanti lasciando la Kawasaki per la Yamaha ma le cose si sono rivelate più difficili del previsto. A Donington qualcosa è cambiato: Quinto in Gara 1, Jonny dopo 14 partenze con la Yamaha è finalmente salito sul podio, terzo in Superpole Race,

«È bellissimo – racconta felice –. Il podio era qualcosa che andava oltre i nostri obiettivi, specialmente nelle gare brevi. Sono partito benissimo, sono uscito dalla prima curva in quarta posizione e ho pensato ‘Fai come Sam Lowes all’Old Hairpin’. All’improvviso era come se non avessi mai guidato una moto, ero davvero nervoso in terza posizione! Voglio ringraziare il team per il lavoro costante che fanno. In gara la moto è andata piuttosto bene, anche se non avevo quel pochino in più per stare con Bulega e Razgatlıoğlu. Ora vedo la luce!».

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Tanto lavoro ancora da fare

Paul Denning, il Team Principal, ha dato la sua chiave di lettura: «Non è un segreto che la stagione di Jonathan sia iniziata in salita. In questo weekend abbiamo cambiato delle cose per resettare i nostri obiettivi e, onestamente, per abbassarli. Il primo era essere la miglior Yamaha, provando a lottare per il podio. Dobbiamo andare avanti un passo alla volta piuttosto che provare a fare dei grossi salti e commettere dei grossi errori, sia da parte del team che di Jonny in pista. Partire ottavo ed essere terzo alla fine del primo giro con un passo del genere è davvero un grosso step».

In Gara 2 è arrivato un risultato più modesto, l’ottavo posto. C’è ancora tanta strada da fare e Rea lo sa bene: «Analizzando il weekend nel complesso abbiamo avuto tanti ostacoli da affrontare. Non siamo riusciti a sfruttare il fatto di partire dalla prima fila. Al via mi è mancata trazione al posteriore. La moto era quasi la stessa, stessa scelta di gomme. Però non avevo trazione in entrata o uscita. Rispetto a Gara 1 e alla Superpole Race ho fatto fatica e quindi si tratta di un aspetto che va analizzato. Non ho ancora avuto modo di guardare i dati o la pressione delle gomme ma qualcosa che non andava c’è stato. Ho stretto i denti il più possibile e ho provato a non commettere errori. Petrucci e Bautista mi hanno passato. Sono deluso per come si è concluso il weekend ma possiamo prendere degli aspetti positivi per Most. Bello andare lì con questo feeling con la moto e con il team».

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