Sbk, Eugene Laverty torna a casa
Il pilota BMW era rimasto vittima di un incidente nell'ultima gara della sua carriera e dopo essere stato dimesso è dovuto tornare in ospedale a Melbourne
19 anni di carriera tra motomondiale e superbike non sono una sciocchezza e meritavano un finale diverso, ma Eugene Laverty ha pagato caro l'incidente nel round finale del mondiale superbike a Phillip Island: investito da Xavi Fores, ha rischiato grosso e comunque non se l'è cavata proprio a buon mercato, tanto che solo ieri è potuto tornare a casa. Laverty nell’impatto aveva subito la frattura dell’anca destra, del bacino e dell’osso sacro. Trasportato in elicottero all’ospedale di Melbourne, i medici avevano in un primo momento escluso la necessità di intervento chirurgico, e avevano dimesso il paziente.
Complicazioni e nuovo ricovero
Laverty ha lasciato l’ospedale dopo soli quattro giorni di degenza, con l’unica raccomandazione dei medici di rimanere in Australia fino a quando le lesioni non si fossero cicatrizzate, in modo da evitare troppi stress nel lungo viaggio di ritorno. E mai indicazione fu più azzeccata, perché già il giorno dopo Eugene è stato costretto a ricoverarsi di nuovo, per un’emorragia interna che non era stata inizialmente riscontrata. Il volo avrebbe potuto complicare di molto le cose, ma in ospedale il problema si è invece risolto con altri otto giorni di degenza, sempre a Melbourne.
Il meritato riposo
Adesso Eugene può ricominciare da dove aveva interrotto: innanzitutto il rientro a casa, a Portimao, e quindi il nuovo incarico come team manager di Bonovo, squadra satellite di BMW nel mondiale delle derivate di serie. “La degenza è stata più complicata e lunga del previsto, ma è una fortuna avere avuto mia moglie Pippa sempre al mio fianco. Adesso finalmente siamo a casa, ma voglio ringraziare gli organizzatori della superbike per aver fermato subito la gara dopo il mio incidente, è stato provvidenziale. Inoltre ringrazio lo staff medico di Phillip Island, è anche grazie a loro che le conseguenze sono state minori di quanto potevano essere. I piloti superbike sono davvero in ottime mani”.