SBK 20221 - In Olanda aspettatevi delle sorprese
Le squadre hanno avuto il tempo di lavorare sulle moto e la cosa è importante perché nel primo appuntamento diversi protagonisti hanno incontrato difficoltà impreviste, dunque sul circuito “van Drenthe” è lecito aspettarsi qualche sorpresa
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SuperBike
Questo weekend il mondiale Superbike torna in Olanda per disputare il secondo round, due settimane dopo la gara d’apertura corsa ad Aragón, Spagna. Le squadre hanno avuto il tempo di lavorare sulle moto e la cosa è importante perché nel primo appuntamento diversi protagonisti hanno incontrato difficoltà impreviste, dunque sul circuito “van Drenthe” è lecito aspettarsi qualche sorpresa.
Ducati “in palla”
Non dalla Ducati però, perché le moto bolognesi si sono già dimostrate fortissime. Alvaro Bautista ha cominciato con un secondo e due primi posti e guida la classifica con 3 punti di vantaggio su Jonathan Rea. Nel dritto le ”Rosse” hanno mostrato i muscoli, e nel guidato li ha mostrati lo spagnolo. Soprattutto in gara 2, che ha dominato.
“Dopo la Superpole Race mi sono reso conto che potevo tirare fuori il mio massimo – ha raccontato –, mostrare che ci sono e che voglio andare ancora oltre. Non mi sono mai sentito così bene in tutta la mia carriera… fisicamente ma anche mentalmente”.
Rea deve inseguire
Rea, uomo di punta della Kawasaki, insegue e… rosica. L’irlandese è un gran combattente e nel primo round ha fatto di tutto ma dopo il successo in gara 1 è stato piegato due volte da Bautista. Lui dà la colpa al motore.
“È un razzo – ha detto parlando della Ducati –. È davvero veloce ma ciò non significa che sia la moto migliore. Siamo riusciti a vedere abbastanza chiaramente ciò che potevo fare in frenata, e anche nei di cambi di direzione e dove serve la trazione penso fossimo messi meglio di loro. Non mi lamento troppo ma ovviamente è sempre facile compiere dei sorpassi sul dritto. Per me in rettilineo è più difficile ma per lui in curva è più complicato”.
Yamaha problemi con l’elettronica
Suona come una dichiarazione di guerra per un tracciato guidato come quello di Assen, dove c’è da aspettarsi anche il ritorno di Toprak Razgatlioglu. Il campione del mondo in carica è terzo in classifica dopo essere arrivato tre volte terzo, non ha esaltato ma ha contenuto i danni. La nuova elettronica della Yamaha non lo soddisfa e infatti in corsa ha usato quella del 2021. Ma ci sono anche altri guai. Il turco lamenta che in frenata la ruota posteriore si sollevi troppo e non riesce a guidare come vuole lui, forse ci sono anche problemi di freno motore. Con ogni probabilità tornerà alla moto dell’anno scorso fino a quando tutto non sarà risolto.
C’è anche il secondo uomo della Ducati che sta spingendo per inserirsi nella lotta tra i grandi: Michael Ruben Rinaldi ha già fatto vedere che c’è, non tanto per il tris di quarti posti quanto per il fatto che ha lottato gomito a gomito con Rea e con Razgatlioglu. Non gli hanno fatto sconti. Lui non ha fatto una piega: “Queste sono le gare e non mi lamento! Lotto contro dei campioni del mondo e quindi va bene. Mi piacciono le gare che sono al limite e pulite! In quei momenti è stata pura adrenalina!”.
Problemi per gli altri
Più in difficoltà gli altri uomini delle squadre ufficiali di punta: Andrea Locatelli è abbonato al quinto posto ma in gara 2 è caduto e in campionato è settimo, preceduto anche dalla coppia Iker Lecuona e Xavi Vierge. In Superbike sono entrambi debuttanti ma hanno il pelo sullo stomaco e le loro Honda ufficiali ora non sono più distanti dalla vetta. Aspettatevi delle sorprese.
In una sorpresa spera anche Alex Lowes che ha una Kawasaki come Rea ma non è riuscito a trovare il bandolo della matassa pasticciando con il setting.
Da tenere d’occhio anche la banda degli “indipendenti”: Loris Baz, Garrett Gerloff e il nostro Axel Bassani ci sono già dimostrati in grado di puntare in alto, mentre duellano per la qualifica di migliore dei privati.
Infine Scott Redding, da mani dei capelli al debutto sulla BMW ufficiale: la sua moto scaldava, non aveva grip e non frenava. Qualcosa non ha funzionato, perché con una BMW privata Baz ha fatto molto meglio. Ad Assen sarà un’altra storia. Per forza.
Ducati “in palla”
Non dalla Ducati però, perché le moto bolognesi si sono già dimostrate fortissime. Alvaro Bautista ha cominciato con un secondo e due primi posti e guida la classifica con 3 punti di vantaggio su Jonathan Rea. Nel dritto le ”Rosse” hanno mostrato i muscoli, e nel guidato li ha mostrati lo spagnolo. Soprattutto in gara 2, che ha dominato.
“Dopo la Superpole Race mi sono reso conto che potevo tirare fuori il mio massimo – ha raccontato –, mostrare che ci sono e che voglio andare ancora oltre. Non mi sono mai sentito così bene in tutta la mia carriera… fisicamente ma anche mentalmente”.
Rea deve inseguire
Rea, uomo di punta della Kawasaki, insegue e… rosica. L’irlandese è un gran combattente e nel primo round ha fatto di tutto ma dopo il successo in gara 1 è stato piegato due volte da Bautista. Lui dà la colpa al motore.
“È un razzo – ha detto parlando della Ducati –. È davvero veloce ma ciò non significa che sia la moto migliore. Siamo riusciti a vedere abbastanza chiaramente ciò che potevo fare in frenata, e anche nei di cambi di direzione e dove serve la trazione penso fossimo messi meglio di loro. Non mi lamento troppo ma ovviamente è sempre facile compiere dei sorpassi sul dritto. Per me in rettilineo è più difficile ma per lui in curva è più complicato”.
Yamaha problemi con l’elettronica
Suona come una dichiarazione di guerra per un tracciato guidato come quello di Assen, dove c’è da aspettarsi anche il ritorno di Toprak Razgatlioglu. Il campione del mondo in carica è terzo in classifica dopo essere arrivato tre volte terzo, non ha esaltato ma ha contenuto i danni. La nuova elettronica della Yamaha non lo soddisfa e infatti in corsa ha usato quella del 2021. Ma ci sono anche altri guai. Il turco lamenta che in frenata la ruota posteriore si sollevi troppo e non riesce a guidare come vuole lui, forse ci sono anche problemi di freno motore. Con ogni probabilità tornerà alla moto dell’anno scorso fino a quando tutto non sarà risolto.
C’è anche il secondo uomo della Ducati che sta spingendo per inserirsi nella lotta tra i grandi: Michael Ruben Rinaldi ha già fatto vedere che c’è, non tanto per il tris di quarti posti quanto per il fatto che ha lottato gomito a gomito con Rea e con Razgatlioglu. Non gli hanno fatto sconti. Lui non ha fatto una piega: “Queste sono le gare e non mi lamento! Lotto contro dei campioni del mondo e quindi va bene. Mi piacciono le gare che sono al limite e pulite! In quei momenti è stata pura adrenalina!”.
Problemi per gli altri
Più in difficoltà gli altri uomini delle squadre ufficiali di punta: Andrea Locatelli è abbonato al quinto posto ma in gara 2 è caduto e in campionato è settimo, preceduto anche dalla coppia Iker Lecuona e Xavi Vierge. In Superbike sono entrambi debuttanti ma hanno il pelo sullo stomaco e le loro Honda ufficiali ora non sono più distanti dalla vetta. Aspettatevi delle sorprese.
In una sorpresa spera anche Alex Lowes che ha una Kawasaki come Rea ma non è riuscito a trovare il bandolo della matassa pasticciando con il setting.
Da tenere d’occhio anche la banda degli “indipendenti”: Loris Baz, Garrett Gerloff e il nostro Axel Bassani ci sono già dimostrati in grado di puntare in alto, mentre duellano per la qualifica di migliore dei privati.
Infine Scott Redding, da mani dei capelli al debutto sulla BMW ufficiale: la sua moto scaldava, non aveva grip e non frenava. Qualcosa non ha funzionato, perché con una BMW privata Baz ha fatto molto meglio. Ad Assen sarà un’altra storia. Per forza.
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