SBK 2021, Rea: “La porta della MotoGP per me non si apre”
SBK news – Il sei volte iridato sta rincorrendo il settimo titolo iridato nelle derivate di serie, i rivali sono sempre più agguerriti e il livello della SBK di anno in anno si alza. Non pensa ancora al ritiro, ma non capisce perché nessuno in MotoGP abbia mai pensato a lui
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Jonathan Rea in questa stagione deve fare i conti con Toprak Razgatlioglu, dopo sei round il nord-irlandese è primo, ma tallonato dal turco che paga solo 3 punti di ritardo.
Classe 1987, Rea è in piena lotta per il titolo: “È divertente quando la gente mi fa domande sulla mia motivazione dato che cambia di anno in anno. Con quello che ho vinto mi sento più in pace con me stesso. Le cose stanno accadendo con maggiore fluidità”. In pista non ha certo vita facile: “Il livello del WorldSBK è molto alto, l’anno scorso ci sono stati sette vincitori diversi e già in questa stagione ne abbiamo quattro. Inoltre diverse Case stanno venendo su forte; in passato era sempre una questione tra Kawasaki e Ducati, Yamaha si è rafforzata e ora davanti ad andare forte abbiamo anche Honda e BMW. Significa che ogni weekend se un pilota riesce a far bene e a mettere insieme un buon venerdì e un sabato può lottare per il podio”.Cosa vede nel suo futuro
Rea ha firmato l’anno scorso un contratto pluriennale con Kawasaki e sul suo futuro dice: “Non ho idea. Tutto quello che so è che ho un’opportunità incredibile di essere di nuovo con KRT nel 2022. Ho ancora la sensazione di essere nel mio momento migliore; per quanto riguarda nuove sfide come nel caso della MotoGP, non lo so. A essere onesto ciò mi causa un po’ di frustrazione dato che se guardiamo il mio curriculum sono un sei volte campione del mondo; busso alla porta dei team MotoGP ma quella porta non si apre mai. Non sono sicuro del motivo ma sono davvero contento di essere qui e di quello che ho conquistato”.
L’idea del ritiro per ora non lo sfiora: “Mi sto divertendo, questa è la cosa più importante ma penso che nei prossimi anni il mio futuro sarà deciso dalle sensazioni. Sono sicuro che un giorno mi sveglierò, vedrò il mio biglietto aereo e penserò ‘oh, devo ripartire di nuovo’. Quello sarà il momento in cui fermarsi ma ancora non lo vedo. Forse arriverà tra due o tre anni”.
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