SBK 2018, intervista a Marco Melandri: “Questa è la miglior squadra che abbia mai avuto in carriera”
SBK news – Il campionato mondiale delle derivate di serie è iniziato nel segno di Marco Melandri, che nel primo round ha vinto entrambe le gare. Il ravennate è diventato così l’italiano più vincente in Superbike, l'abbiamo raggiunto per una chiacchierata a 360°, ecco cosa ci ha raccontato
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SuperBike
Melandri sbanca Phillip Island
La stagione 2018 è iniziata con una doppietta di Marco Melandri, che ha ricompensato alla grande la sveglia puntata per vedere le gare alle 5 ora italiana. Una volta tornato dall’Australia la nostra Serena Zunino lo ha raggiunto per una chiacchierata. Macio ha raccontato le gare dal suo punto di vista, ha detto la sua sul regolamento, sulla MotoE e sul fatto che adesso è l'italiano che ha vinto più gare in Superbike, un grande risultato che è arrivato anche dopo aver vissuto momenti difficili in carriera.
Due vittorie nelle prime due gare, te l’aspettavi?
Mah, aspettarsi due vittorie così non credo sia facile, però ero sicuro di andare in Australia pronto e poter lottare per vincere.
Raccontami le due vittorie dal tuo punto di vista.
In Gara1 ho usato molta strategia, è stata una classica gara di Phillip Island. La gara si vince nella seconda parte, considerando quanto la pista sia dura per le gomme. È stato il primo anno che siamo partiti al massimo fin da subito, è stato importante gestire al meglio le gomme. Per fortuna non eravamo in tanti a lottare per la vittoria, quindi si poteva fare tanta strategia.
In Gara2 invece, un po’ per la griglia invertita, un po’ perché la gara è stata divisa a metà, il lavoro fatto nei giorni precedenti è andato perso. Anche chi faticava nella seconda parte della gara non aveva niente da perdere, tutti si buttavano dentro come se fosse l’ultima curva. Per fortuna Forés ha fatto un gran ritmo verso la fine, il gruppo si è un po’ allungato e con un paio di giri veloci mi sono allontanato dal gruppo degli inseguitori. A quel punto avevo davanti a me solo Rea e Xavi, non è stato facile fare tattica. Rea è uno che quando decide di passare passa, Forés era in una delle sue giornate migliori, ed è stato veramente difficile. Fortunatamente l’ultima curva mi veniva molto bene e sono riuscito a capire che per vincere avrei dovuto dovevo sacrificare il resto del giro per giocarmi tutto in quella curva lì.
Queste due vittorie hanno cambiato la prospettiva sul campionato?
La mia attitudine non è cambiata, comunque in questo momento bisogna pensare solo gara per gara. Sicuramente vincere fa bene, credo che questo dia morale positivo a tutta la squadra. Adesso andiamo in una pista che mi piace, quella del Buriram, dove c’è un nemico in più: il caldo. L’anno scorso è stata veramente dura, speriamo che quest’anno ci lasci un pochino di tregua. È una pista divertente, anche se non è delle più tecniche. Credo che la nostra moto possa adattarsi bene. Conto di arrivare lì per giocarmi due gare combattute. Non mi aspetto regali da nessuno, ma so anche che gli altri sono consapevoli che per vincere dovranno fare i conti con me.
In vista del secondo round, quali sono le tue sensazioni sulla Panigale R?
Quest’anno avremo piste dove andiamo molto bene, come a Phillip Island, dove non risentiamo molto dei cambiamenti regolamentari dello scorso anno, mentre avremo gare dove faremo più fatica. Mi aspetto però che anche gli altri avranno delle difficoltà. Credo che l’esperienza che ho accumulato lo scorso anno mi sarà d’aiuto.
Cosa pensi del nuovo regolamento?
A dire il vero, non ho ancora capito tante cose. Ogni tre gare, in base ad un algoritmo che nessuno conosce – e che secondo me nemmeno esiste – si dovranno riequilibrare i giri motori. Non si capisce però come cambierà la situazione. Per noi è stato molto penalizzante, per trovare i cavalli delle quattro cilindri noi abbiamo perso tutta la caratteristica dei due cilindri, ovvero la grande coppia ai bassi giri. Ora ci hanno tolto anche i giri motori in alto e rispetto ai quattro cilindri spesso soffriamo, quindi in tante piste sarà penalizzante, sicuramente a Portimao e a Jerez, dove nei test invernali abbiamo già sentito una bella differenza.
Con queste due vittorie sei diventato l’italiano più vincente in Superbike… che effetto fa?
Fa sicuramente piacere, anche perché a fine 2014 quando ho lasciato la Superbike avevo il rammarico di non essere arrivato almeno a eguagliare il record. Il dover regalare vittorie mi bruciava ancora di più. Chi lavorava con me però questo non lo capiva. Aver avuto quest’opportunità adesso è stata un po’ inaspettata e una bella iniezione di fiducia. Mi sento valorizzato ancora di più. Sono orgoglioso di questo step raggiunto, ma non voglio fermarmi qua. Voglio continuare ad aumentare questo numero.
Cosa ti ha portato a essere l’italiano più vincente?
Un insieme di cose. In questo sport serve sicuramente il talento, ma allo stesso tempo serve dedizione, voglia di fare sacrifici e la fortuna di lavorare con una squadra composta da persone che ti mettono a tuo agio. In moto sei da solo e finalizzi tu il fine settimana, ma è un lavoro di squadra, molto più di quello che sembra. Tra la voglia di fare sacrifici è inclusa anche la determinazione, che per me è stata fondamentale nel rialzarmi quando le cose andavano storte.
Come puoi definire il tuo rapporto con Ducati?
Ottimo. L’anno scorso ho trovato una delle squadre migliori che abbia mai avuto in carriera, sia dai ragazzi in pista che anche dai ragazzi dello sviluppo in sede. Questo è quello che mi è in parte mancato. Adesso avere stabilità e continuità come quest’anno credo che aiuti a raccogliere ancora di più i frutti, vorrei tanto che durasse a lungo.
Da esperto quale sei, cosa ne pensi della MotoE?
Credo che adesso sia ancora un po’ prematuro paragonarla ad una moto vera. Basta guardare le FormulaE, dove pur girando tanti soldi, le macchine hanno ancora prestazioni abbastanza lontane da quelle a motore. Si farà perché si deve fare, per dare un’immagine di rispetto dell’ambiente, per guardare al futuro. Secondo me, almeno all'inizio, sarà intrattenimento puro.
Ti piacerebbe correrci un giorno?
Proverei più le macchine, la FormulaE, che le moto. Se devo cambiare, cambio radicalmente.
Liberty Media ha deciso che da quest’anno non ci saranno più le ombrelline in griglia di partenza e saranno sostituite dai bambini, cosa ne pensi?
Io la trovo un po’ come un’uscita promozionale. Siccome è cambiato il promoter, serviva una notizia che facesse parlare di sé. È stata abbastanza d’impatto, ma non vedo niente di logico. Nel motorsport è una costante, non riesco a immaginarlo senza le ragazze immagine. Non hanno nulla di negativo. Secondo me, invece, non è corretto mettere al loro posto dei bambini. I bambini devono fare i bambini, non bisogna spingerli a fare determinate cose. Non lo capisco. Un bambino deve vivere giocando.
La stagione 2018 è iniziata con una doppietta di Marco Melandri, che ha ricompensato alla grande la sveglia puntata per vedere le gare alle 5 ora italiana. Una volta tornato dall’Australia la nostra Serena Zunino lo ha raggiunto per una chiacchierata. Macio ha raccontato le gare dal suo punto di vista, ha detto la sua sul regolamento, sulla MotoE e sul fatto che adesso è l'italiano che ha vinto più gare in Superbike, un grande risultato che è arrivato anche dopo aver vissuto momenti difficili in carriera.
Due vittorie nelle prime due gare, te l’aspettavi?
Mah, aspettarsi due vittorie così non credo sia facile, però ero sicuro di andare in Australia pronto e poter lottare per vincere.
Raccontami le due vittorie dal tuo punto di vista.
In Gara1 ho usato molta strategia, è stata una classica gara di Phillip Island. La gara si vince nella seconda parte, considerando quanto la pista sia dura per le gomme. È stato il primo anno che siamo partiti al massimo fin da subito, è stato importante gestire al meglio le gomme. Per fortuna non eravamo in tanti a lottare per la vittoria, quindi si poteva fare tanta strategia.
In Gara2 invece, un po’ per la griglia invertita, un po’ perché la gara è stata divisa a metà, il lavoro fatto nei giorni precedenti è andato perso. Anche chi faticava nella seconda parte della gara non aveva niente da perdere, tutti si buttavano dentro come se fosse l’ultima curva. Per fortuna Forés ha fatto un gran ritmo verso la fine, il gruppo si è un po’ allungato e con un paio di giri veloci mi sono allontanato dal gruppo degli inseguitori. A quel punto avevo davanti a me solo Rea e Xavi, non è stato facile fare tattica. Rea è uno che quando decide di passare passa, Forés era in una delle sue giornate migliori, ed è stato veramente difficile. Fortunatamente l’ultima curva mi veniva molto bene e sono riuscito a capire che per vincere avrei dovuto dovevo sacrificare il resto del giro per giocarmi tutto in quella curva lì.
Queste due vittorie hanno cambiato la prospettiva sul campionato?
La mia attitudine non è cambiata, comunque in questo momento bisogna pensare solo gara per gara. Sicuramente vincere fa bene, credo che questo dia morale positivo a tutta la squadra. Adesso andiamo in una pista che mi piace, quella del Buriram, dove c’è un nemico in più: il caldo. L’anno scorso è stata veramente dura, speriamo che quest’anno ci lasci un pochino di tregua. È una pista divertente, anche se non è delle più tecniche. Credo che la nostra moto possa adattarsi bene. Conto di arrivare lì per giocarmi due gare combattute. Non mi aspetto regali da nessuno, ma so anche che gli altri sono consapevoli che per vincere dovranno fare i conti con me.
In vista del secondo round, quali sono le tue sensazioni sulla Panigale R?
Quest’anno avremo piste dove andiamo molto bene, come a Phillip Island, dove non risentiamo molto dei cambiamenti regolamentari dello scorso anno, mentre avremo gare dove faremo più fatica. Mi aspetto però che anche gli altri avranno delle difficoltà. Credo che l’esperienza che ho accumulato lo scorso anno mi sarà d’aiuto.
Cosa pensi del nuovo regolamento?
A dire il vero, non ho ancora capito tante cose. Ogni tre gare, in base ad un algoritmo che nessuno conosce – e che secondo me nemmeno esiste – si dovranno riequilibrare i giri motori. Non si capisce però come cambierà la situazione. Per noi è stato molto penalizzante, per trovare i cavalli delle quattro cilindri noi abbiamo perso tutta la caratteristica dei due cilindri, ovvero la grande coppia ai bassi giri. Ora ci hanno tolto anche i giri motori in alto e rispetto ai quattro cilindri spesso soffriamo, quindi in tante piste sarà penalizzante, sicuramente a Portimao e a Jerez, dove nei test invernali abbiamo già sentito una bella differenza.
Con queste due vittorie sei diventato l’italiano più vincente in Superbike… che effetto fa?
Fa sicuramente piacere, anche perché a fine 2014 quando ho lasciato la Superbike avevo il rammarico di non essere arrivato almeno a eguagliare il record. Il dover regalare vittorie mi bruciava ancora di più. Chi lavorava con me però questo non lo capiva. Aver avuto quest’opportunità adesso è stata un po’ inaspettata e una bella iniezione di fiducia. Mi sento valorizzato ancora di più. Sono orgoglioso di questo step raggiunto, ma non voglio fermarmi qua. Voglio continuare ad aumentare questo numero.
Cosa ti ha portato a essere l’italiano più vincente?
Un insieme di cose. In questo sport serve sicuramente il talento, ma allo stesso tempo serve dedizione, voglia di fare sacrifici e la fortuna di lavorare con una squadra composta da persone che ti mettono a tuo agio. In moto sei da solo e finalizzi tu il fine settimana, ma è un lavoro di squadra, molto più di quello che sembra. Tra la voglia di fare sacrifici è inclusa anche la determinazione, che per me è stata fondamentale nel rialzarmi quando le cose andavano storte.
Come puoi definire il tuo rapporto con Ducati?
Ottimo. L’anno scorso ho trovato una delle squadre migliori che abbia mai avuto in carriera, sia dai ragazzi in pista che anche dai ragazzi dello sviluppo in sede. Questo è quello che mi è in parte mancato. Adesso avere stabilità e continuità come quest’anno credo che aiuti a raccogliere ancora di più i frutti, vorrei tanto che durasse a lungo.
Da esperto quale sei, cosa ne pensi della MotoE?
Credo che adesso sia ancora un po’ prematuro paragonarla ad una moto vera. Basta guardare le FormulaE, dove pur girando tanti soldi, le macchine hanno ancora prestazioni abbastanza lontane da quelle a motore. Si farà perché si deve fare, per dare un’immagine di rispetto dell’ambiente, per guardare al futuro. Secondo me, almeno all'inizio, sarà intrattenimento puro.
Ti piacerebbe correrci un giorno?
Proverei più le macchine, la FormulaE, che le moto. Se devo cambiare, cambio radicalmente.
Liberty Media ha deciso che da quest’anno non ci saranno più le ombrelline in griglia di partenza e saranno sostituite dai bambini, cosa ne pensi?
Io la trovo un po’ come un’uscita promozionale. Siccome è cambiato il promoter, serviva una notizia che facesse parlare di sé. È stata abbastanza d’impatto, ma non vedo niente di logico. Nel motorsport è una costante, non riesco a immaginarlo senza le ragazze immagine. Non hanno nulla di negativo. Secondo me, invece, non è corretto mettere al loro posto dei bambini. I bambini devono fare i bambini, non bisogna spingerli a fare determinate cose. Non lo capisco. Un bambino deve vivere giocando.
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